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Il Texas ricorre contro 4 stati: salta la nomina di Biden del 14 dicembre

God save Donald Trump: pacificzione 2 Koree, sconfitta dell'Isis (a fianco di Putin), dialogo aperto 'dal nulla' fra i Sauditi e Israele. Eccolo - gran negoziatore - con il principe Bin Salman.

Il marcio c’è. Questa volta nessuno può ‘girare a scherzo’ i ricorsi di Donald Trump sulla regolarità del voto americano. E’ evidente che qualcsa di irregolre ci sia stato. E – secondo logica – bne basta uno, grave, per invalidare il tutto, per far supporre che, come dicono i tepubblicani (tenmerariamente tacciati di non essere solidali col Presidente) i brogli siano stati ‘metodici’.

Il procuratore generale del Texas, Ken Paxton, ha annunciato di aver intentato causa contro quattro Stati – Georgia, Michigan, Pennsylvania e Wisconsin – presso la Corte Suprema degli Stati Uniti in relazione ai presunti brogli commessi durante le elezioni.

Secondo ilTexas Tribune‘ (scrive in Italia per proma l’Adnkronos), Paxton – ovviamnte dalla parte del presidente Trump – ha sostenuto nel suo esposto chele modifiche alle procedure elettorali in questi Stati, legate al Covid, hanno violato la legge federale” e per questo ha chiesto alla Corte Suprema di bloccare i voti del collegio elettorale in questi quattro Stati, rinviando così la nomina ufficiale alla presidenza di Biden prevista il 14 dicembre.

Di piùBill Barr dalla Suprema corte ha concesso ai pubblici ministeri federali l’autorizzazione: “Se ci sono accuse chiare e apparentemente credibili di irregolarità …si proceda“.

Dimissioni immediate per il resposnabile delle indagini sui brogli elettorali, Richard Pliger!

I sostenitori di Joe Bidem, gli ‘occhiuti’ potentati dell’alta finanza e i tanti stucchevoli individui che credono nella sincertità del potere Dem in Usa – che hanno anche

I precedenti di Biden: è anche famoso per le sue gaffe... Primadel voto ha detto letteralmente: abbiamo preparato il più grande 'imbroglio' elettorale che si sia mai visto. Ammettendo così a priori ciò di cui Trump lo accusa.

I precedenti di Biden: è anche famoso per le sue gaffe… Prima del voto ha detto letteralmente: abbiamo preparato il più grande ‘imbroglio’ elettorale che si sia mai visto. Ammettendo così a priori ciò di cui Trump lo accusa. Mandare un ‘signor nessuno’, o quasi, al posto di comando è frequente nel comportamento di stampo massonico.

coperto di fango il Tycoon e relativa famiglia – ormai ‘tremano‘.  Hanno smesso di ‘fare i conti senza l’oste‘ con il futuro degli Stati Uniti. La crisi adesso è gravissima. La spaccatura degli States è evidente, quanto il fatto che le elezioni da poco concluse nascondano, come sostiene Donald Trump …un maledetto imbroglio.

Germano Scargiali

 

Nota

La rielezione di Donald Trump è fondamentale per il Mediterraneo. Trump è il solo in America a capire come debba gestire ciò che sta per avvenire nel mare che i romani chiamavano Nostrum, ma con riferimento a tutti i popoli rivieraschi: un Neo Rinascimanto a danno della secolare ‘rendita di posizione’ di cui ha goduto – da mezzo millennio – l’economia oceanica. Agli States non è più cosentita la politica imperialista, mantenuta fino a pochi anni fa, con ‘l’amerikano’ sicuro di sé… Dovrnno fare i conti con la Russia di Putin (che Trrump si è fatta subito amica e lo sostiene anche in questo momento delle contestazioni elettorali)  ma anche con la stessa Europa. …L‘America non può che trattare per una resa che è già nella storia. ‘Devefarlo‘, anche per ‘tamponare‘ il tentativo di strapotere della superpotenza cinese. Da questo puynto di vista – del resto – la sola scelta è un’alleanza di tutto il mondo. Simile a quella che si coagulò contro il Nazifascismo. Solo Trump, negoziatore per ocazione ed esperienza di vita, è in gradodi gicare una carta del genere: trattare una ‘quasi resa’ alle migliuori condizioni e contrattaccare politicamente contro la Cina. Ma c’è il Mediterraneo che, in contemporanea, ‘non può non crescere‘ , brillando -intendiamoci – di luce popria. E l’America ‘deve’ riconoscerne la nuova identità, favorita dalla crescita – ormai inevitabile – dell’Africa e, a più breve termine, dal fiorire dei nuovi contatti commerciali e, quindi, anche politici con il Far East. (G.S.)

Nota 2

Si evince da quanto abbiamo illustrato e da una obiettiva osservazioe dei fatti che Donald Trump non è quell’individuo ‘impulsivo’ che  sulla spinta degli ciechi ed ottusiinteressi dell’alta finanza americana, vuol trasmettre attraverso i media ‘teleguidati’. Trump cerca di impoprre la propria ragionevoleza, pur mantenendo la storica ‘politica di forza’ che lo colloca in una migliore  posizione ‘contrattuale’. D. Trump è contro l’UE – sostenuta dai poteri fortissimi – ma favorevole ad una Europa più prospera, come interlocutore di maggior rilievo nel programnmn cui accennavamo sopra. Un’Europa ‘intelligente’ non tarderebbe a disporre nuovamente della prossimità dell’Africa, una riserva senza pari diu risorse ed anche un potenziale ‘mercato’ in sicura espansione prossima futura.

Feteci caso: i poteri forti e chi li sostiene pubblicizzano, invece, …un’Africa a pezzi (siccità, povertà obiettiva, addirittura carenadi risorse…). La tecnologia entrerà inevitabilmente (ormai comunque, in un modo o nell’altrto) nello sterninato ‘Continente nero’, trasformandolo integralmente. Ribadiamo: il Mediterraneo e l’Europa non potranno che giovarsene,. Anchese fino ad oggi fanno poco o nula per accelrare quel prezioso sviluppo.

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