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Suicida De Donno sperimenattore del plasma iperimmune al posto dei vaccini

De Donno e Burioni, il suo massimo detrattore pubblico. Burioni come medico e virologo non è nessuno ma ha lavoratop da 'sgretario dell'opinione dominantye': vaccino per tuitti o niente. Un'operazione da miliardi di euro e dai mille interessi

Suicida a 54 anni Giuseppe De Donno, il medico mantovano che si è battuto per la cura del Covid-19 con il plasma iperimmune (convalescent plasma). Non ha resistito alla gogna di chi in Italia lo ha messo all’angolo: aveva sperimentato una cura dal costo irrisorio con risultati certi e nessuna controindicazione.

Una pioggia di messaggi di cordoglio e incredulità che, in serata, hanno fatto il giro dei social network. Proprio su Facebook, peraltro, il medico mantovano gestiva una pagina virtuale seguita da un nutrito gruppo virtuale e intitolata “Io sto con il dottor De Donno”. 

Nato a Mantova, la sua famiglia d’origine era di Maglie,. Frattanto un’amministrazione comunale gli aveva conferito la cittadinanza onoraria  alla presenza del direttore della Asl di Lecce, Rodolfo Rollo. Ciò è accaduto nei mesi scorsi, quelli di dura lotta al Coronavirus.

Pneumologo presso l’ospedale “Carlo Poma”, aveva da poco lasciato il suo posto da primario per tornare a fare il medico di base. Dopo mesi di pandemia, nei quali ha fatto sì che la sua cura fosse sperimentata in diversi presidi sanitari, somministrando al paziente degli anticorpi presenti nel plasma dei pazienti guariti, si era infati improvvisamente ritirato a una vita più tranquilla. 

Si è tolto la vita nel pomeriggio di ieri nell’appartamento di Curtatone, la cittadina del Mantovano in cui viveva. La comunità medica è sotto shock: in tanti, a caldo, attribuiscono quegli eventuali malesseri covati di recente proprio alla complessa promozione di una cura che l’ex primario ha cercato di portare avanti e che non è stata esente da feroci critiche di una parte della comunità scientifica. Una polemica che ha finito per sfiancarlo nel corso del tempo…

Giuseppe De Donno è il medico salito agli onori della cronaca già prima del lokdown per aver scoperto e proposto una cura a base di ‘plasma iperimmune’ per guarire i pazienti Covid. E’ stato trovato morto nella sua abitazione. Era l’ex primario del reparto di Pneumologia dell’ospedale Carlo Poma di Mantova. Propose la cura sperimentale a base di plasma iperimmune durante la prima ondata di Covid, frutto di un lavoro corale di sperimentazione condotto con il Policlinico di Pavia.

Secondo la Gazzetta di Modena, non sono ancora chiare le dinamiche della vicenda. Gli uomini del colonnello Antonello Minutoli, comandante provinciale dei carabinieri di Mantova, coordinati dalla Procura di Mantova stanno indagando per escludere eventuali responsabilità di terzi. A giugno di quest’anno, De Donno aveva scelto di lasciare non solo il suo posto da primario al Carlo Poma di Mantova ma di lasciare la professione ospedaliera per diventare medico di base.

La sua cura al plasma per il Covid non è mai stata ufficialmente riconosciuta, nonostante i risultati della sua sperimentazione sembrava fossero positivi. In più di un’occasione Giuseppe De Donno rivendicò quel lavoro, perché il plasma iperimmune sembrava avesse un ottimo riscontro nel curare la malattia grave, riducendo la pressione sugli ospedali nel periodo della prima ondata del 2020, quando il vaccino era ancora lontano dall’essere preparato.

Non ci volevo credere. Perdiamo una bella personan – ha dichiarato il leader della Lega Matteo Salvini dopo aver scoperto la notizia – un grande medico, che durante il Covid ha lottato come un leone per salvare centinaia di vite, spesso contro tutto e tutti. Buon viaggio Giuseppe, lasci un vuoto grande”.

Anche Giorgia Meloni ha commentato la morte di De Donno su Facebook: “Siamo profondamente colpiti e addolorati dalla tragica notizia della scomparsa del dottor Giuseppe De Donno, medico ed ex primario di pneumologia dell’ospedale Carlo Poma di Mantova, in prima linea nella lotta al Covid e promotore della terapia con il plasma iperimmune. Alla sua famiglia, ai suoi cari e ai tanti colleghi che lo hanno conosciuto e apprezzato va il cordoglio e la vicinanza di Fratelli d’Italia“.

Sui social lo ha ricordato anche Red Ronnie: “Ricordo – ha affermato il giornalista, anchorman e critico musicale – l’intervista che gli ho fatto quando è diventato un eroe salvando 58 malati terminali di Covid su 58 utilizzando il plasma dei donatori. Lo hanno attaccato e fatto fuggire dai radar. Il dottor Giuseppe De Donno, dopo aver salvato tante vite, è stato emarginato ed era tornato a fare il medico di base, oggi ha preso una corda e ha deciso di abbandonare questo pianeta, lui che ha salvato tante vite“.

Su Palermoparla avevamo appoggiato incondizionatamente De Donno e la sua cura geniale, che – se non sbagliamo – fu sperientata per un po’da altri medici e salvò anche una partoriente e la bambina con il Covid: era stato giudicato impossibile. Tutti messi a tacere, letteralmente imbavagliati. Tutto è stato detto contro De Donno: non potendo dire che la cura era sbagliata, si è affrmato persino che si trattasse dell’ …uovo di Colombo. Troppo semplice, dunque, niente di geniale nessun coraggio nello sperimantrl: occorreva distruggere de Donno, il ribelle, e la sua cura alternativa al vaccino. Ecco com è finikta: s’è messo una corda al collo!

Lo ripetiamo: l’ordine della ‘mondializazione‘ è di ‘vaccinare tutto il pianeta’. Questo sì che è ecumenismo: ovunque vi si una casa (ecumé in greco).

(Gesse)

Nota

Sempre più sporca la storia dei vaccini. L’Italia non finanzia le case farmaceutiche italiane che hanno sperimentato, sperimntano e producono in materia. Oltre ad accantonare l’uso del siero iperimmune, viene tenuto sotto silenzio quello degli anticorpi monoclonali che rappresentano il futuro della cura di svariate malattie tra cui varie forme di tumore. Siamo in mano a dei criminali nemici del suolo nazionale e di chi lo abita a favore di interesi privati?

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