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Bergoglio e gli lbgt: siamo all’assurdo!

'Il papa e i gay' è il tiolo di questa vignetta di Krancic. Ma il cordone iridato potrebbe alludere anche agli ammiccamenti di Bergoglio verso una 'religione unica', figlia del progetto di un 'nuovo ordine mondiale'. (Vedi, se vuoi, Nuovo ordine sul ns motore di ricerca)

Le esternazioni di ‘Papa Bergoglio’ a proposito dei gay –addirittura degli lgbt – sono definite inqualificabili da parte di un numero imprecisabile – ma certamente altissimo – di cattolici e incontrano il dissenso dei vescovi anche per voce dell’Episcopato mondiale. I vescovi rappresentano il potere esecutivo dislocato nel territorio ecumenico, cioè in tutto il mondo: per intenderci, essere vescovo è svolgere un job, essere cardinale è possedere un titolo.

In realtà la comprensione espressa e raccomandata da Bergoglio non deve sorprendere: essa si inquadra nella mentalità platonica che appartiene a Bergoglio, come ha più volte dimostrato. Secondo Platone – ma già Parmenide – Dio, essendo perfetto, non può aver creato che un mondo perfetto.

Tale visione è comune ai gesuiti e alla massoneria. Paradossalmente va a coincidere con la visione di molti atei: per i laici ‘convinti’ il mondo sarebbe perfetto perché è quello che è, immutabile: sovrasta i viventi, cui sopravvive. Essi non possono mutarlo, semmai (altro paradosso) danneggiarlo (‘uccidere’ il pianeta, come ritengono gli ecologisti ideologici)…

I platonici hanno difficoltà a spiegare la presenza del male. Lo considerano di solito mera ‘apparenza’. Bergoglio, di fronte alla domanda sul perché della morte di bambini innocenti – fra le sue mille stranezze – ha risposto: “non lo so neanche io…”

La visione platonica e idealista in genere non può, nella sostanza, essere cristiana: Di solito i religiosi (cristiani) abborriscono Platone, grande pensatore, poetico ma utopista, non privo di ombre. Filosofo fondatore della filosofia ‘idealista’, Platone riduce tutto ciò che esiste all’idea che ne abbiamo. La tradizione cristiana lo considera immorale, anzi distruttore della morale. Platone stesso e il suo epigono Sant’Agostino se ne accorsero in vita: se il mondo fosse già perfetto, quale ruolo avrebbe mai l’individuo? E quale ‘funzione’ la morale umana? Perché l’individuo dovrebbe scegliere il bene e non il male? L’individuo sarebbe sottoposto, dunque, in vita, ad un mero gioco, teso a guadagnarsi il paradiso ed a evitare l’inferno? Dio giocherebbe con l’essere intelliegente che ha creato una sorta dipartita‘. Ma a quale fine? Essendo per definizione perfetto, quindi buono, potrebbe mai punire l’essere da Lui creato con l’inferno per l’eternità? Come si vede, l’idealismo platonico – tappa notissima del pensiero umano nella storia, si impelaga in un vero e proprio labirinto di contraddizioni…

La mentalità platonica finisce per negare – per coerenza – anche l’inferno, o meglio, la sua durata nel tempo. Ciò contraddice le stesse parole della Santa Messa e del Credo: la resurrezione della carne concessa solo ai buoni (la speranza della resurrezione). Se l’inferno non è eterno, il primo a saltare è il purgatorio (Bergoglio), perché – per capirci – quel ruolo di tempornea espiazione apparterrebebe già all’inferno stesso… Alla fine dei tempi Dio salverà (salverebbe) tutti, perché sostanzialmente perfetti, essendo stati da Lui stesso creati…

Da tutto ciò Bergoglio, con perfetta logica consequenziale, parla dal suo punto di vista della ‘non colpevolezza degli lgbt’, in quanto creature di Dio. Nell’articolo che segue – che riproduciamo testualmente – si rileva la logica delle sue parole. Che va oltre il concetto generale del: siamo tutti figli di Dio

Notiamo appena che in tal modo non ci sarebbero più i rei, i codici, le condanne etc. Ma il pensiero platonico (idealismo) corre ‘dritto per proprio conto’ a conclusioni che sono logiche ma errate, perchè errato è il punto di partenza.

(Germano Scargiali)

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I fatti (e le parole)

Riportiamo qui di seguito l’articolo tratto da Il Fatto Quotidiano.

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L’apertura in un documentario realizzato da Evgeny Afineevsky e mostrato per la prima volta mercoledì alla Festa del Cinema di Roma.

“Ciò che dobbiamo creare – ha affermato Bergoglio – è una legge sulle unioni civili. In questo modo, gli omosessuali godrebbero di una copertura legale”.

Alla presentazione era presente anche Juan Carlos Cruz, vittima cilena della pedofilia di padre Fernando Karadima, che ha voluto offrire la propria testimonianza sul rapporto di affetto che si è instaurato con Bergoglio.

Bergoglio ai genitori con figli Lgbt: “Il Papa li ama come sono perché sono figli di Dio” (Lgbt eqeuivale a Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender, ndr)

Le persone omosessuali hanno il diritto di essere in una famiglia. Sono figli di Dio e hanno diritto a una famiglia. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono battuto per questo”.

A parlare èPapa Francesco’ in un documentario del regista russo Evgeny Afineevsky presentato alla Festa del cinema di Roma. Una presa di posizione inedita e a dir poco rivoluzionaria. Perché se è vero che Bergoglio, pochi mesi dopo la sua elezione al pontificato, aveva aperto agli omosessuali, mai fino a ora si era espresso in favore di una legge sulle unioni civili. Nel film Francesco telefona a una coppia gay con tre figli piccoli a carico, rispondendo a una lettera in cui i genitori esprimono il loro forte imbarazzo nel portare i propri bambini in parrocchia. Il consiglio del Papa è di farlo lo stesso, al di là dei pregiudizi della gente. Alla presentazione del documentario era presente anche Juan Carlos Cruz, vittima cilena della pedofilia di padre Fernando Karadima, che ha voluto offrire la propria testimonianza sul rapporto di affetto che si è instaurato con Bergoglio.

“Quando ho incontrato Papa Francesco – ha affermato Cruz – mi ha detto quanto fosse dispiaciuto per quello che era successo: … Juan, è Dio che ti ha fatto gay e comunque ti ama. Dio ti ama e anche il Papa poi ti ama’ ”.

Un incontro, quello tra Cruz e Bergoglio, nato in occasione dello scandalo della pedofilia del clero cileno che portò il Pontefice ad azzerare l’intero episcopato di quel Paese, provvedimento unico nella storia della Chiesa. Ma anche in occasione del summit mondiale, voluto da Francesco in Vaticano nel febbraio 2019, sugli abusi sessuali su minori commessi dai sacerdoti e sulle coperture dell’episcopato. Evento dal quale sono poi scaturiti diversi provvedimenti concreti per attuare la linea della tolleranza zero fortemente voluta dal Papa. Nel suo primo viaggio internazionale, nel 2013, in Brasile per la Giornata mondiale delle gioventù, Francesco usò parole molto chiare sul mondo omosessuale.

“Si scrive tanto – affermò il Papa – della lobby gay. Io ancora non ho trovato chi mi dia la carta d’identità in Vaticano con ‘gay’. Dicono che ce ne sono. Credo che, quando uno si trova con una persona così, deve distinguere il fatto di essere una persona gay, dal fatto di fare una lobby, perché le lobby, tutte non sono buone. Quello è cattivo. Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla? Il catechismo della Chiesa cattolica spiega in modo tanto bello questo, e dice: ‘Non si devono emarginare queste persone per questo, devono essere integrate in società’. Il problema non è avere questa tendenza. No, dobbiamo essere fratelli, perché questo è uno, ma se c’è un altro, un altro. Il problema è fare lobby di questa tendenza: lobby di avari, lobby di politici, lobby dei massoni, tante lobby. Questo è il problema più grave per me”.

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Nota storica

Il vissuto di Cruz. Da bambino Juan Carlos Cruz subì abusi da un prete pedofilo, Fernando Karadima. Oggi è omosessuale e la sua storia – raccontata da The Guardia – arriva nel mezzo dello scandalo che scuote la Chiesa cilena, che vede al centro proprio Karadima, oggi 87enne. In un incontro privato di alcune settimane fa, riferisce Cruz, Papa Francesco gli avrebbe detto che è stato Dio a crearlo così e che lo ama così com’è.

Riflettiamo. Emerge – invece – la verità: parlava già con chiarezza Giovenale, scrittore romano. Gli omosessuali, corrompendo i giovani, li portano verso la pratica della omosessualità. Per questo Giovenale esecrava soprattutto gli omosessuali ‘coperti’: coloro che nacondevano la propria omosessualità, agendo subdolamente. La morale romana tollerava l’omosessualità ma solo il ruoloattivonon era infamante.  Così nelle poesie di Marziale la pratica era comunque oggetto di scherno, pur bonario ma ‘tagliente’.

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Recentemente, incontrando un gruppo di genitori con figli lgbt dell’associazione Tenda di Gionata, Francesco ha usato parole altrettanto eloquenti: “Il Papa ama i vostri figli così come sono, perché sono figli di Dio. La Chiesa non li esclude perché li ama profondamente”. Nella sua esortazione apostolica, Christus vivit, Bergoglio scrive che “i giovani riconoscono che il corpo e la sessualità sono essenziali per la loro vita e per la crescita della loro identità. Tuttavia, in un mondo che enfatizza esclusivamente la sessualità, è difficile mantenere una buona relazione col proprio corpo e vivere serenamente le relazioni affettive. Per questa e per altre ragioni, la morale sessuale è spesso causa di incomprensione e di allontanamento dalla Chiesa, in quanto è percepita come uno spazio di giudizio e di condanna. Nello stesso tempo, i giovani esprimono un esplicito desiderio di confronto sulle questioni relative alla differenza tra identità maschile e femminile, alla reciprocità tra uomini e donne, all’omosessualità”.

Come emerso, però, durante gli ultimi quattro Sinodi dei vescovi, le aperture del Papa sul mondo omosessuale e in particolare sul riconoscimento delle coppie gay hanno trovato sempre una forte opposizione da parte dell’episcopato mondiale. A sancire una svolta ci provò l’assemblea sinodale del 2014, chiamata da Francesco a discutere sulla famiglia. Nel documento intermedio dei lavori, infatti, fu affermato che “senza negare le problematiche morali connesse alle unioni omosessuali si prende atto che vi sono casi in cui il mutuo sostegno fino al sacrificio costituisce un appoggio prezioso per la vita dei partners”.

Con un’apertura inedita anche per i bambini che vivono con coppie gay, “…ribadendo che al primo posto vanno messi sempre le esigenze e i diritti dei piccoli”. Aperture che alla fine furono duramente bocciate. Non bisogna dimenticare, nemmeno, che sebbene le parole del Papa abbiano valore universale, arrivano nel momento in cui la Conferenza episcopale italiana si è opposta alla legge contro l’omofobia. Posizione che evidentemente non rispecchia il pensiero di Francesco.

(Da Il FattoQuotodiano a firma Francesco Antonio Grana | 21 Ottobre 2020 – Twitter: @FrancescoGrana)

(Abbiamo aggiunto qualche neretto e qualche ‘a capo’ in linea con la impaginazione)

 

Nota

Non ci sono dubbi che per un cristiano amare il prossimo, tutto il prossimo, è un dovere. L’alto ‘traguardo’, più preteso che consigliato, da Nostro Signore, esclusivo della religione cristiana è risaputamente nella nota massima: ama anche il tuo nemico. Un traguardo che la maggior parte dei viventi potranno raggiungere solo ‘alla fine della storia’, con la vittoria finale del Bene sul Male: queseto è ‘il traguardo stesso della storia’, secondo la religione di Abramo, di Mosé e di Gesù Cristo.

Ma il maleesiste’: è evidentemente presente nel mondo… La natura stessa ‘sbaglia’ in occasione delle catastrofi naturali e della malattia (manifestazioni del Male in natura), delle morti incolpevoli di individui di tutte le età, che vengono privati violentemente e senza colpa dal Bene della vita. E dire che la vita è il più grande dei doni di Dio all’umanità…

E’ evidente che il male esiste contro il volere di Dio. Qui è vero che Dio non fa mai il male. Il male – rappresentato dal Diavolo – che è il suo nemico.

Da qui a ritenere che ‘tutto ciò che avviene sia un bene’ e che tutto sia sostanzialmente ‘voluto da Dio’, ne corre. E’ un madornale errore, sia teoretico che etico, cioè sia sull’essere che per il dover essere. (G.S.)

Nota 2

L’utero in affitto, facoltà concessa anche da Bergoglio ai gay è una mostruosità che priva, oltretutto, il neonato di potere conoscere la propria vera ascendenza. Ciò è innaturale ed è fonte di puntuale disagio e danno morale e psichico. Si pensi che, per la legge ebraica , anche Gesù era un discendente degli avi di Giuseppe: sia Luca che Matteo lo pongono, infatti, nella discendenza di Davide… La procreazione da madre o genitori ignoti è vista come una disgrazia dagli ebrei che, per l’alta considerazione del corpo (trasmessa anche ai cristiani ma in loro più radicata), considerano l’utero in affitto al di fuori di ogni possibile morale.

Altro è aprire la porte delle chiese del battesimo e della fede a qualunque essere umano, comunque sia venuto al mondo. Ciò è certamentesacrosanto‘. Ma siamo fuori dal concedere il diritto di ‘creare’ figli escludendo loro la possibilità di conoscere la propria ascendenza di sangue e togliendo loro a priori – e con artifizio – la possibilità di esser cresciuti ed educati dai genitori naturali.

La possibilità di ricorrere ad uteri, ad ovuli o gameti in affitto è ritenuta lecita dalla ‘morale laica’ che concede via libera ad ogni edonismo personale, ad un paganesimo che considera come una conquista liberale il relativismo etico. Questa generica ‘chance’ trova posto fra i nuovi idoli, quali il salutismo, l’ecologismo ideologico. Essi divengono punti di riferimento morale nell’ambito di un laicismo, idolo esso stesso, trasformato in rifiuto categorico di Dio e di ogni riferiemento escatologico. (G.S.)

Nota 3

Non è chiaro che il Papa è tutt’oggi Benedetto XVI. Un papa non può essere destituito da vivo. Ciò che è accaduto è un inedito ed un ‘unicum’: Richiamando la distinzione fra ‘ cardinali e vescovi, Bergoglio ha un incarico ‘da Vescovo’ – cioè il potere eseceutivo – di svolgere le funzioni di Papa invece di Benedetto XVI, che è rimasto a vivere in Vaticano  senze perdere il ‘titolo’ di papa. Per questo viene definito ‘Papaemerito’. Proprio perché è sempre ‘Papa’ finché vivrà… La forzatura che è stata compiuta è evidente: un’idea molto ‘gesuitica’…

Vale appena la pena di ricordare come gesuiti e massoni plaudano a Platone e all’illuminismo. Si tratta di un’unica corrente di pensiero che risaputamente ed ovviamente cozza con la linea tradizionale e con i contenuti del Cristianesimo e del Cattolicesimo in particolare: la natura non è perfetta e non basta illuminare tutto alla luce ‘della nostra ragione’ per cambiare la storia ed affrettarne il corso. La storia vavissutaalla luce della ragione, della morale e della fede

La sconfitta del male – cioè dell’errore, dell’ignoranza, del peccato e forse il dominio dei fatti naturali – è il probabile traguardo finale della storia. Essa potrebbe essere coronata anche dalla certezza assoluta dell’esistenza di Dio. A quel punto l’umanità cui è stata concessa la conoscenza, la ragione e l’intelligenza avrebbe compiuto e probabilmente esaurito il proprio compito. Assegnatole da Dio. A tutto ciò concorre l’aiuto di Dio stesso che – con la sconfitta del male, suo nemico – vedrà giustificata la creazione e avrà ottenuto la voluta vittoria. Quel giorno della realtà non resterà che il paradiso. Un sogno? Chi sa? La stessa fede non è certezza, è un tendere, un continuo divenire nella realtà del cosmo, caratterizzata – questa – dalla molteplicità e dal movimento senza i quali non ci sarebbe progresso. Un mondo come quello platonico non potrebbe conoscere il progresso, perché perfetto sin dall’inizio o, addirittura, perfetto all’inizio (lo stato naturale caro a Russeau) e soltanto ‘peggiorabile’. (G.S.)

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