Un solo ministero, affidato a Luigi Di Maio, per tre funzioni strategiche per il Paese: cruciale il bilanciamento fra politiche di sviluppo per le imprese e misure di welfare, come il reddito di cittadinanza.
…Un forte segno della politica economica del Governo Conte, che riguarda anche le imprese, è rappresentato dall’accorpamento dei ministeri dello Sviluppo Economico, del Lavoro e Welfare, e dal fatto che il super-dicastero sia affidato al capo politico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, che è anche vicepresidente del Consiglio, si moltiplica non si sa quanto… Un’aurora di felicità, dunque, si prospetta per gli italiani: saranno governati da Di Maio. Contenti loro…
Resta u mistero come il paese dell’Italian Style e del buon gusto, di Dante, Petrarca, Leonardo, Galileo, Brunelleschi, Botticelli, ma anche degli ottocenteschi Leopardi, Manzoni, l’italia maestra del buon cinema, patria della musica e tanto altro ancora – perché ha inventato anche il “nucleare” ed ancora ne è all’avanguardia,possa selezionare queste mezze calzette…
Certo, in fatto di impresentabili in politica, fra il portamento di Fanfani e la gobbetta di Andreotti non è che abbiamo dei gran precedenti in politica…
Non a caso, frattanto, tornando al concreto,cioè modo in cui l’esecutivo intende impostare le politiche produttive si è pronunciato, evidenziato punti critici, il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, secondo il quale nel programma di Governo …grande centralità è data ad agricoltura e turismo. Ma l’Industria non c’è.
A Paolo Galasso, presidente di API (associazione piccola Industria), intervistato da pmi.it, non dispiace la scelta di accorpare i due ministeri, sulla base della considerazione che «lavoro e sviluppo economico hanno gli stessi problemi», ma a sua volta invita l’esecutivo a sostenere il settore manifatturiero, in cui il Paese esprime eccellenza, con politiche adeguate in materia di costo del lavoro, fiscalità, sostegno al mercato interno, temi di rilevanza anche internazionale come la delocalizzazione e i nodi del mercato europeo. C’entra col lavoro? Certamente: “liberismo” insegna che che dove c’è impresa c’è lavoro. Però, c’è un però: una è la politica dell’impresa, un’altra è quella del lavoro. Sono in contrasto: un minimo di Marx, suvvia! E’ vero, s’è capito che le sparava grosse, ma… L’impresa vuole ridurre il costo del lavoro etc. I lavoratori vogliono più soldi etc. O no? Li mettiamo, allora, sotto un unico padre? Ma sì, il giovane Luigi di Maio! Eureka!
Come si vede, il lavoro del leader pentastellato, neo ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro e del Welfare, si presenta come particolarmente impegnativo. Ma lo sapete che ruolo da primattore svolge da tempo in Italia il ministro allo sviluppo economico: si direbbe a palermo: è …u cuppino ‘i tutti ‘i pignati. Trasporti per mare e per terra, porti, ferrovie, ponti, opere pubbliche, energia e, naturalmente, industria e agricoltura. Vi basta?
Il programma pare preveda misure di semplificazione per le imprese, un focus particolare su alcuni settori indicati da Boccia (turismo, agricoltura, green economy), provvedimenti molto rilevanti in materia di lavoro (introduzione del salario minimo) e novità altrettanto importanti sul fronte del Welfare (reddito di cittadinanza). Alcune di queste misure non fanno che inserirsi in una linea di continuità con i predecessori (in primis, le semplificazioni, la riduzione del cuneo fiscale e delle tasse alle imprese), altre invece sono molto innovative.
Val la pena di mettere a confronto Reddito di cittadinanza e REI, attorno ai quali “ruota” un dubbio amletico, a confronto.
Il reddito di cittadinanza (che fra l’altro, in varie forme, c’è in molti paesi europei) era quello, molto discusso, della promessa elettorale. E’ uno strumento di welfare, che se ben regolamentato può diventare anche un incentivo all’incontro fra domanda e offerta di lavoro, promuovendo il reinserimento mirato dei disoccupati nel mercato del lavoro.
Il Reddito di inclusione (REI) è una misura di contrasto alla povertà dal carattere universale, condizionata alla valutazione della condizione economica. Come idea è simile all’assegno ideato da Berlusconi ed oggi è portato avanti dalla sinistra che in qualche modo fa capo a Matteo Renzi e Paolo Gentiloni…
I cittadini hanno potuto richiederlo – almeno in teoria, cioè, in Italia, in linea di diritto – sin dal 1° dicembre 2017 presso il Comune di residenza o eventuali altri punti di accesso indicati dai Comuni. Il REI si compone di due parti: trattasi di un beneficio economico, erogato mensilmente attraverso una carta di pagamento elettronica (Carta REI). E’ un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa volto al superamento della condizione di povertà, predisposto sotto la regia dei servizi sociali del Comune. Dal 1° gennaio 2018 il REI ha sostituito il SIA (Sostegno per l’inclusione attiva) e l’ASDI (Assegno di disoccupazione). Si allarga la platea dei potenziali beneficiari del Rei, il reddito di inclusione sociale introdotto dal governo Gentiloni, e le domande possono essere presentate dal primo giugno (il beneficio si ottiene a partire dal mese successivo). A partire da giugno la platea dei beneficiari del Rei è stata allargata e quindi è più facile accedere al sussidio: si passa infatti dalle 500mila famiglie coinvolte a una platea di 700mila… Prima passato era necessario avere in famiglia almeno un minore, un disabile, una donna in avanzato stato di gravidanza o un disoccupato over 55. Adesso le maglie si sono allargate.
Galasso, comunque, ritiene sia utile perseguire sia un’importante politica di potenziamento dei centri per l’impiego, sia altrettanti presidi sul fronte del rispetto delle regole ed evitare, così, fenomeni “distorsivi”.
Da una parte, quindi, l’accorpamento dei due ministeri, scelta politica rilevante, potrebbe anche sottolineare la volontà di affrontare in modo organico le politiche produttive, da “tutti” i punti di vista. Una scelta politica… Dall’altra, proprio l’attenzione a un buon bilanciamento, anche nei tempi e nei modi di attuazione, di tutte le misure annunciate rappresenta, di certo, l’impegno più difficile del momento: una quadratura del cerchio che richiede una maestria tecnica e forse taumaturgica – lungo una strada irta di ostacoli o probabilmente impercorribile – che non ci sembra poter attribuire a un Luigi Di Maio…
Di sgravi fiscali, di rilancio dell’edilizia, non se ne parla. Anzi: si minaccia …severità fiscale: Che cosa esattamente vuol dire? C’è da rabbrividire: il fisco ci ha già ridotto all’osso. E non solo a “noi”. Come rilanciare la ripresa, lo sviluppo, la crescita? Non è dato saperlo…
Di certo ci troviamo, comunque, davanti ad un grande della storia della Repubblica e persino del Regno: già L. Di Maio. Nessuno prima di Di Maio aveva ricoperto tante cariche. Delle due l’una, senza via di mezzo: o siamo a posto o siamo “fottuti”.
Scaramacai