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Guerra in Ucraina e conseguenze internazionali Trump a Biden: “Per colpa tua stiamo rischiando la Terza guerra mondiale”

Trump critica la politica di Biden, definendola completamente sbagliata. Del resto, era stato proprio lo stesso Biden, qualche giorno fa, ad ammettere che le minacce di Putin sono serie e che il rischio che usi armi nucleari, chimiche o biologiche è concreto. “Dobbiamo chiedere subito negoziati di pace per mettere fine alla guerra in Ucraina o ci ritroveremo con la Terza guerra mondiale” ha detto Trump e ha poi aggiunto: “Non avremmo avuto una guerra del genere se non avessimo avuto gente stupida che non aveva idea di cosa stesse succedendo”.

Quale il senso delle parole di Trump? La guerra andava evitata in tutti i modi e lo si poteva fare. Pensare, infatti, che fosse facile battere una grande potenza come la Russia è insensato. Non si tratta, infatti, di un piccolo paese, ma di una grande realtà politica e territoriale, che ha mille modi per difendersi, non solo militarmente, ma anche economicamente e diplomaticamente in varie parti del mondo. Inoltre, mettere con le spalle al muro un simile avversario (per esempio, sconfiggendolo militarmente in Ucraina) non solo non dà garanzie di successo, ma mette a rischio la pace mondiale.

Sono molti gli stati, a livello mondiale, legati alla Russia da vincoli di vario genere e, per spezzarli, occorrerebbe veramente ricorrere a una guerra mondiale dagli esiti disastrosi per tutti. Non c’era bisogno di un genio per capirlo e persino un mediocre come Biden ci poteva arrivare. 

Trump, come Giorgia Meloni, ha anche salutato Vox con un video-messaggio a sostegno del partito conservatore spagnolo. “Tutti stiamo vivendo una situazione singolare, nella quale abbiamo bisogno di difendere le nostre frontiere e promuovere una buona agenda conservatrice” ha detto il tycoon. La Spagna è un grande Paese e vogliamo che continui ad esserlo, quindi complimenti a Vox per tutti i messaggi straordinari che sta diffondendo in Spagna e nel mondo”. Trump ha ringraziato direttamente il leader di Vox, Santiago Abascal.

Ma Vox non è il pericoloso partito “fascista” tanto demonizzato dai media? Che cosa sta accadendo veramente? In questi giorni, stiamo assistendo, sulla scena mondiale, a una battaglia decisiva tra conservatori e “sedicenti progressisti”.

I risultati delle cosiddette politiche progressiste li abbiamo sotto gli occhi: crisi sociali, economiche, di valori, uno sbando totale che prelude, per il futuro, a danni ancora più gravi e irreversibili.

In tanti lo hanno capito e le recenti elezioni italiane lo confermano: il popolo le ha bocciate.

Trump, probabilmente, sarebbe riuscito a evitare l’intervento delle truppe russe in Ucraina e avrebbe salvato tante vite umane, nonché l’economia europea, ma il deep state ha manovrato in tutti i modi affinchè Trump non fosse rieletto alla guida degli Usa. Ora che si sta accorgendo dei suoi errori cerca di correre ai ripari, ma non può ricorrere a scuse puerili del tipo: “chi se lo poteva immaginare che finiva così?” Si assuma, invece, la responsabilità del danno  causato e si metta finalmente da parte.

Un impero, come quello statunitense (perché di fatto lo è, come lo sono la Russia o la Cina), deve interagire con gli altri, non imporsi con la forza, perché è ovvio che l’uso della forza provoca una reazione dello stesso tipo. Se vuole primeggiare sugli altri stati lo faccia pure, non con le bombe, ma tramite una sana competizione.

Le parole rivolte da Trump al partito spagnolo di Vox hanno proprio questo significato: non vi preoccupate, andate avanti, l’America sarà con voi, cioè a sostegno della Spagna. Evidentemente, Trump ha un’idea delle nazioni che non è quella del “globalismo progressista” che, di fatto, le calpesta imponendo con la forza il suo potere e le sue regole. Del resto, non si capisce perché venga continuamente agitato dal mainstream lo spauracchio dei “pericolosi nazionalisti sovranisti” quando, intanto, sotto gli occhi, abbiamo, invece, i disastri compiuti dagli “imperialisti sovranisti”. Una semplice domanda: Vogliamo la sovranità dei popoli o quella degli imperi? E se con la prima si corrono dei rischi, non si evitano certo con la seconda. Qui è in gioco anche la libertà perché, dietro una democrazia di facciata, si nasconde un sostanziale potere dittatoriale.

Quali forze sostengono i due schieramenti? In linea di massima, chi fa economia reale, cioè piccoli industriali, artigiani, costruttori edili… sostiene i sovranisti, il cosiddetto “progressismo”, tale di nome ma non di fatto, invece, è appoggiato dalla finanza, dalle multinazionali, dai media…in pratica da chi ha più soldi e più potere. Si tratta di una forza invincibile? Non sappiamo, di certo, non facile da battere, ma non impossibile. Tutti gli imperi o i potentati, prima o poi, crollano, e spesso a causa dei loro errori.

La realtà umana è in continua evoluzione e le strutture rigide non sono fatte per durare, che poi siano sostituite da altre, migliori o peggiori, è da vedere.

Mancano ormai pochi giorni alle elezioni americane di Midterm (l’8 di novembre) che eleggeranno i nuovi rappresentanti al Congresso. Vedremo, allora, se Biden sarà premiato o punito dagli elettori e se avremo una svolta in direzione della pace. 

Lydia Gaziano Scargiali

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