Palermo calcio: col 4 – 0 al Carpi Rosanero lanciatissimi

I rosa felici sentono in pugno la vittoria…

Poco pubblico ma pienamente soddisfatto. Chi, contro la stolida contestazione che prosegue contro la dirigenza, era in tribuna merita partite così…

Coronado sugli scudi, ma non da solo. Con l’organico ridotto all’osso, la compagine rosanero ha mostrato di non soffrire, anzi, ha moltiplicato energie nervose e motivazionali, sfornando una prestazione solida e brillante. Scoprendo, anche una lunga panchina con talenti che aspettavano di mettersi in mostra… Una bella scoperta: le cosiddette seconde linee non hanno fatto rimpiangere i blasonati assenti, distribuiti nelle loro nazionali.

La prova dei rosa, anzi, è stata impreziosita e permeata da freschezza ed energia da parte di chi voleva certo dimostrare d’essere all’altezza del impegno affidatogli, nonostante non fosse ancora in cima nella stima di Tedino…

Sempre più convincente la performance di La Gumina, autore di un gol pregevole, da vero attaccante, mentre Rolando ha spinto con intraprendenza e intensità sulla corsia di sinistra, sfornando proprio l’assist cui ha messo la firma il bomber casalingo, cresciuto fra i “pulcini” della Favorita…

Val la pena, è la tentazione di primi commentatori, esaminare uno ad uno, i pregi dell’organico come si è mostrato in campo: i preggi dei maggiori protagonisti del 4 – 0 uno per uno…

Jajalo, per forza fisica, sagacia tattica e linearità nella distribuzione del pallone, ha confermato punto di riferimento di questa squadra, oltre che giocatore di livello per la serie cadetta.

Coronado, sgravato da compiti di copertura e libero di incidere negli ultimi venti metri, è stato straripante: bello e ricercato sul piano tecnico e stilistico, come consuetudine, ma finalmente anche concreto e prolifico con la tripletta che ha deciso il match.

Nasce, puntuale, il dubbio: il Carpi è sembrato modesto, grazie all’autorità ritrovata del Palermo o ha dato anche una mano all’undici di casa?

Il Palermo è comunque una squadra visibilmente in crescita, sotto il profilo atletico e della consapevolezza dei propri mezzi. Si vedono in campo progressi chiari, sia in termini corali che relativi alla condizione psicofisica dei singoli. Il rientro di Rajkovic ha attenuato il disagio figlio della contemporanea assenza nel reparto di Bellusci e Struna. Dal canto loro Dawidowicz e Szyminski, confortati dalla guida dell’esperto centrale serbo, hanno offerto una prova attenta, autorevole, priva di sbavature sul piano della “lettura” in fase difensiva. Il che è sempre della massima importanza ai fini della partita…

La fase offensiva, timida e spuntata, del Carpi visto oggi al “Barbera” non ha sortito chissà quali sollecitazioni e imbarazzi alla retroguardia di Tedino e la squadra rosa sarà chiamata a confermare la ritrovata solidità al cospetto di test più probanti…

Però, il purgatorio, se non, il periodo nero sembra si trovi definitivamente dietro le spalle. Lo testimonia la continuità di risultati: sono 11i punti nelle ultime 5 gare. Assieme alle prestazioni, nuovamente convincenti sul piano del gioco e della personalità. Il Palermo, quanto a condizione atletica che di consapevolezza di sé, sembra al momento la compagine maggiormente in forma tra le “elette”: le pretendenti, cioè, alla promozione diretta. Particolare non da poco in quella che è, innegabilmente, la fase centrale del campionato…

Il Frosinone, frattanto, arranca un po’, quanto basta – sembra – per consentire al Palermo ciò che adesso pretende dalla classifica: un sol punto separa adesso i rosanero dai ciociari, senza dimenticare il recupero del 2 aprile a Parma, campo mai facile, ma che potrebbe consentire ai siciliani di operare l’atteso e agognato sorpasso. Perché Palermo vuole tornare in A da prima della classe…

La vigilia del match odierno nascondeva delle insidie riconosciute.

Il rischio psicologico di sottovalutare l’avversario ed i timori per le assenze, assieme alle difficoltà dell’approccio – puntuali dietro l’angolo – erano, già di per sé, un nemico da battere.

ll Palermo, tenendo a mente, forse, Le tante lezioni precedenti, non ha lesinato energie nervose e mentali, affrontando il match con la giusta determinazione e disponendo dell’avversario con l’autorevolezza e il cinismo dei bei giorni…

E il rigore “sacrosanto”, calciato poi con freddezza e personalità da Coronado a spianare la strada. Erano trascorsi neppure 20’ e non trascendentali. Quindi, pur faticando un po’ a far breccia nel bunker di Calabro, i rosa nella prima frazione non hanno praticamente rischiato nulla… Solo una parata, pronta ma sicura, di Pomini su ripartenza ingenuamente concessa a Garritano. Nulla di più.

La zona Palermo, ovvero i primi ticchettii dell’orologio in apertura di ripresa, è ormai un must nel campionato dei rosa di questa stagione. Sembrano invasati già passando dal tunnel, al rientro dall’intervallo: ecco gli uomini di Tedino che chiudono la partita. Si muove un trio che ieri, assenti Nestorosky & C ha funzionato da sogno: Jajalo ispira, Rispoli sovrappone e rifinisce, Coronado puntuale infierisce sul secondo palo.

Una mazzata secca, inferta ad un Carpi, squadra onorevole, che si era presentato in campo ordinato e volenteroso, ma poi rivelatosi arido sul piano pratico ed anche tecnico. La compagine emiliana ha maldestramente provato a limitare i danni approntando una propria vis agonistica, con corsa e densità tra i reparti a protezione di Colombi. Ma senza mietere un reale bottino.

Quando Calabro, l’allenatore avversario, ha azzardato l’ingresso di Melchiorri, quasi costretto dal tabellino e dal copione ad abbozzare un’interpretazione più propositiva alla ricerca della rimonta, per gli emiliani è stata notte fonda. Alzando il baricentro ed allungandosi nell’auspicio di trovare il gol della speranza, il Carpi si è esposto a ripartenze e fraseggio di un Palermo di un’altra categoria sul piano tecnico.

La squadra di Tedino, accedendo ad un punteggio da entusiasmo, non si è fatta pregare. Prima ha fatto tris con una trama da manuale: lancio in verticale di Jajalo, inserimento e cross teso di Rolando, attacco sul primo palo da vero uccello di rapina, fulmineo e al volo, di La Gumina. E tre.

Il Palermo, dunque, ha fatto il poker con Coronado: suo il destro “chirurgico” a giro sul secondo palo, che ha sciorinato un saggio di virtuosismi balistici, inebrianti per il pubblico – poco ma buono – del Barbera. E’ stato il KO per i già provati ragazzi di Calabro. Il palo di Murawski è un lampo, suggella la giornata trionfale dell’accademia rosanero prima del fischio finale.

Come un buon vino, armonioso ed intenso, Il Palermo ha dominato in una ripresa in cui ha sciorinato trame lineari, esteticamente gradevoli e di buona qualità. La squadra di Tedino ha divertito e si è divertita.

Sola nota dolens il problema muscolare occorso a Jajalo. Il nazionale bosniaco è stato costretto a lasciare il posto a Fiordilino dopo una violenta conclusione dalla distanza, ben parata da Colombi, che avrebbe meritato miglior sorte.

Regia da manuale, ma intelligente e focosa in termini di forza fisica: Jajalo denota sempre maggiore autorevolezza ed intraprendenza nell’interpretazione del ruolo, concedendosi anche qualche pregevole imbucata in verticale, azzardando un paio di millimetrici cambi di fronte sul lungo. Giocate non proprio insite nel bagaglio tecnico del numero otto di Tedino: sempre più leader del centrocampo ed in crescita esponenziale in termini di autostima. Sia Gnahoré che Murawski, al rientro dal primo minuto, hanno garantito intensità e dinamismo.

Su Coronado resta da dire. Bisogna solo da ammirare, sussultare, applaudire e gustare le giocate, geniali, funamboliche e tecnicamente sublimi, di un calciatore che, per lignaggio balistico e di pensiero, è stato indicato come un ospite d’onore in questa serie cadetta. Se la continuità, sotto il profilo mentale e agonistico, sorreggesse il suo bel talento, il brasiliano calcherebbe a pieno titolo i campi più qualificati del gioco del calcio. La non prorompente struttura fisica è al contempo un plus e un limite di qusto giocatore di qualità pregiata…

Un 10, da palermitano, a La Gumina, non solo per la rapacità e la coordinazione con cui ha firmato la terza rete. Nino lotta, pressa, si sbatte, taglia, incrocia, crea spazi, attacca la profondità. Gioca con e per la squadra. Oggi ha interpretato senza timori, anzi con autorità, il ruolo di terminale offensivo. Ruolo non esattamente corrispondente alle sue strette caratteristiche. Talvolta ha fatto anche da scudo, anticipando e coprendo con foga il sopraggiungere del pallone: la squadra saliva, mentre lui stesso gestiva con saggezza e semplicità diverse azioni in fase di manovra…

Il palermitano è un giocatore molto diverso da qualche mese fa. Più pronto e consapevole. I margini di miglioramento ancora si vedono… Dove arriverà? Al momento, La Gumina è certamente più maturo, in grado di dare un contributo fattivo, non più, assolutamente, una riserva da mezza partita o meno ancora: si vedrà… Una bella sorprese l’esordio stagionale di Corentin Fiore: pochi minuti per lasciare intravedere buone doti sul piano tecnico e un elegante stile di corsa. Dalla crescita di La Gumina, così come dalle buone prestazioni di Fiordilino a Novara e di Rolando nelle ultime uscite, il Palermo appare adesso una squadra dalla banchina lunga. Conta su una serie di giovani interessanti, quasi pronti, che garantiscono una discreta profondità alla rosa…

A Tedino non si chiede di mandarli allo sbaraglio nella fase calda e decisiva della stagione, ma di inserirli al momento giusto, garantendo loro un impiego costante, anche se graduale…

Questo 3-5-1-1 con tre centrocampisti di ruolo e Coronado libero di imperversare in prima linea, senza impegnare in compiti di copertura il brasiliano, è sembrata la formula “giusta”. Del resto, è stato proprio questo l’assetto con cui il Palermo ha giocato gran parte del girone d’ andata, giungendo al primato in scioltezza.

Sarà questo l’assetto tattico e strategico per giocarsi al meglio le proprie chances in vista della promozione diretta? L’assenza dei giocatori rosanero impegnati con le proprie Nazionali ha consentito a Tedino di sciogliersi qualche dubbio, un’esperienza preziosa, anziché un intoppo in vista del prosieguo del campionato. Le alternative “ci sono garantiscono intensità e brillantezza almeno pari a quella di alcuni big. Per una squadra che aspira al massimo questo può rappresentare il tutto…

Chohev, Trajkovski, Nestorovski, lo stesso Alesami, prossimo al rientro dopo l’infortunio: tutti dovranno dare il massimo per meritare fino all’ultimo la maglia da titolare…

Gli spalti ancora vuoti – il maltempo non è una scusa sufficiente – sanciscono una secca condanna per la tifoseria assente ed assolvono sempre più Maurizio Zamparini.

Germano Scargiali

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