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Biden? Un dramma ma l’ottimismo – come la speranza – è l’ultimo a morire

La bella Amy Coney Barrett - una 'togata' presenza trumpiana nella United States Supreme Court. Un'altra eredità repubblicana nell'enventuale nuovo regime.

La bella Amy Coney Barrett – una ‘togata’ presenza trumpiana nella United States Supreme Court. Un’altra eredità repubblicana – assieme al potente Senato – nell’enventuale nuovo regime.

Una vera disgrazia per l’America e il mondo. Questo il più sintetico e corretto commento al prevalere di Jo Biden ed alla sua probabile imminente presidenza, fatti salvi i ricorsi per brogli.

Il termometro è la borsa: crollò anche alla vittoria di Obama e quella presidenza lasciò gli States con l’economia a pezzi e Detroit, la capitale industriale ad un passo dallo ‘smantellamento’, salvata dalla Fiat di Sergio Marchionne. D.Trump ha rilanciato l’economia americana. Ha ridotto concretamente il prelievo fiscale e Biden ha già affermato di riportarlo oltre il vecchio livello per finanziare lo sforzo ecologico…

La borsa teme fortemente la immediatavolatilità’ dei titoli e relativo mercato.

Forse il danno – secondo chi getta acqua sul fuoco – sarà meno forte e repentino, cioè traumatico di quanto temano i pessimisti.

Peggiore – però – è l’effetto paventato a lungo termine

Pare che “…in questa fase i mercati tendano a sottovalutare la portata dei cambiamenti di lungo termine che una vittoria di Biden comporterebbe. Se vincesse Trump si manterrebbe sostanzialmente lo status quo anche se il Congresso diventasse tutto democratico, perché il Presidente potrebbe smorzarne le istanze più radicali esercitando il potere di veto. Invece, la verosimile vittoria di Biden – a valle dei ricorsi di Trump e le ultime chance –  invece, soprattutto se accompagnata dalla conquista del Senato, avrebbe la forza di cambiare in profondità lo scenario americano e globale”: uno sgambetto, un placcaggio all’economia da finire prevedibilmente a gambe all’aria

“…Per avere un ordine di grandezza di quello che potrebbe fare Biden, …ricordiamo che nel 2018 Trump tagliò le tasse per un trilione di dollari ha affermato a caldo lo strategist di Kairos – e Biden le vuole aumentare di quattro trilioni. In compenso, il candidato democratico ha in programma di spendere una cifra ancora superiore, aumentando di otto trilioni le uscite del governo federale. Soldi che andrebbero alla sanità ed anche agli Stati – molti dei quali sono sull’orlo della bancarotta – e all’ambiente…”

Quali sarebbero le conseguenze di tutto questo per chi investe? Secondo Alessandro Fugnoli (strategist parte del team Kairos, una delle poche realtà completamente indipendenti nel settore del risparmio gestito italiano, ndr), con Biden i punti fondamentali sono quattro:

1 Il dollaro più debole, “per effetto del maggiore disavanzo fiscale americano e del maggiore disavanzo delle partite correnti, che è prevedibile”.

2 Un aumento dei ricavi delle imprese, “dovuto all’aumento della spesa pubblica”, accompagnato però “da una diminuzione dei loro profitti per effetto dell’aumento della pressione fiscale, della ri-regulation e della pressione sul costo del lavoro attraverso un aumento della sindacalizzazione, che verrebbe incentivata da leggi apposite”.

3 Un aumento della pressione fiscale sul mercato stesso, “con una nuova imposta sulle transazioni finanziarie e un aumento dell’imposta sui capital gain”.

4 Una rideterminazione dei rapporti tra i settori del mercato a vantaggio di “quelli che godrebbero di nuovi sussidi, come l’ambiente”.

Per inciso, secondo i tecnici economici – contrariamente a quanto si sente affermare – l’economia verde è …un lusso.

Tali cambiamenti sarebbero “molto impegnativi da metabolizzare per i mercati – conclude Fugnoli – Quello che, comunque, può indurre a rimanere positivi è che le politiche monetarie e fiscali resteranno espansive come sono oggi, anche in caso Trump dovesse recuperare, ma lo diventeranno ancora di più, se a prevalere sarà Biden. I tassi, quindi, rimarranno a zero almeno per i prossimi due anni, continuando a supportare l’azionario com’è avvenuto negli ultimi due mesi”.

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Sull’economia in generale…

Il problema più concreto, ora che la tempesta ha mostrato il suo volto di Dorian Grey e che non si può più tornare indietro nel tempo, è capire se (col Covid) si è trattato di un allineamento passeggero di stelle funeste, frequente in ottobre, stavolta culminato con il Comizio di Biden.

Oppure si tratta di unaTempesta perfetta’ per i motivi più vari, o se è  cambiato il paradigma di questi ultimi sei mesi, fatto di stimoli monetari e fiscali, di vaccini in arrivo e di tecnologia da lavoro e  di  intrattenimento, che – di fatto – fa salire – un po’a sorpresa – le borse verso nuovi massimi. Il motivo è che si prevede un’espansione del mercato. Ma vedremo di più e meglio qui di seguito…

La risposta andrebbe cercata – come sempre – a metà strada, ma l’aspetto incoraggiante è che le ragioni del pessimismo sono congiunturali e di breve termine, mentre quelle ‘pur generiche’ dell’ottimismo sarebbero strutturali e di medio e lungo termine… (adesso, prescindiamo dall’esame dell’effetto Biden).

Nel breve termine, oltre al limbo elettorale americano, mettiamo anche l’ondata sempre in atto di Covid in Europa. Questa ondata mette certamente in luce una superiorità del modello europeo e il suo approccio scientifico decantato nella narrazione tedesca di questi mesi. Ma resta vero che l’epidemia, anche mal controllata, procede a fasi intermittenti che hanno finora smentito le ipotesi extrapolative di allargamenti continui con progressione geometrica.

Ciò che segue è importante – e lo confermerebbe – rispetto a ciò che abbiamo ‘azzardato’ di recente sulle nostre pagine:

L’allargarsi dall’alto di certe maglie (perché ritenuto necessario per la ripresa), in contrasto con il rigore degli ultimi anni, se dovessimo abituarci a vivere  tra fasi intermittenti di pandemia per anni ancora (ma qualunque epidemia non è mai durata più di 3 anni), da una  parte impareremmo ad adattarci (colpisce  che le linee aeree americane, sia pure tra aumenti di capitale e licenziamenti, siano  già oggi non tanto lontane dal pareggio rispetto ai timori) e dall’altra l’economia (a volte detta, sommariamente, reale) continuerà a trarre vantaggio dal nuovo orientamento super espansivo fiscale e monetario, che rimarrà in essere anche se il virus si allontanerà dalle nostre vite o verrà sconfitto dal tempo o da farmaci e nuove esperienze mediche…

La nostra teoria (e speranza) è che l’allentarsi forzata dellosforzo prudenziale’ che una realtà come l’UE impone da anni, possa riprodurre le condizioni di ‘libertà del mercato’ concesse ‘alla base’ che consentì il miracolo economico. Con i ‘mezzi tecnici’ di oggi ‘il miracolo’ assumerebbe ritmi ancor (ben) più esponenziali di quello degli anni dai 960 ai 990!

In altri termini, per essere ancora più chiari: la situazione, per le necessità del rilancio, potrebbe sfuggire di mano a quelle forze che da molte decine rallentano la crescita. Anche mettendola sotto accusa in vario modo e persino ‘criminalizzandola’, ed è unmoderno’ paradosso, nella morale sociale e civile.

Speraredunque e comunque – nonostante le pesanti e visibilissime insidie del male, non è follia!

(Testo rccolto, ordinato e commentato da Germano Scargiali)

Nota

Che cosa può significar la ‘tenuta’ dei repubblicani specie se mantengono il Senato

Coetaneo di Biden, inossidabile uomo per tutte le stagioni, Mitch McConnell è in questo momento il vero vincitore delle elezioni americane. Dalla sua posizione di leader della maggioranza repubblicana uscente del Senato, è oggi l’ago della bilancia del potere americano.

Se il Senato resterà repubblicano sarà lui ad avere l’ultima parola sulla politica fiscale, sulla riforma sanitaria, sulle politiche ambientali e sulle nomine per le posizioni chiave del potere americano, dalla magistratura alla Federal Reserve.

Biden ha speso centinaia di milioni di dollari nella sua campagna. Trump ha speso se stesso convalescente in una impressionante tournée elettorale. Entrambi hanno però lavorato alla fine per lui, Mitch, che si è fatto comodamente rieleggere per la settima volta dagli irlandesi di origine scozzese che popolano il suo fedelissimo Kentucky con il 58 per cento dei voti.

La polarizzazione della società americana, la scomparsa del centro, la radicalizzazione dello scontro politico, i timori di colpo di stato e di guerra civile si traducono oggi, paradossalmente, nella resurrezione almeno temporanea della politica felpata e pragmatica di mediazione di un Talleyrand come McConnell, che è stato bushiano con Bush e trumpiano con Trump, ma sempre perfettamente a suo agio nel dialogare con Obama ieri e adesso con Biden o anche con l’abortista Harris domani.

‘Eravamo partiti’ con Sanders e la Warren, con visionari e temerari progetti di riforma radicale della società americana e di redistribuzione della ricchezza in un clima contrassegnato da scontri di piazza e poi devastato dalla pandemia e ci troveremo adesso in una sorta di gestione commissariale concordata tra una Casa Bianca debole e un Senato forte, in cui sono ancora presenti repubblicani centristi alla Romney più che disposti a dialogare con i democratici. La pandemia, dal canto suo, si depoliticizza d’incanto e viene derubricata a ordinaria amministrazione sanitaria.

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