Diritto d’Autore protagonista a Bruxelles

Antonio Tajani (Forza Italia) presidente del Parlamento europeo fra i microfoni. Si è parlato di diritto d’autore, ma finalmente anche di cultura, all’Unione europea.

BRUSSELS. La protezione del diritto d’autore ha tenuto banco nel corso dell’Alta conferenza sul “Patrimonio culturale europeo”, appena organizzata – appunto – nell’ambito dell’Anno del patrimonio culturale, tenutasi nell’emiciclo del Parlamento Europeo a Brussels.

Dopo l’intervento di saluto del presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani, a incentrare lo “speech” sul copyright è stato il compositore Jean Michel Jarre. “Occorre determinare il quadro legislativo – ha detto – affinché i creativi possano continuare a vivere del loro lavoro”.

Il Parlamento a Brusselles panoramica.
Il Parlamento a Brussels panoramica.

Un intervento diretto alla questione e tenuto a ritmo veloce, senza mai togliere da viso un occhiale dalle lenti scure.

Ma andiamo con ordine, tenendo ben presente che il Parlamento Europeo si dovrà pronunciare, nei prossimi giorni, sulla riforma del copyright e, tornando all’alta conferenza sul patrimonio culturale.

“Un evento – ha rilevato Tajani – con cui vogliamo invitare i nostri cittadini a riscoprire l’importanza del patrimonio culturale dell’Unione.  Se siamo riusciti a costruire insieme un’Unione basata sulla condivisione di valori con al centro la dignità della persona, lo dobbiamo prima di tutto a questa storia”. Tajani ha anche sottolineato che “metà del patrimonio mondiale dell’Unesco si trova in Europa” e che “non dobbiamo aver paura di essere aperti al confronto con altre culture”.

Ed ecco che poi il presidente dell’europarlamento ha posto l’accento sulla tutela e promozione di processi creativi nell’era digitale. “La creatività necessità di investimenti e dedizione e si spegne senza una giusta remunerazione. Non possiamo più tollerare che la creatività sia sfruttata per arricchire i giganti del web”.

Una posizione ferma e decisa quella di Tajani, certamente condivisa dal parterre di artisti internazionali che hanno composto il tavolo dei relatori fra cui Daniel Barenboim, pianista e direttore d’orchestra, (“Accolgo con favore l’aggiornamento da parte dell’Europa delle leggi sul diritto digitale nell’era digitale. Giusta protezione e giusto valore al lavoro degli artisti“), del compositore italiano Ezio Bosso che ha ricevuto al termine dell’intervento, breve ma intenso, sul linguaggio e trascendenza della musica, una standing ovation.

Antonio Tajani nella poltrona di presidente: la sua è la carica politica più importante dell'UE nella quale si è fatto valere conquistando concordi apprezzamenti.,alpunto che non si è potuto distogliere per averlo "in casa" come leader della destra liberale.
Antonio Tajani nella poltrona di presidente: la sua è la carica politica più importante dell’UE nella quale si è fatto valere conquistando concordi apprezzamenti. Al punto che non si è potuto distoglierlo per disporne “in casa” come leader della destra liberale.

Posizione di Tajani non condivisa, invece, dal vice ministro italiano dei cinquestelle Luigi Di Maio che all’Internet day, tenutosi a Montecitorio, ha definito la riforma del copyright “un grave pericolo che arriva direttamente dall’UE”.

Di Maio ha preso di mira gli articoli 11 e 13 della riforma, prossima alla valutazione dell’Europarlamento, che regolamentano “i rapporti tra il titolare dei diritti e il gestore della piattaforma” paventando una “restrizione della libertà di parola”.

“Ci opporremo con tutte le nostre forze a partire dal Parlamento Europeo – ha detto il vice ministro italiano – e, se la direttiva dovesse rimanere così com’è, siamo anche disposti a non recepirla”. Affermazioni che hanno portato ad una dura presa di posizione del presidente Tajani espressa ai giornalisti a margine dell’alta conferenza. “Non condivido le posizioni di chi ritiene di dovere avere un sistema web e di piattaforme senza regole. Non condivido la posizione del vice ministro Di Maio e mi auguro che non sia la posizione del governo italiano perché danneggerebbe fortemente l’identità europea, danneggerebbe le industrie e le imprese e la cultura europea a tutto vantaggio di culture extraeuropee. Difendo fortemente la posizione del Parlamento Europeo”.

Il Parlamento Europeo, che si troverà a pronunciarsi sulla riforma del copyright, come abbiamo detto, a questo punto potrebbe votarla così com’è o prendersi del tempo per apportare alcune modifiche e rimandare l’argomento a settembre. Lo sapremo a breve.

“Se vogliamo – ha detto Jean Michel Jarre, pioniere della musica elettronica – che il patrimonio di domani sia come quello di ieri il Parlamento Europeo deve adottare questa direttiva sulla protezione del diritto d’autore. Giuseppe Verdi godeva del diritto d’autore ed è ben vissuto, mentre ai tempi di Mozart non esisteva ed è finito nella miseria”.

Per il futuro artista “L’Europa su questo tema dovrà essere pionieristica e l’adozione di questa direttiva avrà un effetto domino”.  Il compositore ha puntato il dito anche contro le piattaforme di internet “che vogliono il monopolio” e “questo non è cool”, contro YouTube che “non può diventare un monopolio abusivo” e contro la Silicon Valley: “E’ nel far west che c’è la Silicon Valley”. Un intervento conclusosi con l’invito alla responsabilità all’emiciclo di Brussels. “Rispettiamo la diversità, rispettiamo la creazione”.

Tra gli interventi di apertura dell’Alta conferenza quello del presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker. “Se dovessi cominciare l’opera di costruzione dell’Europa – ha detto citando una frase di Jean Monnè – comincerei dalla cultura. L’anno europeo della cultura – ha poi aggiunto – è l’occasione per conoscere l’unione nella sua diversità che ne è la ricchezza”.

Juncker ha poi puntato sull’integrazione dei giovani attraverso il programma “Erasmus” il cui stanziamento sarà portato da 14 a 30 miliardi nei bilanci pluriennali e sull’integrazione culturale “che fa lavorare in europa 7 milioni di uomini e donne”.

Il compositore Barenboim ha posto, invece, l’accento sulla “scomparsa della formazione musicale dai piani di studio. La musica è lo strumento per sviluppare nei bambini le doti intellettivi. Deve tornare ad essere studiata accanto la storia e la geografia”.

Breve ma intenso il saluto di Ezio Bosso. “Sono abituato a star di schiena e a fare cose più facili – ha detto rivolgendosi ai presenti – ma la musica non è solo un linguaggio ma è una sorta di trascendenza e non ha confini. La musica ci insegna la cosa più importante ad ascoltare e ad ascoltarci. Un grande musicista e chi ha capacità di ascolto ed è li che i grandi problemi diventano opportunità”.

Nel corso dei lavori sono intervenuti svariati ministri della cultura, fra cui quello della Croazia, Bulgaria, Lettonia e Silvia Costa, membro della commissione cultura del Parlamento Europeo.

Antonio Tajani ha anche affrontato a Brussells il problema del Sud e della Sicilia, affermano che …debba essere sostenuta: ” Sono tanti – ha dichiarato al termine del suo discorso il presidente dell’europarlamento – i problemi che deve affrontare il meridione d’Italia. Se non si risolve il problema del meridione d’Italia non si risolve il problema dell’Italia, quindi non si risolve un problema importante europeo”.

Vincenzo Lombardo

 

Nota. Come abbiamo scritto proprio in queste settimane, recuperare il senso della comune cultura europea sarebbe un must ai fini del successo dell’Unione. Per certi versi sembra se ne parlasse di più mezzo secolo fa. L’UE è nata piuttosto con finalità economico finanziarie e politiche che non culturali. Prevale, inoltre, l’interesse per gli aspetti della sanità pubblica e dell’ecologia…

Sul piano politico, finora, assistiamo – peraltro – ad un quasi fallimento, anche se provvisorio. Così, almeno, può sembrare e si spera… Sul terreno economico finanziario siamo di fronte al chiacchierato euro, che risulta forte verso l’esterno (estero), ma debole all’interno. Pochi europei ne sono soddisfatti… Gli aspetti della sanità pubblica e quelli che riguardano la gestione della medicina, della salute, della condizione fisica, della procreazione, della stessa vita è oggetto di conflitti fra gli stati…

Ed eccoci alla cultura. E’ questo il tema attorno al quale l’Europa dovrebbe rafforzarsi internamente, mentre è già fortissima verso l’esterno: tutti nel mondo vogliono sembrare europei, americani compresi: vestono all’europea, ammirano la cultura europea: il pensiero, la letteratura, la musica,le arti figurative… Sono tutte espressioni legate insieme e agganciate all’evolversi della civiltà, del pensiero, della vera e propria filosofia. Processi che hanno avuto scaturigine in Europa e che sono tati esportati nel mondo come tali… La moda e l’European way of life dettano legge.

Non sembra che l’Europa se ne renda conto abbastanza e che coltivi tale primato. La più vistosa iniziativa comune in proposito è l’Erasmus: troppo poco, anche se può rappresentare un seguito della nascita delle antiche università. Ad opera, sottolineiamolo, della chiesa cattolica. Un’unità che stava nascendo nel Rinascimento sulle ali della religione e del diritto romano e che Lutero e Calvino danneggiarono fortemente… Ma i trattati europei lo stesso statuto non solo non riconoscono la matrice …cattolica, ma neppure accennano a quella cristiana. Inoltre non fanno menzione dello sport, fenomeno tanto importante sul piano sociale, ludico e della salute fisica e mentale. Come se non bastasse lo sport è un cemento immateriale, ma di gran valore sul terreno della pace, della conoscenza e della comprensione fra i popoli,oltre che un incentivo al volano del turismo.

Per il resto, come annotiamo spesso, dobbiamo soprattutto chiarire che l’Europa è il continente di Dante, Petrarca e Boccaccio, ma anche di Milton e Shakespeare. In tempi più vicini, di Pirandello e Ibsen…  Ma c’è molto dell’altro… Fino alla scienza di Galilei, Newton e poi di mille altri da Röntgen, Pasteur, Fleming, fino a Marconi, Fermi ed allo stesso Einstein… Per non parlare della musica. Tutt’oggi nell’ambito scientifico della ricerca vera e propria l’Europa non è seconda a nessuno. Ma  non lo è neppure in quanto a tecnologia applicata all’industria e all’agricoltura. Specie se si considera Europa anche la Russia. La verità nuda e cruda è che,se l’Europa disponesse delle materie prime dell’Africa ( se ne avesse disposto negli ultimo 100 anni (cioè a partire dal primo “scacco” subito dall’America già con la prima guerra) nessuno potrebbe neppure dubitare che l’UE sarebbe di gran lunga la prima potenza mondiale.

Che cosa aspetta, dunque, l’Europa? Che cosa aspetta l’UE a farsi viva? Ad uscire dal guscio?

Germano Scargiali

Articoli correlati