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Dopo la sentenza della Corte Suprema, che succede negli USA?

E così è accaduto l’impensabile, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha Cancellato il diritto di aborto.

Così, in generale, viene descritto ciò che è successo da praticamente tutti i grandi media, che accompagnano la notizia con esclamazioni rabbiose e furibonde.

Allora: non è stata abrogata una legge, dato che una legge sull’aborto non è mai esistita, è stata giudicata incostituzionale la sentenza Roe vs Wade che nel 1973 consentì di abortire fino circa al sesto / settimo mese, facendo riferimento ad un principio costituzionale che implicitamente tutelava il diritto alla privacy. In tal modo venne imposto a tutti gli Stati l’obbligo di ammettere l’interruzione di gravidanza e l’impossibilità di porvi dei limiti. Da allora si calcola che 65 milioni di bambini americani siano stati legalmente soppressi. Il cosiddetto ‘aborto legale e sicuro ’ ha inoltre causato moltissimi danni fisici alle donne che vi hanno fatto ricorso, oltre alle sofferenze psicologiche e spirituali che il sistema rifiuta di riconoscere. (e le pillole abortive che ora verranno promosse a tappeto, secondo la dichiarazione di Biden, sono anche più pericolose per la salute,)

Anche se tutti gli intellettuali di sinistra, i capi di Stato (come Macron, per esempio), tutti gli attori, cantanti, influencer, sportivi affermano sempre che l’aborto è un diritto, ciò è semplicemente falso: tutte le Costituzioni, i principi delle leggi e i trattati internazionali sanciscono il diritto alla vita del nascituro.

I giudici non hanno affermato (non hanno osato farlo) che il bambino prima della nascita, in quanto essere umano, ha diritto alla vita ma hanno deciso che ogni Stato, e quindi i cittadini attraverso i propri rappresentanti eletti, potrà regolare la materia in modo autonomo. Se questa sentenza, come viene affermato, è uno schiaffo in faccia alle donne, un ritorno al medioevo, una mostruosità e così via le donne, che sono sempre più del 50% dell’elettorato avranno modo di imporre il proprio punto di vista. Ma il fatto è che le cose negli USA non stanno proprio come viene raccontato in Italia.

In questi 50 anni il movimento prolife è cresciuto moltissimo ed è composto in gran parte di giovani donne. Le grandiose marce per la vita, con milioni di partecipanti, cortei pacifici, allegri, che non danno luogo ad alcun incidente, sono per lo più animate da ragazze che inalberano il loro slogan:

‘I am the prolife generation’ (io sono la generazione per la vita), e sono sempre le donne ad organizzare e gestire i centri di aiuto alla vita e le cliniche per gestanti povere.

La differenza con le manifestazioni pro aborto non potrebbe essere più stridente: assalti, minacce di morte ai giudici e alle loro famiglie, violenze, distruzione dei centri di aiuto, devastazione e profanazione di chiese. La ‘Chiesa di Satana’, che negli USA è una religione ufficialmente riconosciuta, pretende, in base alla libertà di culto, che l’aborto sia riconosciuto come un loro rito (cioè, se le parole hanno un senso, un sacrificio umano in onore del demonio).

I Democratici, in crisi a causa della disastrosa amministrazione Biden, chiedono agli elettori, nelle elezioni di medio termine del prossimo autunno, di votare candidati abortisti in modo da potere ‘codificare’ con una legge federale l’aborto in tutti gli Stati. Sarà l’occasione per verificare per mezzo della democrazia (e sempre che le votazioni siano organizzate in modo regolare) come stanno davvero le cose, dato che un politico che va contro le richieste del suo elettorato non esiste né negli USA, né altrove.

Mietta Gaziano

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