Il presepe atto di fede e poetica tradizione

Nel presepe umbro la grotta ha un ruolo da protagonista assoluta.

Prepariamo il presepe. Ricordiamo che di per sé si tratta solo della grotta o stalla con la ben nota scena della sacra famiglia: Gesù, la Madonna, San Giuseppe, il bue e l’asinello. Molti presepi – dai più ricercati ai più semplici –  si limitano a questo e sappiamo quante versioni, incluse quelle subacquee e di neve o quelle miniate fin dentro una mezza noce…  

Nel presepe Cuciniello un volo d'angeli si leva dalla Sacra famiglia, allestita quasi all'aperto.Ma inaltre parti il presepe riproduce scene di vitacomunedell'800...
Nel presepe Cuciniello di Napoli un volo d’angeli si leva dalla Sacra famiglia, allestita quasi all’aperto. Ma in altre parti il presepe riproduce scene di vita comune dell’800. Si trova nel Museo Nazionale di San Martino

La storia dell’origine del presepe è abbastanza conosciuta. Come a contribuire alla sacralità della rappresentazione, essa nacque da un’idea di San Francesco.

Il presepe, o presepio, che tutti conosciamo si deve infatti alla volontà del Santo di Assisi, probabilmente il più importante e venerato dalla fine del Medio Evo – cui risale – fino ad oggi.

Francesco pensò di far rivivere, in uno scenario naturale, la nascita di Gesù Bambino. L’idea gli era sorta nel Natale del 1222, quando, nel corso di un suo pellegrinaggio a Betlemme, ebbe modo di assistere alle funzioni per la nascita di Gesù. Francesco rimase talmente colpito che, tornato in Italia, chiese al Papa Onorio III di poter ripetere le celebrazioni per il Natale successivo.

Così Giotto nella serie La legenda di San Francesco immagina il primo presepe a Greccio
Così Giotto nella serie La legenda di San Francesco immagina il primo presepe a Greccio. Il presepe “nasce” in versione “vivente”. San Francesco qui depone con le proprie braccia il Bimbo Gesù. Lo vediamo in veste di diacono, qual’era Francesco in quel momento… E’ stata una fortuna per la storia d’Italia che Giotto abbia saputo bene di Francesco nella sua grandezza mistica e ne abbia più volte rappresentato la vita.

A quei tempi le rappresentazioni sacre non potevano tenersi in chiesa. Il Papa gli permise di celebrare una messa all’aperto. Fu così che, la notte della Vigilia di Natale del 1223, a Greccio, in Umbria, San Francesco allestì il primo presepe vivente della storia. I contadini del paese accorsero nella grotta, i frati con le fiaccole illuminavano il paesaggio notturno e all’interno della grotta fu posta una greppia riempita di paglia con accanto il bue e l’asinello.

In realtà le più antiche origini del presepe non possono definirsi con certezza. Gli evangelisti Luca e Matteo furono i primi a descrivere la storia dell’incarnazione di Cristo. È famoso il Vangelo di Natale di Luca, apparso nel secondo secolo dopo Cristo e poi divulgato nelle prime comunità cristiane.

Già nel Quarto secolo troviamo a Roma (nelle catacombe) immagini della natività. L’origine esatta del presepio è difficile da definire, in quanto è il prodotto di un lungo processo.

È storicamente documentato che già in tempo paleocristiano, il giorno di Natale nelle chiese venissero esposte immagini religiose, che dal decimo secolo assunsero un carattere sempre più popolare, estendendosi poi in tutta Europa.

Comunemente è corretto, comunque, attribuire il titolo di “padre del presepio” – simile a quello che conosciamo – a San Francesco d’Assisi, e si conferma che, quando Papa Onorio III, gli permise di uscire dal convento di Greggio, a Natale del 1223, egli preparò il primo presepio, eresse una mangiatoia all’interno di una caverna in un bosco, vi portò un asino ed un bue viventi, ma senza la Sacra Famiglia.

Poi tenne la sua famosa predica di Natale davanti ad una grande folla di persone, rendendo così accessibile e comprensibile la storia di Natale anche a coloro che non sapevano leggere, che allora erano in tanti….

Sappiamo che si preparano presepi con ogni materiale: dai più poveri come pane raffermo ai più ricchi come l’oro. 

Nella Cappella Sistina della Chiesa di Santa Maria Maggiore a Roma (vedi nota in basso), si può ammirare uno dei più antichi presepi natalizi. Fu realizzato in alabastro nel 1289 da Arnolfo da Cambio e donato a questa chiesa. Il presepio ha la forma di una casetta, in cui è rappresentata l’adorazione dei Re Magi.

Si considerano precursori del presepio anche gli altari gotici intagliati con immagini della natività, che non fu possibile rimuovere. Uno di questi altari con il gruppo dei tre Re Magi si trova in Austria nella chiesa di S. Wolfgang nella regione di Salzkammergut. Questo altare venne realizzato dall’artista brunicense Michael Pacher.

Una poetica e scenografica ricostruzione della Grotta nel presepe di Caltagirone.
Una poetica e scenografica ricostruzione della Grotta nel presepe di Caltagirone.

Un periodo fiorente dei presepi fu il Barocco. Prime notizie certe di presepi di chiese si rilevano dalla Germania meridionale quando, dopo la Riforma i Gesuiti riconobbero per primi il grande valore del presepio come oggetto di preghiera e di raccoglimento, nonché mezzo di informazione religiosa. I Gesuiti fecero costruire preziosi e fastosi presepi, tanto che quest’usanza si estese velocemente nelle chiese di tutta Europa cattolica, finché ogni comune volle un presepio in ogni chiesa

Baluardi delle costruzioni dei presepi in Europa divennero l’Italia, la Spagna, il Portogallo e il Sud della Francia. Nell’Europa dell’Est la Polonia, la Repubblica Ceca e la Slovacchia, in centro Europa soprattutto l’Austria ed il Sud della Germania.

Insomma la tradizione di allestire il presepe – in vari stili e obbedendo a svariate ispirazioni, ma simile a quello che conosciamo – si radicò in tutta l’Europa cristiana e, col tempo, un po’ com’era avvenuto per il cristianesimo, specie cattolico, si diffuse in tutto il mondo. Oseremmo dire “ecumenicamente”: ovunque vi fosse una casa …cristiana.

Il presepe divenne un’arte. E come tale visse un periodo aureo nel XVIII secolo, quando si cominciò ad ampliare e completare la storia di Natale con stazioni ed episodi, sia nei presepi delle chiese e dei castelli, sia nelle case della gente comune. Nel museo di Bressanone è possibile ammirare il più famoso di questi “presepi annuali” composto da più di 4000 figure, realizzato da Augustin Propst e dal suo fratellastro Josef, di Vipiteno.

Nel Museo Diocesano di Bressanone troviamo anche l’altrettanto famoso Presepio Nißl, composto da 500 figure e realizzato dal figlio contadino-scultore Franz Xaver Nißl (1731-1804) originario della Zillertal. Le figure, estremamente espressive, sono esposte in sedici grandi vetrine: sette mostrano scene di Natale con i tre Re Magi, nove il ciclo della Quaresima. Questo presepio, di altissimo valore, è proprietà della chiesa parrocchiale di San Giovanni in Valle Aurina.

Il divieto di allestire i presepi – che oggi follemente si ripropone – non è un’assoluta novità… La furia iconoclasta e l’avversione per la Fede cristiana risale, del resto, alle origini e Gesù stesso avvertì i cristiani in tal senso… La fine del XVIII secolo fu, infatti, contrassegnata dall’ Illuminismo e dalla Secolarizzazione. Si precorse l’idea di un laicismo inteso erroneamente come atteggiamento non solo agnostico, ma anti religioso

In alcuni territori vennero vietati i presepi: soprattutto in Baviera si dovettero eliminare tutti i presepi dalle chiese, e furono portati nelle case contadine per evitarne la distruzione. La conseguenza fu che nei contadini crebbe l’interesse per l’arte raffinata dei presepi, così che essi stessi cominciarono ad intagliare le figure.

Fino alla metà del XIX secolo preferivano sfondi con paesaggi di montagna; dalla seconda metà del secolo invece acquistò sempre di più interesse il presepio orientale.

A cavallo dei due secoli diminuì l’interesse per i presepi, una serie di collezionisti impedirono che molte rappresentazioni andassero perdute per sempre… Ne fu un esempio Max Schmederer, consigliere di commercio di Monaco, che raccolse presepi che già allora erano stati allestiti in tutto il mondo, lasciando in eredità ai posteri una delle più grandi collezioni di presepi d’epoca del mondo, che oggi è possibile ammirare al Museo Nazionale di Monaco di Baviera.

Ai nostri giorni è cresciuto notevolmente l’interesse per i presepi, come dimostrano le società dei presepi, fondate un po’ ovunque.

In Italia si può distinguere fra tre principali tradizioni: il presepe umbro, quello napoletano e quello siciliano.

Bisogna riconoscere il primato al presepe napoletano, che è il più equilibrato e completo. Oltre che “napoletanamente” fantasioso.

Il presepe umbro concede molto spazio alla grotta, cui il paesaggio fa da sfondo. Il tutto è racchiuso in una sorta di piccolo palcoscenico. Il presepe siciliano, al contrario, si esprime in una vasta miniatura del paesaggio e la grotta ne costituisce un elemento pur fondamentale. Il presepe napoletano concilia il tutto. E’ di regola di grandi proporzioni, pur essendo rappresentato in un “palcoscenico”. Vi trovano posto, oltre ai personaggi della tradizione, i rappresentanti di arti e mestieri, elementi accessori come il fiume in carta argentata o acqua corrente, oggi motorizzata, alcuni personaggi reali contemporanei: attori, uomini politici, cantanti etc.

I costumi dei pastori o personaggi nel presepe tradizionale italiano – per quanto possa sembrare strano – si riferiscono ad un’epoca che corre dal barocco all’ottocento. Per lo più, il 900 ha prediletto la tradizione, fermando, ad un certo momento, l’immagine complessiva del presepe che in casa preparavano nonni e genitori…

Stranamente, solo “a stralcio” si riproducono personaggi e paesaggi orientali, simili a quelli che si immagina fossero al tempo di Gesù.  Questo, inoltre, si fa concedendo libero spazio alla più assoluta fantasia…

Il presepe napoletano più famoso è il Presepe Cuciniello. Altro famoso è quello dei fratelli Scuotto, di cui riportiamo alcune riprese a fine articolo con la collaborazione del nostro Franco La Valva.

Oggi va ribadito come in tutto il mondo, durante il periodo natalizio, laddove i cristiani festeggiano l’incarnazione di Dio, sia invalsa l’usanza di erigere presepi nelle case e nelle chiese. Occorre opporsi con fermezza a chi nega il valore morale, ma anche poetico, del Natale che il presepe rappresenta al meglio.

Prepariamo il presepe nelle nostre case anche in modo assolutamente semplice.

Questo è il "Presepe": un esmpio di"edizione povera", ma significativa, perché Gesù non nacque nello sfarzo.Insomma: il presepe fatelo come potete,ma fatelo!
Questo è il “Presepe”: può iniziare e finire così. Ecco un esempio di”edizione povera”, ma non per questo meno poetica. Da un tronco d’Albero con personaggi appena abbozzati in terracotta. Gesù non nacque certo nello sfarzo… Insomma: il presepe fatelo come potete,ma fatelo!

Protagonista è la Sacra famiglia: che Gesù, con la sua figura, mista di grandezza e semplicità, possa iniziare a dare a noi ed ai nostri figli quella lezione che inizia già nella grotta: il Re dei Re fa ripartire la storia umana, iniziando dalla povera culla su un letto di paglia: da una parte una dimostrazione, anche terrena, di infinita potenza, dall’altra un esempio del grande valore dell’umiltà

Germano Scargiali

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I PRESEPI IN SICILIA

Anche in Sicilia forte è la tradizione e la devozione con cui si cura il presepe. Nell’Isola i presepi rappresentano una vera e propria attrazione turistica. In varie città, ma anche in borghi minori ed antichi, continuano, anno dopo anno, ad essere allestiti presepi, anche a carattere vivente o monumentale, coinvolgendo piccoli e grandi… Sappiamo che la tradizione si alimenta anche a carattere familiare, dove in alcuni casi il presepe rappresenta un’occasione decorativa per la casa per tutto il mese di dicembre…

Dove visitarne

A Palermo, è possibile visitare – dall’8 dicembre scorso al 6 gennaio – il presepe della chiesa di Maria Santissima Regina Pacis, curato artisticamente da Carmelo Maltese, il quale potrà essere ammirato sia di mattina che di pomeriggio.

Nella provincia palermitana, a Cinisi, all’interno del Palazzo dei Benedettini, è possibile trovare il presepe curato da Giacomo e Lorenzo Randazzo, particolare per essere semovente e riprodurre arti e mestieri siciliani. Sempre nella piccola cittadina, inoltre, si può visitare un presepe in cui si utilizzano riproduzioni della Fiat 500, precisamente nell’oratorio della chiesa del beato P. Puglisi.

Di bei presepi se ne trovano in molte chiese ed anche in luoghi …non consacrati. Ce ne segnalano uno notevole all’inizio di via Roccaforte, a sx dentro un negozio di casalinghi e affini…

Elenchiamo alcuni presepi viventi in Sicilia. Una tradizione che si è andata allargando negli anni recenti…

  • Sutera – Presepe Vivente. 26, 28, 29 Dicembre 2019 e 4, 5, 6 Gennaio 2020. …
  • Calascibetta – Presepe Vivente. 27,28,29 Dicembre 2019. …
  • Custonaci,  25 -29 Dicembre 2019 – 4 – 6 Gennaio 2020
  • Nicosia – Presepe Vivente. …
  • Marineo -Presepe vivente
  • Messina – Natale con Gioia a Castanea. …
  • Militello Rosmarino – Presepe Vivente. …
  • Gangi – Presepe Vivente. …
  • Pollina – Presepe Vivente. …
  • Termini Imerese – Presepe Vivente.
  • Trabia – Presepe vivente – 24, 25 e 26 dicembre, 6 gennaio (ore 18-21).
  • Qui di seguito: Presepe napoletano – esempio – storia

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Nota

Abbiamo nominato la Cappella Sistina di Santa Maria Maggiore. La cappella Sistina del Vaticano non è unica. Questa, dedicata all’Assunta, è la principale cappella del Palazzo apostolico, nonché uno dei più famosi tesori culturali e artistici della Città del Vaticano e del mondo. Inserita oggi nel percorso dei Musei Vaticani, venne costruita tra il 1475 e il 1481 (evidentemente i lavori non duravano quanto oggi in Italia) all’epoca di papa Sisto IV della Rovere, da cui prese il nome. Esistono altre due Sistine: la Cappella Sistina nella basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, edificata da Sisto V, e un’altra nella cattedrale di Savona, fatta edificare da Sisto IV come mausoleo per i propri genitori.

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Due parole di fede

Soltanto l’essere umano spera, faceva notare in queste domeniche il liturgista Silvano Sirboni. Gesù arriva grazie al sì di un’umile ragazza di Nazareth, proprio quando la speranza del popolo ebraico si affievoliva nell’attesa. E’ il più grande dei tanti miracoli che avvengono in un ambiente di estrema semplicità e modestia, una realtà lontana dai centri del potere… Come Maria – sottolinea Sirboni – anche ogni discepolo del Signore è chiamato non ad attendere passivamente,ma a farsi strumento ed esempio di speranza con il proprio sì, mettendo se stesso al servizio di tutto ciò che è bello, buono e giusto.

Alla venuta di Gesù si addicono ancora una volta soprattutto le parole del profeta Isaia: “ecco, io faccio una cosa nuova, proprio ora germoglia: non ve ne accorgete?”

E’ fondamentale: si tratta di vedere i tanti semi di bene presenti in questo mondo che a volte sembra dimenticare la scelta giusta. Impegnarci tutti – discepoli anche noi – a far germogliare quei semi e impegnarci a proteggerli, voltando le spalle al male, perché la grazia del Natale continui ad irrompere positivamente nel mondo a partire da ciascuno di noi. (G.S.)

Così Papa Benedetto XVI: “Chi crede in Dio-Amore porta con sé una speranza invincibile, come una lampada con cui attraversare la notte oltre la morte, dopo esser  giunti alla grande festa della vita”.

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