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La verità su Draghi? Solo un grande bluff

Raramente un presidente del Consiglio in Italia ha avuto tanto potere quanto Mario Draghi e, al contempo, difficilmente, nella tormentata storia della Repubblica, ne potremmo trovare qualcuno che sia riuscito a governare peggio.

Tutti i media in coro ne hanno esaltato la grande abilità di economista, le capacità politiche (boh!), l’autorevolezza in Europa…Ma, a conti fatti, a mandato scaduto, quale bilancio si può fare dei risultati che ha realmente portato a casa?

Certo, si potrebbe dire, in sua difesa, che l’ex banchiere ha ereditato un paese in piena crisi: pandemica, inflazionistica, demografica, ma qualcosa di positivo forse avrebbe potuto fare. Invece, lascia un paese in braghe di tela e, per di più, con un debito pubblico lievitato di oltre trenta miliardi (da 150 ora è passato a 180), e meno male che si trattava di un economista!

Nonostante una simile spesa, però, gli italiani si ritrovano con le tasche vuote.

Al di là delle chiacchiere sulla millantata ripresa economica nazionale, i fatti ci raccontano altro: gli impiegati statali e, in particolare, gli insegnanti, con i loro miseri stipendiucci non arrivano a fine mese e, piuttosto che affrontare spese ingenti per trasferirsi al nord, preferiscono restare a casa dove almeno un piatto a tavola lo possono mettere. Così, a settembre, nelle scuole, mancheranno gli insegnanti e si dovrà ricorrere, ancora una volta, ai supplenti.

Nei tanto vilipesi anni ’80, al tempo dei deprecati politici di destra, Reagan e Tatcher, la crescita era a due zeri e il maggiore problema degli italiani era decidere dove mettere i soldi che ormai guadagnavano a palate. Esisteva, inoltre, un’efficiente scala mobile che adeguava stipendi e salari al costo della vita. Bei tempi! La sinistra era all’opposizione e, nonostante tutti gli sforzi, non riusciva ancora a mettere KO l’intera economia del paese.   

Tornando all’attualità: essendo il presidente del Consiglio fino a pochi giorni fa in carica (ricordiamo catapultato al governo e non eletto dagli italiani) sostenuto da un governo a maggioranza Mov5stelle, di regola, ne avrebbe dovuto appoggiare la politica, anziché contrastarla in tutto, e visibilmente.

Prendiamo il caso dei bonus edilizi, un vero vanto e fiore all’occhiello del Mov5stelle, che cosa ne ha fatto il signor Draghi?

Una pallottola di carta straccia per il cestino. Eppure erano stati concepiti per rilanciare un settore, quello edile, in forte sofferenza per le crisi precedenti, nonché per ristrutturare, riqualificare e mettere in sicurezza gli edifici da vari rischi (sismatici o geologici), e non si pensi che fossero mancati i controlli (l’Agenzia delle Entrate, ad esempio, ne ha dato nel complesso un giudizio positivo, ammettendo che: “ se ci sono stati approfittamenti sono stati comunque in un numero limitato e rientrante nella norma”).     

Anche il reddito di cittadinanza, del resto, altra misura fortemente voluta dai 5stelle, che, pur con i suoi difetti aveva, comunque, dato ossigeno a tanti disoccupati proprio durante la crisi pandemica quando il lavoro, anche volendo, non lo si sarebbe proprio potuto rilanciare, entrò nel mirino di Draghi.

Non vogliamo ora fare il panegirico dei 5stelle, che indubbiamente hanno spesso brillato per demagogia e incoerenza, perdendo così tanti consensi, ma non ci sembra neppure corretto omettere quanto, in questi anni, di buono hanno pur fatto o cercato di fare.

Draghi, invece, ha lavorato per annientarli contando forse di portarne i voti al PD, suo vero e fedele alleato, al 100% appiattito sui dictat del potere finanziario, vero dante causa del primo ministro.

Aggiungiamo che a Draghi è mancato pure il coraggio o la volontà di ridurre il cuneo fiscale, di abbassare le tasse, di semplificare gli iter burocratici, insomma non ha corretto le gravi storture delle leggi italiane che impediscono la crescita e riducono i posti di lavoro. Insomma, Draghi, nonostante le promesse, non ha attuato né una politica liberale né populista, rivelandosi per quello che in effetti è: solo un opportunista senza scrupoli che pensa solo alla carriera personale. Le lodi sperticate che ne fanno i media stranieri non sono, poi, che la dimostrazione lampante della sua acquiescenza ai poteri d’oltralpe.

Lydia Gaziano Scargiali  

 

 

 

 

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