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Il nemico dell’Occidente? L’Occidente stesso

Contrariamente ai tanti che credono che la decadenza dell’Occidente sia un fenomeno ormai irreversibile, noi non la pensiamo così e nutriamo ancora delle speranze. Almeno in via teorica, l’Occidente potrebbe salvarsi, ma la via da percorrere sarebbe piuttosto aspra e tutta in salita.

E’ pur vero che c’è anche chi si chiede, in modo del tutto legittimo, che cosa sia in realtà l’Occidente e se sia giusto salvarlo.

Per dare una definizione approssimativa, si potrebbe dire che l’Occidente, oggi, è formato dall’insieme di tutti quei paesi del mondo che si riconoscono in un certo sistema economico e culturale, in linea di massima fondato sulla liberal-democrazia.

E, da questo punto di vista, ne farebbero parte non più, come alcuni decenni fa, solo i paesi a ovest del mondo (da cui l’origine del termine usato), ma anche alcuni a sud e a est: Brasile, Argentina, Giappone, India, Australia…

E la Russia? lasciamola al momento in sospeso, senza collocarla né con l’Occidente né con la Cina.

All’altra domanda, se sia giusto, nel senso di etico, salvare l’Occidente, risponderemo a tempo debito, ma intanto vorremmo far notare che quanti vorrebbero l’Occidente punito per le sue colpe forse non considerano che tale punizione ricadrebbe, inevitabilmente, sia su colpevoli sia su innocenti.

E, invece, in alternativa all’esemplare punizione dei “cattivi” dell’Occidente da tanti decantata, si potrebbero proporre delle azioni opposte a quelle finora perpetrate e dirette, anziché al depauperamento delle risorse dei popoli, come di fatto avviene, all’incremento delle stesse e all’esercizio di un potere politico moderato e lungimirante, in sostituzione di questo, violento e irrispettoso delle nazionalità, come pure delle culture “altre”.

Infatti, i think thank globalisti oggi lavorano per l’appiattimento culturale, per l’omologazione, per un sistema economico unitario, per la creazione di una religione artificiale da sostituire a quelle esistenti…insomma lavorano alla creazione del cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale, che in sostanza viene attuato tramite una serie di aberrazioni e prepotenze, spacciate per modernità e progresso, ma che hanno invece il fine ultimo di ottenere una docile massa di individui poveri, senza storia, senza tradizioni, senza cervello, sudditi proni a qualsiasi comando dei potenti, i quali, come molti erroneamente ritengono, non sono solo i vari dittatori in giro per il mondo.       

Allora, la prima cosa da fare sarebbe chiederci (almeno noi che amiamo l’Occidente): dove abbiamo sbagliato?

Perché mai si riparte se prima non si esaminano gli errori commessi, in tutta franchezza e onestà. Questa operazione la fanno i manager, gli sportivi, i religiosi…e tutti coloro i quali non hanno paura di guardarsi dentro con sincerità soprattutto per chiederci: che cosa, in realtà, rende debole l’Occidente?

C’è chi individua tale debolezza nella mancanza di unità tra i paesi dell’Unione Europea. Il che può essere vero, ma se manca ci saranno anche dei motivi a monte. Bisogna, perciò chiedersi come questa sia nata, secondo quali direttive, chi l’abbia voluta così… Se non siamo in grado, o non vogliamo, dare le risposte appropriate a queste domande, non potremo mai capire perché l’Unione europea non funzioni e perché la maggior parte dei paesi che la formano cerchino una via d’uscita.

Così, con i necessari approfondimenti, scopriremo che la Ue è nata per volontà degli Usa che volevano un interlocutore unico con cui trattare, al posto di tanti stati autonomi, ognuno con le proprie caratteristiche e, ovviamente, riluttanti ai dictat degli yankee.

Per gli Usa, infatti, gli stati europei sono il nemico numero uno, da annientare e distruggere, soprattutto dal punto di vista economico.

Tranne la Gran Bretagna, che infatti è uscita dalla Ue, gli altri paesi sono solo da indebolire, a parte qualche riguardo per gli stati più importanti, come Germania e Francia o per i paesi dell’est, da trattare meglio per allontanarli dall’influenza russa.   

C’è chi dice che l’Occidente si unisce solo se ha un nemico comune, ma siamo sicuri che, invece, ad unirlo non potrebbero essere anche ideali comuni, interessi comuni, progetti comuni? Non esistono, forse, nel mondo, organizzazioni di questo tipo che funzionano?

Perché non si prova a seguire questa strada?

Apparentemente, a volte, sembra che la si voglia seguire, ma evidentemente c’è alla base qualcosa che lo impedisce.

Finora, trattando della decadenza dell’Occidente, abbiamo parlato di cause economico-politiche, ma – noi crediamo – che, se manca il collante ideale, morale, il tessuto sociale si sfalda, deperisce.

La Ue, da quando è nata, non si è occupata d’altro (e male) che di moneta unica, economia, di riforme costose e fallimentari, insomma di attuare grandi cambiamenti dai risultati effimeri, quando non addirittura dannosi. Per di più, ben poco si è occupata di religione, cultura, arte, di tutto ciò che, invece, dovrebbe costituire il più sicuro patrimonio dei popoli, il più autentico.

La conseguenza? I popoli che fanno parte della Ue non vi vedono più un punto di riferimento, un faro di luce, una speranza. Non si sentono accomunati da un’unica storia, da un progetto, da una finalità di pace e di progresso. E ciò è accaduto perché le elites non lo hanno voluto, perché, contrariamente a quel che si pensa, non si è realizzata in Europa una vera democrazia, ma a comandare, oggi, è solo un’oligarchia autoreferenziale, ipocrita e dittatoriale.

Si vorrebbero, forse, in tal modo, sconfiggere i vari dittatori in giro per il mondo? Ora, a parte il fatto che alle elites di abbattere i dittatori e promuovere la democrazia nel mondo, come ci ripetono dalla mattina alla sera, di fatto non gliene importa proprio nulla, perché se ci sono affari di mezzo quelli vengono prima di tutto, va osservato che di certo non si può creare uno schieramento disposto a sostenere un Occidente così poco democratico, o, per meglio dire, “democratico” solo per opportunismo.

Le guerre dichiarate negli anni dagli Usa in vari paesi del mondo sono state per lo più di natura offensiva, hanno apportato infiniti lutti a interi popoli, non hanno favorito lo sviluppo della democrazia, caso mai l’opposto, e, per finire, sono state pure sonore sconfitte, costate, però, agli americani, cifre da capogiro.

Una festa solo per le fabbriche di armi.

Del resto la guerra che si sta attualmente combattendo in Ucraina può farci capire tante cose.

Chi ha voluto una Ue debole ha, poi, voluto allargarla anche ad est, in modo affrettato e discutibile. Si sono, così, inclusi interi popoli, privi di vera amalgama tra loro, e ciò al solo scopo (voluto dagli Usa) di toglierli all’influenza russa. Il comunismo, però, nel frattempo, era caduto anche in Russia e questo grande paese, che è da sempre parte integrante dell’Europa, solo il comunismo sovietico l’aveva, di fatto, temporaneamente escluso dal contesto europeo. Da ogni punto di vista, quindi, sociale, economico, politico, culturale, l’ingresso della Russia nella Ue avrebbe costituito un bene per l’Europa.

E questo era, infatti, il progetto di Berlusconi nel primo decennio del nuovo secolo.

Inoltre,Ciò se la Russia fosse stata integrata nella Ue e nella Nato, da possibile nemica sarebbe diventata, invece, alleata e amica. Ciò avrebbe ridimensionato le pretese cinesi che oggi costituiscono il vero pericolo per l’Occidente. Infatti, la Cina è una potenza mondiale, forte numericamente (ha molti abitanti), economicamente, militarmente, da non potersi paragonare alla Russia, che tutto questo non lo è.

Inoltre, da alcuni decenni gli Usa appoggiano l’espansione economica cinese anche a danno dell’economia americana ed europea, cioè del cosiddetto Occidente, con quali conseguenze lo sappiamo: chiusura di molte aziende, perdita di posti di lavoro, gravi scombussolamenti sociali.  La politica yankee è miope: temendo la crescita dei suoi alleati sta ipotecando il futuro di interi popoli, ma, in tal modo, perde credibilità a livello internazionale, si indebolisce e sarà, infine, relegata, nel contesto mondiale, ad un ruolo di secondo piano.   

Ora, in occasione della guerra in Ucraina veniamo chiamati alle armi.

Ora, dobbiamo combattere in un paese al di fuori della Ue, spaccato al suo interno da una guerra civile che dura da un decennio, e per metà russofilo, a che scopo?

Per depauperare risorse preziose quando stiamo appena, a fatica, uscendo dalla guerra pandemica? Indebitarci economicamente, imporci altri sacrifici, per il bene di chi? La guerra in Ucraina si doveva prevenire e non lo si è fatto quando si poteva, sono scattate le sanzioni economiche che, oltre a colpire la Russia, colpiscono il commercio e altre attività europee, ma soprattutto italiane.

Chi ha soffiato sul fuoco non sapeva tutto ciò? Bene, ora andiamo a morire per Biden, che ha tanto a cuore il nostro futuro.   

Lydia Gaziano Scargiali

 

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