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A sinistra prevedono un rapido disfacimento del centrodestra ma intanto a squagliarsi è proprio il PD

Il coro dei media, apertamente schierato in campagna elettorale, lavora febbrilmente a screditare il centrodestra e avanza previsioni nefaste per il suo prossimo futuro.

Vengono citati, a mo’ di esempio, la caduta del governo Berlusconi del 2011 e l’attuale crisi dei 5Stelle, scesi di recente dalle stelle alle stalle.

Ma questi esempi, pazienza per loro, non calzano. La situazione politica attuale, infatti, è ben diversa. Vanno considerati molti fattori e non solo le apparenti somiglianze.

Contro Berlusconi e il centrodestra, fu messo in campo di tutto: la finanza, i media, la magistratura, ma un decennio fa esisteva ancora una notevole coesione fra questi poteri e il peso dei partiti di sinistra era notevole.

Sia l’operazione “Renzi” sia la creazione del Movimento5Stelle furono operazioni riuscite da parte di un potere che le inventava tutte per potersi ancora una volta salvare.  Sì, perché checché se ne voglia dire, ad essere in crisi, oggi, è l’ideologia di sinistra e non quella di destra. Basti pensare che a vincere le elezioni, nelle parti più disparate del mondo, è più spesso lo schieramento di destra.

Con ciò non vogliamo dire che non sussista tuttora lo spazio per un partito di sinistra, ma che questo spazio non può essere occupato da schieramenti vecchi e obsoleti.

Il tentativo di Renzi di rinnovare la sinistra aveva, inizialmente buone possibilità di riuscita, ma fallì perché non furono poi messe in atto le promesse avanzate. Un po’ la stessa cosa si può dire, con le dovute differenze, del Movimento a 5Stelle. In entrambi casi, la delusione degli elettori ne ha provocato la crisi.

Per quanto riguarda il PD di Letta, privo di idee e di coraggio, rimasto immobile nel tempo, incapace di cogliere le istanze dal basso, completamente asservito nei confronti delle lobby, che futuro può avere? Sarà già tanto se, da questo tsunami elettorale riuscirà a salvarsi, ma dopo dovrà necessariamente rinnovarsi e parecchio.

Intanto, secondo i sondaggi più accreditati, sembra che, al di là della crescita continua della Meloni e delle formazioni di destra, si stia assistendo anche alla tenuta dei 5Stelle e, sorpresa, alla crescita notevole del partito di Gian Luigi Paragone, ex 5Stelle.

Questa affermazione, in particolare, sembra indicare la tendenza dell’elettorato di sinistra a premiare col voto movimenti nuovi che meglio rispondano alle proprie esigenze, dato che il Partito democratico non sembra più in grado di farlo.

Non solo in Italia, ma anche all’estero, è spesso accaduto che, a fronte del grande potere dei partiti di sinistra non si è accompagnata una politica all’altezza del loro peso politico.

Per dirla in altre parole, i partiti di sinistra hanno l’appoggio dei poteri forti che sanno di poter contare su di essi molto di più che su quelli di destra perché proni a ogni richiesta.

La vecchia ideologia di sinistra, se non è morta del tutto, diciamo che è moribonda, perché quel mondo cui fa riferimento non esiste più.

Al contrario, quella di destra è ben viva e vegeta, perché i suoi valori di riferimento rimangono validi nel tempo e perché è sostenuta da uomini e donne più pragmatici, cioè più abituati a guardare la realtà delle cose piuttosto che a fumose ideologie prive di sostanza.

Contro Beatrice Venezi, direttore d’orchestra (così vuol essere chiamata), che platealmente (e coraggiosamente) ha difeso i suoi valori di riferimento “Dio, patria, famiglia” si è scatenata, puntuale, l’ira dei media, i quali, però, non sembrano essersi accorgerti che la Venezi, donna, giovane e, per di più, affermata direttore d’orchestra è la perfetta incarnazione di quel che essi non vogliono riconoscere: cioè che “Dio, patria e famiglia” sono più vivi che mai.

Si dice che il credo fondamentale di destra “Dio, patria, famiglia” sia superato dai tempi e, secondo alcuni, addirittura pericoloso, ma se lo vogliamo tradurre con parole più moderne possiamo spiegarlo anche così: Dio = moralità ispirata al bene universale, patria = territorio da curare e proteggere, famiglia = legami familiari da coltivare e proteggere. Sbagliato? Se tutto ciò è sbagliato vuol dire che è giusto, invece, tutto il contrario: assenza di moralità o immoralità conclamata, disinteresse nei confronti del paese in cui si vive (se non addirittura odio), legami familiari da ignorare (con tutto quel che ne consegue…). Ovviamente, non va dimenticato che, seguendo i valori della destra, ad essere rispettate devono essere anche le religioni altrui, le patrie altrui e le famiglie altrui. 

Lydia Gaziano Scargiali

Foto in evidenza: Beatrice Venezi, direttore d’orchestra

 

 

 

 

 

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