Da Biagio Conte per contrastare la povertà per la crescita della Sicilia

Biagio Conte, missionario laico di forte e dichiarata fede cattolica. Alle accanite proteste a favore dei poveri ed all’alacre azione assistenziale, associa momenti in cui manifesta la capacità di sorridere e scherzare.

Il problema della povertà è stato il focus di una giornata di lavori, oggi venerdì 2 febbraio 2018, a Palermo, nella sede della Missione Speranza e Carità, in via dei Decollati. Molte le personalità presenti, ma, al di sopra di tutte, quella del fondatore del “Centro”, il notissimo Biagio Conte, missionario laico, ma con forte propensione alla fede cattolica, sempre più un eroe cittadino della Palermo dal volto buono. Quella, insomma, che tutti vorremmo sempre vedere e che vorremmo si mostrasse verso l’esterno delle proprie mura e della Sicilia…

La locandina
La locandina con i loghi degli enti che hanno aderito all’iniziativa.

Ad organizzare l’evento è stata l’Alleanza contro la povertà, una rete che collega 37 tra associazioni, sindacati, enti e movimenti del terzo settore che, per la prima volta da quando nell’agosto scorso è stato istituito il Rei (reddito d’inclusione, ndr) si confronta nell’Isola con i vertici politici e le istituzioni in genere.

Il Rei è la prima misura strutturale contro la povertà adottata nel paese ed entra in vigore concretamente in questi giorni. In Sicilia l’adozione dello strumento, che chiama in causa Regione e Comuni, s’inserisce in un quadro che non manca certamente di dati molto preoccupanti.

Nell’Isola la condizione di povertà coinvolge circa 40% della popolazione. La Sicilia è una regione col reddito medio familiare (21,8 mila euro) tra i più bassi d’Italia. A Palermo Biagio Conte – secondo un suo tipico e vigoroso modo di protestare – ha inscenato in questi giorni una silenziosa protesta, alla Gandi, digiunando e dormendo per strada per “stare al fianco”, come ha detto, di chi non ha né casa né lavoro. Circola una foto in cui l’Arcivescovo Corrado Lorefice si è chinato a baciare Biagio, sollevandolo da terra ed esortandolo a sospendere questa sua performance di sacrificio, promettendo, ovviamente, il proprio interessamento…

Da qui maggior vigore per l’evento odierno, i cui lavori sono stati introdotti e moderati da Rosanna Laplaca, della segreteria della Cisl Sicilia. Si sono presi a riferimento i risultati di un’indagine sull’attuazione nell’Isola del Sia (Sostegno all’inclusione attiva, ndr), la misura contro la povertà adottata in Italia nel 2016 e che, da quest’anno, cederà il passo al Reddito d’inclusione, Rei.

Li ha illustrati Liliana Leone, direttrice del Cevas, il centro di ricerca sulle politiche pubbliche, (sede a Roma). Nel corso della mattinata due assessori regionali si sono succeduti al microfono: Maria Ippolito, alla Famiglia e alle politiche sociali e Roberto Lagalla, all’Istruzione e formazione.

Leoluca Orlando, sindaco di Palermo e presidente dell’Anci Sicilia e l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, dopo aver portato solidarietà a Biagio Conte nei giorni della protesta, ha portato nella sala congressi ricavata dalla chiesa del Centro Missione speranza e carità (sede di via Decollati) il proprio sostegno pastorale.

Si sono succeduti a parlare Lorenzo Lusignoli, della Cisl nazionale e dell’esecutivo nazionale dell’Alleanza contro la povertà, su Il Reddito d’inclusione e le modifiche alla legge stabilità, Sergio Saltalamacchia, direttore generale dell’Inps regionale (Dal Sia al Rei: modalità di attuazione in Sicilia), Dino Barbarossa, presidente della Fondazione Ébbene e componente dell’esecutivo nazionale dell’Alleanza, che ha parlato di Percorsi per l’inclusione e l’autonomia. Giuditta Antonia Petrillo, presidente del CeSVoP, su L’azione del volontariato contro l’indigenza, in rete con gli enti locali. Infine, Paolo Quercia, funzionario del comune di Palermo, si è espresso in un focus sulla città: Palermo, da caso a modello di contrasto alla povertà. Fra i presenti, Tuccio D’Urso, neo dirigente generale a Territorio e Ambiente della Regione (proviene dai Lavori pubblici).

Nel pomeriggio si è avuto un confronto, coordinato da Giovanni Sardo della segretaria regionale Uil, tra Mario Candore, direttore generale del dipartimento Famiglia della Regione (Il ruolo della Regione nell’attuazione del Rei), Antonio Parrinello, direttore generale del dipartimento Lavoro della Regione (Il ruolo delle politiche per il lavoro nell’attuazione del Rei) e Pippo Di Natale, portavoce del Forum Terzo Settore Sicilia, che ha trattato il tema su Rei e ruolo del terzo settore.

Le conclusioni sono state “tirate” nel pomeriggio per voce di Domenico Leggio, referente per le politiche sociali della Caritas siciliana e vicepresidente nazionale Fio.PSD, la federazione che opera sul fronte delle persone senza fissa dimora.

Sul proprio sito l’Arcidiocesi ha dato risalto al nuovo “accorato appello agli uomini delle istituzioni e ai cittadini, da parte del missionario laico Biagio Conte, fondatore della Missione Speranza e carità dove accoglie migliaia di senzatetto nelle strutture di via Archirafi e via Decollati, il quale da mercoledì notte dorme sotto i portici della posta centrale di via Roma a Palermo”.

Biagio Conte, specifica, “…ha scritto una lettera alla città con la quale invita a non essere distaccati verso i bisogni degli ultimi perché l’indifferenza può uccidere”.

I senzatetto, morti negli ultimi mesi all’angolo della strada fino al caso di Amor il pomeriggio di Capodanno, “…sono la prova che qualcosa non va, che le ingiustizie sociali stanno relegando ai margini uomini soli, famiglie con figli, anziani, nell’indifferenza generale. E lui, padre Biagio Conte, l’uomo che dai primi anni ’90 raccoglie dalla strada chi non ha più nulla, ha deciso di ‘farsi come loro’. Così, ha preso un paio di coperte, la Bibbia, il breviario, ha raccolto per strada un bel cartone robusto e ha sistemato il suo giaciglio di protesta sotto i portici delle Poste centrali di via Roma. Proprio dove qualche anno fa emise l’ultimo respiro Vincenzo, un senza dimora che la Missione Speranza e Carità ha assistito e accompagnato verso la morte, facendogli sentire l’affetto e l’attenzione che per una vita gli erano stati negati”.

Nel culmine degli interventi della mattinata e nelle stesse parole dell’Arcivescovo, si è fatto opportuno riferimento alla differenza fra un intervento materiale, che ha l’aria di un’elargizione nel tentativo di un salvataggio, rispetto ad una più auspicabile azione, tesa a restituire agli individui in stato di povertà – o comunque di disagio sociale – una condizione di dignità umana e civile, un lavoro, una personalità…

CONCLUSIONE (dell’autore)

Nel complesso, però, abbiamo avuto l’impressione che – in un’ottica perdurante di tipo ideologico – si guardi al disagio sotto il profilo dell’individuo (in stato di sofferenza), non già con riguardo al problema nel suo complesso, nella sua totalità… Ed è strano in un’era in cui si parla continuamente di globalizzazione Vogliamo dire – in parole semplicissime – che non esiste un problema sociale perché esistono i poveri, che ne sono il sintomo, bensì esistono i poveri perché un mal funzionamento della società crea problemi di emarginazione, di sotto occupazione, di mancata distribuzione dei beni di sussistenza, che pure abbondano nella società moderna in cui – indubbiamente – viviamo… E’ lì che bisogna indagare, diagnosticare, intervenire…

Ciò è sommamente vero se appena citiamo la definizione di una scienza detta Economia politica o Scienza economica: essa è la dottrina che studia “i motivi della ricchezza e della povertà delle nazioni”. Ma si può aggiungere anche …nelle nazioni.

Intendiamoci: da cristiani siamo i primi (dobbiamo esserlo) a considerare il caso concreto, nella sua unicità e irripetibilità, come il fondamento della morale. La stessa parola “prossimo” significa vicino, presso di te. Gli inglesi direbbero anche the next.

Caritas è, infatti, certamente un concetto latino e cristiano da non dimenticare mai, neppure in clima di società opulenta. Perché, oltre alla carità materiale, c’è quella morale…

Tuttavia, perdere la visione generale significa non affrontare “il problema” su larga scala. L’importante, in definitiva, è “qui” non comportarsi come se avessimo di fronte un bicchiere costituzionalmente “mezzo vuoto“. Occorre convincersi, anzi sapere, che il bicchiere del mondo moderno è pieno ben oltre la metà. Il bicchiere spesso trabocca e il problema più grande è (paradosso solo apparente) che qualcuno consumi tutto ciò che si produce o, almeno, una gran parte. La macchina si inceppa perché ciò deve avvenire “in modo remunerativo” per chi produce e commercializza. Il problema è di “organizzazione” della società sul terreno economico e, a valle, sul terreno sociale e civile… Senza dimenticare che tutto debba essere moralmente mirato al servizio dell’uomo, ma che nulla possa funzionare che non sia anche economico. Se il risultato dell’azione umana non è preceduto dal segno più, il disfunzionamento è dietro l’angolo.

In altri termini, un prossimo e più opportuno “focus” potrebbe essere quello capovolto: “Favorire la crescita della Sicilia per contrastare la povertà“. Ovvio, più che ovvio…

Germano Scargiali

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