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Leonardo Del Vecchio Scompare un grande italiano

Se il destino è nel nome, in latino nomen omen, come recita un noto proverbio, Leonardo Del Vecchio ne è la conferma più manifesta.

Leonardo nasce orfano di padre e, quindi, strana coincidenza, come il suo grande omonimo, senza una famiglia, che per di più era di origini meridionali (per l’esattezza, pugliese) . Però è intelligente, volitivo, tenace, queste sue doti, nonostante le grandi difficoltà iniziali, lo faranno diventare quel grande imprenditore che è stato. Questa parte della sua vicenda sarebbe già da sola eccezionale se non se ne considerassero altre non da meno.

Infatti, il livello sociale raggiunto: l’uomo più ricco d’Italia nonché uno dei più facoltosi del mondo, non gli fa dimenticare gli stenti patiti, le ingiustizie, perciò rimane idealmente un lavoratore tra altri lavoratori, autorevole sì, arrogante mai.

Forse l’educazione religiosa ricevuta da piccolo presso l’orfanotrofio milanese di San Martino di Tour (il soldato santo che dona a un povero il suo mantello), da cui anche il nome di martinitt, dato dai meneghini ai bambini del noto istituto cittadino, aveva lasciato una traccia profonda in chi, come lui, voleva crescere e lavorare, ma senza sfruttare nessuno, anzi, possibilmente dando la possibilità di crescere a chi lo meritasse .

Questo è stato detto e scritto da tanti testimoni, che lo hanno conosciuto personalmente e che, con lui, hanno condiviso tante gioie e fatiche.  

Non vogliamo, però, fare, la solita agiografia che si usa in questi casi, anche per non fare un torto a chi, in tutta la sua vita, nonostante i tanti successi, volle restare una persona semplice, senza spocchia e alterigia alcuna. Quel che, invece, ci preme far notare è che il successo non va sempre a braccetto con la prepotenza, anzi, spesso, con l’umiltà e l’abnegazione.

Oggi, l’azienda fondata da Leonardo Del Vecchio, la EssilorLuxottica, ha quasi 300.000 dipendenti, tutti in Italia, la popolazione di una città, e questo senza parlare neppure dell’indotto. Un vero schiaffo per i sostenitori della delocalizzazione.

Fu senza dubbio, in tante cose, un originale: capace di sponsorizzare l’Agordina calcio (la squadra di Agordo, paesino sede dell’azienda), ma non di acquistare l’Inter, quando gli fu proposto. Prudenza e piedi per terra come si suol dire: meglio non mischiare lo sport col lavoro.

E in politica? Democristiano doc, anche qui alla faccia del politicamente corretto, con tutto quel che segue.

Leonardo Del Vecchio è stato un vincente, un leader, ma anche un padre affettuoso di sei figli, avuti da tre mogli diverse, più un settimo, figlio della moglie, ma cresciuto anche da lui come un vero figlio. Oggi, tutti e sette promettono di andare d’accordo tra loro, anche dopo la morte del padre, speriamo sia veramente così: la famiglia è qualcosa di prezioso e il grande imprenditore italiano, pur confessando di averla dovuta, a volte, trascurare anteponendole il lavoro, la considerava, in realtà, un bene primario. Il suo sogno segreto, infatti, era poter vivere tutti insieme in una grande casa.  In fondo, anche ai “vincenti” manca sempre qualcosa.

Lydia Gaziano Scargiali

 

 

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