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Contro i ‘fake voters’ Donald Trump ‘continua battaglia’

Un'immagine in fotomontaggio della consistnza della famiglia Rotschild. Meno noto è che ne faccia parte, fra i 'cugini' anhe Bill Gates. il 'mAgnate' del 'software' non è un inventore come si è a lungo creduto, ma un imprednitriore che ha ottenuto la proprietà dei noti brevetti ed ha saputo orgnizzare un business che ha pochi precedenti. Detiene anche una posizione di rilievo nell'ambito dei Racket della farmaceutica (vaccino Pfizer). I Rothschild appoggiano da decenni i democratici in America e le sinistre in tutto il mondo. Sono in strette trattative con la Cina per imporre anche lì le proprie banch e trattare il dominio economico del pianeta in chiave di 'mondializzazione'. Sostengono l'imperialismo tradizionale Usa in Mediterraneo, Medioriente e Africa.

Troppo potenti le forze coese contro Donald Trump! E’ evidente l’intenzione di confermare ad ogni costo il primo risultato del voto elletorale che favorisce Joe Biden… La Corte  Suprema americana ha respinto il ricorso dello Stato del Texas avverso ai supposti brogli elettorali in altri stati.  H ignorato così un documento ch non proveniva dallo stesso Trump, ma da uno degli stati dell’Unione.

Ma contro i ‘fake voters’, Donald Trump non si arrende…

E’ un enorme e vergognoso fallimento della giustizia”: così Donald Trump su Twitter ha sfogato il proprio sdegno contro la decisione della Corte Suprema di respingere il ricorso promosso dal Texas con cui si puntava al ribaltamento dell’esito delle elezioni presidenziali.

Il popolo degli Stati Uniti – incalza Trump accusando l’Alta Corte – è stato truffato e il nostro Paese disonorato.  All’Alta corte è mancato …coraggio e saggezza”.

In dettaglio, nell’istanza presentata martedì scorso dallo stato del Texas, con l’appoggio di Trump e di oltre 100 parlamentari repubblicani, si denunciavano Georgia, Michigan, Pennsylvania e Wisconsin per l’estensione dei termini del voto per posta. I quattro Stati hanno chiesto alla Corte Suprema di respingere il ricorso e la loro richiesta è stata accolta.

Trump, con il consueto tweet, commenta un post dell’anchorman di Fox News Sean Hannity in cui si sostiene che dei giudici conservatori della Corte, Samuel Alito e Clarence Thomas, avrebbero permesso al Texas di portare avanti la causa sulle elezioni. A ‘tradire’ il presidente uscente, dunque, sarebbero stati proprio i tre giudici da lui stesso nominati: Neil Gorsuch, Brett Kavanaugh ed Amy Barrett. A vuoto la ‘speranza’ che la maggioranza della Corte sarbbe stata – come era in effetti previsto – dalla parte del Presidente.

Frattanto i sostenitori di Donald Trump non si danno pace:  a Washington hanno dato vita a una manifestazione non esente da alcunialcuni tafferugli. Gli ‘irriducibili’fans del presidente erano stati anche ‘incitati’ da Trump stesso, sempre su Twitter…

“Abbiamo appena iniziato a combattere!” Così affermano i manifestanti pro Trump…

Sembra adesso ‘inevitabile che lunedì 14, secondo  programma, lo Us Electoral College andrà al voto e sarà, quindi, ufficializzata l’elezione di Joe Biden

Donald Trump, però non si arrende. Sembra realmente preoccupato di lasciare in asso, in mano a Biden, le varie trattative, alcune delle quali decisamente ‘di pace‘, da lui allacciate nel mondo, l ‘ultima in questi giorni promossa conl’aiuto del fidio Myke Pompeo fra Marocco e Israele. Ciò che ha già suscitato aperte reazioni di ‘stizza‘ da parte dei fondamentalisti islamici

Al Tycoon scappa un wow: “Wow! Migliaia di persone – scrive – si stanno riversando per le strade di Washington per stoppare il furto delle elezioni. Non ne sapevo nulla, ma li ho visti!

La cosiddetta “marcia per Trump” è partita da Capitol Hill, sede del Congresso. Nel corso dei tafferugli  verificatisi, la polizia ha proceduto agli arresti di almeno cinque persone

La tenacia di Trump non conosce – però – tentennamenti… Con una serie di un tweet continua a sostenere di avere “vinto le elezioni a valanga in termini divoti legalalmente ottenuti” e non di “falsi elettori e brogli che miracolosamente sono arrivati da ogni parte“.

Fra i più qualificati sostenitori di Trump, l’ex apprezzatissimo sindaco della Grande Mela Rudy Giuliani – che è anche suo avvocato personale, – ha assicurato che la battaglia legale per sovvertire il risultato elettorale non è ancora finita. La decisione della Corte Suprema di bocciare  all’unanimità il ricorso presentato dal Texas per l’annullamento del voto in quattro Stati dove aveva vinto Joe Biden non sarà l’ultimo atto…

“Il caso non è stato rigettato nel merito – ha spiegato Giuliani al canale tv Newsmax – e non abbiamo finito, credetemi. La risposta adesso sarà portare il caso alla corte distrettuale, su richiesta del presidente o di alcuni elettori in difesa del loro diritto costituzionale ad avere elezioni regolari”.

Nonsono mancate le ‘risposte’ dall’altra parte, fino agli insulti…

“La Corte Suprema degli Stati Uniti – scrive sui social la Presidente della Camera dei Rappresentanti Usa, Nancy Pelosi – ha giustamente respinto la finta causa dei Repubblicani per ribaltare la volontà di milioni di elettori americani”. Per la Pelosi “i 126 deputati repubblicani che hanno firmato questa causa illegale e antidemocratica “…hanno portato disonore alla Camera”.

Twitter , come è noto, è corsa ‘d’autorità’ a quelli che considera ‘ripari’: si limita a segnalare il contenuto, ma blocca quasi tutte le interazioni possibili col tweet del presidente Usa.

“Proviamo – spiegano i responsabili delsocial‘ – a limitare la diffusione di tweet che violano le Regole di Twitter (come questo), perciò abbiamo disabilitato quasi tutte le funzioni di interazione. Se vuoi parlarne, puoi sempre ritwittare e aggiungere un commento”. La sola possibilità di interazione consentita resta quindi quella del retweet.

Deve essere considerato ‘indicativo’ della ‘potenza’ degli avversari di Donald Trump, il ‘coro’ dei media che lo aggrediscono. In Italia – il culmine su La 7 – è stata condotta dai media una sorte di ‘campagna elettorale’ pro Biden’. Quasi si dovesse votare anche nella Penisola per le elezioni americane…

Viene da pensare alle parole di Giovanni Falcone alla viglia della strge di Capaci: “…combattiamo di fronte ad un nemico molto forte e moltro astuto’.

In molti avevano sperato, al momento dell’elezione di Donald Trump nel 2016 – netta ma non certo senza contrasti, polemiche, risentimenti – che la storia avrebb preso una svolta e inon solo in Usa, il potere dell’alta finanza avrebbe perso posizioni decisive a favore della realtà economica, del mondo della prouzione, della stessa pace nel mondo. Ciò si è verioficato solo in partye, perchè la reazione dei ‘massimi potyeri’, le élite americane, è stata, appunto, molto forte ed astuta

Si assiste ad un’articolata azione, che si svolge  diretatmnte ‘sul campo’ e attraverso una riconoscibile azione mediatica, a favore dei principi che risulta ‘ stiano a cuore’ ai massimi poteri: l’affermazione attormno alle risorse del pianeta, supposte come orme limitate, le variazioni clòimatiche, la necessità di un accordo fra tutte le religioni attorno alla oncezione di Un ‘Dio unico‘ per …tutti. Si tratta del corollario dell’istaurazione dell’ormai ‘ben noto programma di un Nuovo Ordine Mondiale‘.

Sono questi gli estremi di una vera e propria guerra latente che può essere combattuta ‘dall’altra parte’ solo dai ‘governi’ che rivndichino, a nome dei popoli ch rapprsentano, la supremazia el potre pubblico su ogni altro (finanza, grandi monopolisti) presente nel Pianeta.

Con l’elezione di Biden è prevedibile un ritorno al tentativo di politiche neo imperialiste in scacchieri come quello mediorientale e l’Africa. Tutto ciò, a dispetto delle sconfitte subite dalla volontà polituica degli Usa in confronti com quello siriano. Laddov Donald Trump corse ai ripari affiancando Vladimnir Putin nella su opera contyro l’Isis. A questa gli americani si erano appoggiati scoprendo carte che non si suypponevanbo avessere ‘nella mnica’. In Siria la gestion di Obama – similare  uella che si riavrebbe con Biden – perse sul piano militare e su quello dell’onorabilità internazionale.

Tutto questo non può essere ignoto allo ‘elettorato intellgennte’ degli States. Trump avrebbe senza dubbio stravinto se non gli avessero riversato ipoytetiche colpe sulla gestione del Covid-19 e non fossero state tenute nascoste fino al dopo votoi’ le indagini sulle gravi infrazioni per i traffici con la Cina intercorsi da parte del figlio di Biden, Hunter.

Hunter Biden, prenditore e avvocato statunitense, ha dichiarato: “Ho appreso oggi, per la prima volta, che la procura federale del Delaware ha notificato ai miei legali, ieri, di avere in corso un’inchiesta sulla mia posizione fiscale. Prendo la questione molto seriamente, ma ho fiducia che sarà dimostrato che ho gestito i miei affari in modo corretto e legale”.

A proposito dell’inchiesta, la Cnn ha ipotizzato che le accuse di corruzione o le eventuali irregolarità di natura fiscale possano essere collegate a presunte violazioni delle norme sul riciclaggio. Si sta, infatti, procedendo all’analisi di transazioni e accordi con altri paesi, tra i quali figura anche la Cina. Secondo l’FBI, alcuni movimenti finanziari sarebbero stati indirizzati a soggetti coinvolti nel controspionaggio, condizione piuttosto usuale quando si intrattengono rapporti d’affari con nazioni come la Cina.

Papà Joe non ha mancato di supportarlo… La gravità delle accuse rivolte a Hunter Biden non è ancora stata resa nota ma è certo che le indagini verranno svolte dalle forze dell’ordine del Delaware, Stato in cui risiede la famiglia Biden.

La delicata situazione che ha travolto il figlio di quello che è al momento il neopresidente eletto potrebbe scuotere ulteriormente la già complessa transizione tra l’Amministrazione uscente e quella che si insedierà presso la Casa Bianca a partire dal prossimo lunedì 14 dicembre. La situazione, quindi, non può che essere definita comunque, ‘fluida‘.

La gestione Biden non parte e nonprocederà ‘pulita’. Ciò che ne esce ‘a pezzi‘ è proprio il prestigio degli Stati Uniti e del suo governo. Quella che resta finora la maggiore potenza al mondo annuncia di dover procedere con un volto pressoché impresentabile. Ciò, sia verso l’estero, sia verso l’interno. Una situazione che solo un sempre più difficile ritorno di Trump e dell sue capacità manageriali – indubbiamente notevoli – potrebbe anora risollevare. Si noti che Trump, anche in caso perda la presidenza resterà sempre il Tycoon. Biden, anche da presidente, sarà sempre ‘un uomo in grigio‘.

L’ultima nmotizia è che il Texas minaccia la ‘secessione’ dagli States e relativa libertà da Washington. Trump parla, din da prima ella elezione del 2016 del ‘fango di Washingtion‘…

(Notizie da varie fonti, raccolte, coordinate e commentate da Germano Scargiali)

 

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