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ELEZIONI IN BRIANZA: CHE LEZIONI TRARNE?

“…IN BREVE…”


Le elezioni suppletive a Monza e Brianza si sono concluse con la vittoria di Adriano Galliani, fedele scudiero di Silvio Berlusconi, e la sconfitta di Marco Cappato.

Marco Cappato, lo sconfitto delle Elezioni in Brianza

Non si può dire che sia stata una competizione molto sentita dall’elettorato, dato che ha votato meno del 20% degli aventi diritto, ma qualche conclusione se ne può trarre.

La candidatura Cappato è stata sostenuta da tutti i partiti e partitini di sinistra, compresi i Cinque Stelle, un campo larghissimo probabilmente irripetibile in qualunque altra competizione elettorale. Il PD romano di Elly Schlein lo ha imposto ai militanti locali che l’hanno presa malissimo, tanto che il sindaco PD, Pilotto, a due giorni dal voto, ha dichiarato che sarebbe andato sì alle urne, ma votando scheda bianca. Molti altri avranno fatto lo stesso senza  disturbarsi a raggiungere il seggio.

Il risultato ha inspiegabilmente elettrizzato lo sconfitto che ha annunciato prossime iniziative ‘Per la Brianza, l’Italia e l’Europa’. Iniziative non nuovissime: eutanasia, suicidio assistito, legalizzazione delle droghe, incluse quelle pesanti, diffusione e ulteriore ampliamento dell’aborto. Dal suo punto di vista queste prospettive dovrebbero allettare i cittadini che a quanto pare non vedono l’ora di rovinarsi la salute con le droghe per poi suicidarsi a spese dello Stato. Forse la prossima volta, per sottolineare il concetto, si presenterà ai comizi con mantello nero e falce.

Diciamo che per il momento ci è andata bene e su un seggio senatoriale si siederà un onesto anche se non entusiasmante Galliani invece che un sinistro – in tutti i sensi – Cappato.

Ma la sedicente ‘battaglia per i diritti civili’ continuerà ed anche chi ha a cuore la salute e la vita dei concittadini dovrà continuare a lottare per il bene comune.

MELONI – GIANBRUNO E LA ‘FAMIGLIA TRADIZIONALE’

La nostra Presidente del Consiglio ha comunicato, con un brevissimo messaggio, la fine della sua relazione col padre di sua figlia. Bisogna dire che il più alto livello istituzione e il più titolato giornalismo, anche di sinistra, ha reagito con encomiabile compostezza. Moltissimi altri giornalisti, commentatori, comici eccetera si sono esibiti invece in un’orgia becera di illazioni, insinuazioni, menzogne e trivialità sconvolgenti. Quando naufraga un progetto di vita importante si soffre, c’è poco da fare, e ciò che questa gente sta facendo equivale a prendere a calci uno che si è appena rotto una gamba. Mettiamoci pure una gravissima crisi internazionale, la legge di bilancio e qualche altra bazzecola da gestire e, inoltre, una bambina di sette anni presumibilmente sconvolta dalla separazione dei genitori. Ce ne dovrebbe essere abbastanza per suscitare un po’ di discrezione se non di comprensione. Ma evidentemente non è così.

Ciò che maggiormente colpisce, comunque, è un altro aspetto: molti di questi personaggi hanno intimato non si sa bene a chi, forse ‘alle destre’, di non osare mai più difendere la ‘famiglia tradizionale’. Questo caso dimostrerebbe, a loro dire, che tale famiglia ‘non esiste’ oppure che, se esiste, è un retaggio del passato totalmente negativo, da abolire, da distruggere.

In base a tale logica il fallimento di un supermercato dimostrerebbe la necessità di abolire il commercio e la non guarigione di un malato imporrebbe di abolire la medicina.

Non tutti arrivano a dirlo esplicitamente ma: ‘le famiglie arcobaleno invece…’

Ah, però c’è anche il caso Tiziano Ferro

A PROPOSITO DELLA GIUDICE APOSTOLICO

Si è detto che un giudice dovrebbe essere imparziale nell’applicare le leggi ed anche apparire tale.

Certo. Ma c’è anche un’altra cosa: se uno partecipa ad una manifestazione pubblica, lo fa al preciso scopo di far conoscere pubblicamente la propria posizione politica, di metterci la faccia, come si dice. Inoltre sa per certo che tutti i presenti hanno un telefonino e che ogni telefonino ha una telecamera. Come si fa a invocare la privacy?

Mietta Gaziano

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