Hot Topics

I 18 pescatori salvati in extremis: Natale a casa – Berlusconi e Putin gli artefici

I pescatori 'scampati' al rapimento dei libici. (Ph tivio.it)

I diciotto pescatori mazaresi festeggiano il Natale a casa. Dopo 108 giorni di prigionia ‘l’Italia’ è riuscita a riaverli indietro per gustare felici con la famiglia uno dei più buoni panettoni della loro vita. Non si tratta di una pesca miracolosa, questa volta si brinda allo scampato pericolo ed alla fine di una luna sofferenza da parte dei pescatori e di snervante attesa, costellata di proteste fino a Roma Capitale da parte delle famiglie…

Si è saputo presto che è stato Berlusconi a chidere a Putin di intervenire. Il premier russo l’ha fatto a malincuore perché ciò sotrtinea la sua vicinanza ad Haftar, messo all’indice dall’Onu che sostiene notoriamente Al Serraji. Ma Putin si è mosso, da gran personaggio, come gli si confà…

Chi pensasse, però, che la liberazione sia stata frutto di trattative si sbaglia: i libici sequestrano per abitudine i pescherecci italiani per chiedere un riscatto: senza soldi, di quelli buoni, probabilmente dollari – pardon – in Libia non si canta messa. In porto hanno uno ‘sportello’ destinato a queste specifiche ‘riscossioni’. Una sorta di ‘cassa cambiali’ insomma. E se credete che abnbia pagato Putin oppure Berlusconisieta fuori strada: i soldi vengono dalle casse italiane…

A Mazara del Vallo, però, è festa grande: l’arrivo dei pescatori liberati dopo quei 108 giorni di prigionia in Libia non poteva che decretare un ‘super Natale’...

I pescatori sono arrivati poco dopo le 10 di ieri (sabato 19 dic), nonostante la forte pioggia che dall’alba di oggi cade sulla zona, a bordo dei due pescherecciAntartide‘ e ‘Medinea‘. Sul molo del porto erano ad attenderli, ovviamente, i familiari con gli occhi tesi all’imboccatura dello scafo sotto i gazebo montati dalla Capitaneria di porto. Via Radio, i tempi del ritorno sono stati ‘scanditi’ con esattezza.

Alla fine sono stati annunciati dalla sirena di una motovedetta e sono entrati nel boccaporto del Porto Nuovo di Mazara del Vallo: , erano le unità da pesca Medinea e Antartide, due piccole navi in ferro. A bordo i 18 pescatori sequestrati in Libia e rilasciati il giorno prima erano a bordo! Partiti da Bengasi intorno all’una di notte di venerdì, le due grosse imbarcazioni hanno navigato per meno di 60 ore.

Ad attenderli sulla banchina anche le immancabili autorità. Dopo la visita, effettuata a bordo da un medico. I marinai sono stati sottoposti a un doppio tampone nei gazebo allestiti al porto.

I tamponi sono risultati tutti negativi. I marittimi hanno eseguito il test anticovid nel gazebo allestito dalla Usca dell’Asp di Trapani. Contestualmente ai tamponi rapidi sono stati eseguiti anche quelli molecolari il cui risultato è stato anch’esso negativo.

Ancora emozioni al momento del ritorno a casa. …I pescatori hanno lasciato il porto su auto private, accompagnati dai parenti: i marittimi tornano sotto il tetto ‘natìo’ nelle loro abitazioni – trascorse l 48 ore della traversata – dopo ben 110 giorni di attesa.

Il governo di Roma ha, dunque, ‘salvato la faccia’ in tempo per l’arrivo del Bambinello Gesù… Comunque, un provvidenziale lenimento in fotofinish… A ruota, il presidente della regione Nello Musumeci non ha risparmiato, però, a Roma le proprie invettive. Ha ripetuto un ‘grido di dolore’ che risuona da alcuni decenni e che, vista la prepotenza dei libici, che risale a Gheddafi e che Haftar non ha riaggiustato indietreggiando neppure di un passo, rappresenta un caso quasi unico nel diritto internazionale e in quello del mare…

Non c’è più tempo da perdere: la dolorosa vicenda, finalmente a lieto fine, del sequestro dei pescatori siciliani da parte delle autorità libicheha dichiarato il Governatore della Siciliaimpone, in termini ormai non più procrastinabili, una decisa azione politica e diplomatica del governo italiano in sede internazionale. Da oltre mezzo secolo i nostri pescherecci vanno a lavorare nel mare Mediterraneo mettendo a rischio la propria sicurezza e, per ben tre volte, pagando con la vita le aggressioni delle motovedette tunisine e libiche. Il ‘da farsi’ resta comunque ottemperare alla annosa necessità di definire, una volta per tutte, sia la delimitazione del cosiddetto Mammellone, nel mare antistante la Tunisia, sia la Zona economica esclusiva che la Libia ha spostato arbitrariamente oltre 65 miglia in avanti…”

Germano Scargiali

Be the first to comment on "I 18 pescatori salvati in extremis: Natale a casa – Berlusconi e Putin gli artefici"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*