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Per il bene della politica Trump apre gli uffici allo ‘apparente vincitore’

Trump versus Biden (immagine da Prima ONLINE)

In barba allamain streamche continua a dipingere, come fa dai tempi del confronto con la Clinton, Donald Trump come ‘uno sbruffone prepotente’, il Tycoon conferma di avere comunque a cuore la sorte dell’America, degli americani, del mondo…

Pur non riconoscendo il prevalere di Biden al voto e confermando i ricorsi, Trump ha accettato ufficialmente il procedere dellageneral services administration’. In pratica ha ‘ammesso e non concesso’ la ‘vittoria apparente’ per consentirgli l’inizio della transizione dei poteri, onde non paralizzare lo Stato.

Biden ha anche così potuto nominare i principali diretti collaboratori della presidenza. Al contempo su Twitter Donald Trump ha precisato che “…la rivendica della vittoria elettorale non si ferma esi concluderà con il riconoscimento finale”.

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Le trattative e il costruttivo dialogo in corso fra Arabia Saudita e Israele confermano – frattanto – la qualità della politica estera di Trump (che le ha vigorosamente promosse) e il giovamento che ciò determina per la pace nel mondo

I sauditi stanno prendendo in mano l’elsa della rinascita dell’Africa. Stanno spendendo fior di miliardi in tecnologia applicata e per promuovere il turismo. Il progresso in Arabia non può non ‘contagiare’ in positivo i paesi circonvicini che mancano risaputamente proprio di tecnologia. L’incoraggiamento al turismo ‘incoming’ promuove la conoscenza fra i popoli e reciproci rapporti cordiali.

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I fatti in dettaglio

Joe Biden è messo in condizione di costruire a grandi linee una ‘squadra di governo’. Non può che puntare, al momento, per propria scelta, su figure collaudate dell’establishment che risale al governo Obama.

E’ appena giunto – infatti – dalla Casa Bianca il segnale sperato: Donald Trump – con ragionevolezza – ha autorizzato le agenzie dell’Amministrazione ad avviare la transizione dei poteri.

L’annuncio ufficiale è stato dato da Emily Murphy, responsabile della General Services Administration, la struttura che gestisce il passaggio da un governo all’altro. Murphy ha definito Bidenl’apparente vincitore” delle elezioni del 3 novembre, dopo che ieri anche il Michigan ha certificato il risultato delle urne.

Esattamente Trump ha twittato: “Continueremo a sostenere la nostra posizione con forza e continueremo la nostra giusta battaglia e alla fine vinceremo. Tuttavia, nell’interesse del Paese ho raccomandato a Emily Murphy di fare quanto è previsto dai protocolli e il mio team farà la stessa cosa”.

A questo punto Biden è in grado di accelerare i piani di insediamento e un suo team sta prendendo forma.

Segretario di Stato sarà Anthony Blinken, 58 anni, da venti stretto collaboratore di ‘Joe’, vice consigliere per la sicurezza nazionale nella seconda amministrazione Obama. L’importante ministero del Tesoro va a Janet Yellen, 74 anni, presidente della Federal Reserve dal 2014 al 2018. Biden conferma anche le indiscrezioni, rilanciando John Kerry, 76 anni, ex capo della diplomazia che ricordiamo candidato alle presidenziali del 2004: sarà come coordinatore della task force sul …climate change (oddio!). Segretario per la Sicurezza interna sarà Alejandro Mayorkas, 61 anni, primo esponente della comunità dei ‘latinos’ in questo incarico. Avril Haines, 51 anni, sarà invece la prima donna a guidare la Direzione della NI, National Intelligence, l’agenzia ombrello che coordina l’attività dei 17 servizi di intelligence, Cia e Fbi inclusi. Altre due indicazioni importanti: Linda Thomas-Greenfield, afroamericana, è stata scelta come ambasciatrice all’Onu, ma con il rango di ministro e quindi potrà partecipare alle riunioni del governo.

Infine Biden ha quasi completato il pacchetto di advisor alla Casa Bianca. Al capo dello staff Ron Klain si aggiunge ora Jake Sullivan, 43 anni, come consigliere per la Sicurezza nazionale. Queste nomine somigliano molto a una restaurazione, dopo gli anni di Donald Trump, che qualche giornale definisce ‘tumultuosi’ (?). Biden ha puntato su persone con esperienza maturate negli anni in cui lui stesso era alla Casa Bianca come vice presidente.

Sul piano interno, Mayorkas, figlio di immigrati cubani fuggiti dal castrismo, dovrà innanzitutto riportare alla normalità la gestione della Sicurezza interna, eliminando – pare – le ‘misure più dure’ al confine con il Messico…

Avril Haines è stata vice direttrice della Cia e poi vice consigliera della Sicurezza nazionale di Obama. Adesso avrà il compito delicato di ristabilire la fiducia tra le agenzie di intelligence e la Casa Bianca.

Tutte queste nomine, tranne quelle di Kerry e di Sullivan, per diventare operative dovranno essere ratificate dal Senato.

Frattanto è proseguito ilgiro del mondo’ diplomatico di Mike Pompeo, che finisce di tessere la preziosa tela costruita da Donald Trump. Ciò perché non vadano perdute le trattative in corso che – ribadiamo – sono da ritenere più che giovevoli, sia per gli Usa, sia per il quadro internazionale e gli ‘scacchieri’ più caldi del pianeta.

Ritenere che Biden, ‘proclamato’ quale ufficiale continuatore della fallimentare e bellicosa politica (?) di Obama ai tempi non remoti del relativo mandato, possa fare come o meglio di Trump è, purtroppo, un mero vaneggiamento.

Germano Scargiali

(Dati e nomi da varie fonti)

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