Il corto circuito fra le due culture

Raffaello Sanzio nel suo famoso dipinto ‘La scuola di Atene’ mostra di conoscere ed aver ben compreso la fondamentale opposizione fra il pensiero di Parmenide ed Eraclito che dipinge al centro della scena: i due ‘pensieri’ rappresentano sin dall’antichità la dicotomia che divide moralmente l’umanità. Eraclito rappresenta la molteplicità e il movimento del pensiero liberale in contrasto con Parmenide che elabora una visione statica dell’esistente che vede nella sua immutabilità. L’idea viene condivisa da Platone e – nella sostanza -ha un contenuto ‘immorale’. Se ne accorsero, sia Platone stesso, sia il suo epigono Sant’Agostino :se la realtà è immutabile o già perfetta, qual’è il ruolo morale dell’individuo e dell’intera umanità? Nella visione cristiana questi sono chiamati da Dio a condividere la lotta contro il Male.

Se, come disse Benedetto Croce,non possiamo non dirci cristiani‘, perché tutto il mondo – e l’occidente in particolare – ha bevuto – per dirla in poesia – al calice del cristianesimo, si pensi al calendario (D.C.), qualcosa di simile possiamo dire del socialismo, pur di stampo (purtroppo) marxista. Perché – come diremo avanti –  è lì l’errore, nel trasformare, cioè, il tutto non nella rappresentanza di una posizione socio politica, né gli interessi di una categoria, ma nel  trasformare il tutto in un’ideologia…

L’importante sarebbe che il socialismo si testimoniasse più nel bene (lo spirito sociale) che non nel malecioè cadendo nel materialismo storico e nell’abitudine di ragionare in subordine ad ‘una’ ideologia

Peggio: …in un’ideologia dai 10 comandamenti – quasi fosse la religione abramitica – ma improntati all’accennato materialismo storico, all’ateismo, ad un errato spirito laicista che comporta errori morali e materiali… Ciò proprio, se è vero che unico sia ‘il cervello pensante’ e non vi sia soluzione di continuità, non un salto netto nell’ambito dell’intelligenza. Vogliamo dire che, se la mente ‘si abitua’ a ragionare in termini ideologici, …lo farà sempre.

La semplificazione di base dell’ideologia marxista, ma anche di quella illuminista, consiste nel ridurre tutto il pensiero ad “uno”, nel confrontare con il principio base ogni ragionamento particolare. Da qui, l’ideologia non tarda a moltiplicarsi in più piccole ideologie‘ che risolvono in qualche modo i problemi particolari che inevitabilmente si presentano…

Val la pena di ricordare che il voler ‘ridurre ad unola molteplicità del cosmo, cioè la realtà ‘planetaria’ da cui, invece, anche la semplice ‘visione’ dell’unità è esclusa. Nella logica della teologia cristiana, l’unità è solo in Dio e cercare di realizzarla, di tenerla in pugno – come anche il solo vederla – è il maggiore dei peccati. 

La realtà terrena è, infatti, caratterizzata dalla molteplicità. Tentare di annullarla consiste nel ripetere lo spirito negativo che è alla base del peccato originale.

Il mondo (cosmo), chiariamo ancora, è come ‘condannato alla molteplicità‘: essa si esemplifica e si evidenzia concretamente di continuo nella ininterrotta scelta che si impone all’individuo e alla società stessa di discernere fra il bene e il male, fra il vero e il falso, fra la ragione e il torto, fra l’errore e il suo contrario.

Gli antichi filosofi si divisero subito fra chi concepiva la virtù come la capacità di percepire la sostanziale staticità del creato (Parmenide, Zenone, Platone) e chi, invece, sosteneva che la virtù consistesse nell’accettare (e gestire) il continuo ‘divenire’ di tutto l’esistente (Eraclito del panta rei) e che la realtà fisica e mentale, oltre che sociale fosse caratterizzata dal movimento e dalla molteplicità (Democrito, che creò il concetto e il termine di atomo).

_____________________________________

Un opportuno chiarimento

E’ appena il caso di osservare che la realtà moderna non fa che confermare la molteplicità e il movimento come ‘indole’ della storia e del progresso:

La molteplicità è l’anima della libertà.

Il movimento, oggi, è tutto‘: è nella materia, è crescita, è ricchezza. Il movimento, inteso anche come movimentazione attraverso il territorio è la colonna portante del benessere. Della ‘creazione’ di valore aggiunto.

Il movimento – anche delle merci, dei servizi e del denaro – vale ormai più dell’oro.

Il tempo in cui l’oro e la terra ‘erano’ la ricchezza fu soprattutto il Medio Evo. Per il resto, già la grandezza di Roma e delle maggiori civiltà antiche si fondava sulla rete stradale…

_____________________________________

Individuare un principio unico da cui far dipendere l’intero ragionamento umano (e le stesse scelte) è l’errore, tragico, dell’illuminismo ed anche del marxismo….

Quel principio che ‘svegliò il mondo’ nel ‘700, provocando il lievito degli enciclopedisti e della Rivoluzione francese, conteneva un ‘veleno’ di base: non è vero, infatti, che basti illuminareà la lumiere de notre raison“, alla luce della nostra ragione la realtà per risolvere i problemi della storia…

Basterebbe osservare – senza neppure entrare nel problema – che ciò comporterebbe la ‘stucchevolezza’ della storia passata, cioè la ‘stupidità’ dei ‘nostri predecessori’. Ma, di fatto, i problemi del mondo e dell’umanità sono tali e tanti che occorra l’intero corso della storia, il cui epilogo è assolutamente ignoto e, forse, è una mera astrazione, per approfondirli e, quindi, risolverli in qualche modo

E anche ciò – almeno nei fondamenti – in un modo a noi ancora ignoto: non esistono ‘ricette’, né illuministe, né marxiste, né d’altra matrice. Mentre è chiaro che un ‘corretto pensiero laico‘, se vogliamo usare questo travisato termine, di per sé non afferma, né nega niente… Perché, nel momento in cui ‘afferma‘ o ‘negacessa di essere laico.

La conseguenza dell’errore, che l’illuminismo trae da un’imprecisa interpretazione del pensiero di Platone, è la superficialità – e, diciamo così, la frettolosità – con cui ritiene di ‘poter cambiare il corso della storia‘- applicando una sola o poche idee, apportando una o poche modifiche – anche se fondamentali – al pensiero applicato. E ciò persino nel corso di una o di un paio di ‘generazioni’.

Regole come la fede nell’intelligenza immediata o come l’abolizione della proprietà privata del capitale, non risolvono il problema sociale, tantomeno i problemi della storia che, come il grande Shakespeare fa dire ad Amleto, …la carne ha ereditato

Da questo vezzo‘ della semplificazione nasce molto del peggio dell’era in cui viviamo. Eliminando, in sostanza, una serie di dati ‘dal problema’, cioè da ogni e ciascun problema, si giunge  a ‘scheletriche conclusioni materialistiche‘, all’ateismo, al nichilismo, ad una sorta di religione del concreto che si declina e si coniuga nell’intero panorama del pensiero. Da qui nasce l’edonismo egocentrico, il salutismo, il pernicioso relativismo etico, l’ecologismo ideologico… Tutti questi sono dei corollari che discendono dal concedere l’idea di assoluto che appartiene a Dio – che non si vede – a qualcosa di visibile: il cosmo che appare ai sensi come eterno, perché visibilmente sopravvive all’individuo ed è come se lo dominasse non solo materialmente, ma anche moralmente… Ciò sempre per lainseparabilità dei concetti affini‘ se legati al mondo dello spirito o – se preferite – dell’intelligenza.

Come si vede, si cade nell’errore più totale, piombando addirittura nel paganesimo ed, anche, oltre ancora

E’ così che nascono gli errori morali del mondo contemporaneo. Che sono anche tecnico scientifici‘, perché – ripetiamo – l’intero ragionamento (il processo mentale) è fondamentalmente ‘malato‘.

E’ così che entra in voga il concetto di New age. A conferma che si cerca qualcosa di nuovo e, imbattendosi nella molteplicità del reale, finisce comunque per complicarsi in una serie di vere e proprie ‘nuove credenze

Il termineNew Age” (letteralmente “nuova era”) iniziò a essere diffuso dai mass media statunitensi nei tardi anni sessanta, per descrivere le forme di controcultura spirituale interessate a pratiche e concetti come la meditazione, il channeling, la reincarnazione, la cristalloterapia, la medicina olistica, l’ambientalismo e numerosi “misteri” di difficile interpretazione come gli UFO o i cerchi nel grano, o anche i bambini indaco.

Focalizziamo, ora, il channeling…  

La canalizzazione, o in inglese channeling (sostantivato in «condotto») è un termine utilizzato nell’esoterismo e nella letteratura new Age per riferirsi ad un metodo di comunicazione tra un essere umano e un’entità di un’altra dimensione, generalmente un angelo, un maestro “asceso”, uno spirito del piano astrale, o un’entità ritenuta un dio, un alieno ecc.

Attenti che “quell’angelo” oggi si configura spesso come il Diavolo!

 Ma, tornando con i piedi a terra, crediamo stia diventando ovvio che l’intero modo di ragionare si moltiplica in una serie di errori – particolari, che sono madornali se considerati ‘uno ad uno’ (cioè quando si scontrano – com’è inevitabile con la molteplicità dell’esistente), ma ancor più se considerati nel loro insieme.
Facciamo un ultimo esempio – molto attuale – che evidenzia come gli errori vadano soggetti anche ad un meccanismo moltiplicatore a causa del linguaggio, dei suoi ‘fraintendimenti’ (intelligenze fuorviate nei principi sono preda di fenomeni d’incomunicabilità) e del fenomeno della ‘connotazione’.
L’esempio riguarda la vexata quaestio delliberismo‘. ‘Liberaleè, secondo la logica socialista tradizionale, una ‘parola sporca‘… 
Non dovrebbe essere così, perché il concetto è vasto. La sua colonna portante è il concetto di Libertà: un dono ed un impegno per i cristiani; una meta nell’ambito civile e del cammino verso l’inconfutabile traguardo della democrazia. E’ stato acutamente osservato che il liberismo economico è inseparabile dai concetti della libertà e del sogno libertario…
La ‘non lingua’, cioè lo sciatto modo di parlare oggi in uso, non solo a livello popolare, ma anche a livello generalizzato, perché ‘fa moda‘, nonostante sia erroneo, ha creato l’espressione ‘vampira’ di ‘neo liberismo‘..
Tale espressione dovrebbe indicare una deformazione del liberismo, reintrodotto dopo l’implosione del socialismo reale, viene usata per ignoranza, o anche ‘a bella posta’, per screditaretutto il liberismo economico‘…
A ben vedere – invece – il liberismo economico è la colonna portante dell’economia di mercato. Della opportunità di adottare quest’ultima non ci sono più dubbi: laddove si è tentato di abolirla, in conseguenza delle storture consumistiche che comporta, si è andato incontro a culture di fame, di guerra  e di morte…
Le grandi comunità liberiste, in cui l’economia di mercato ha dato prova di una sorprendente capacità di resistenza ad ogni aggressione sono dovute intervenire per finanziare la ‘ripresa’ dell’economia in quegli stati.
L’economia di mercato sopravvive ad onta di insidie d’ogni genere, nonostante – cioè – le crisi indotte dalle bolle e da altre speculazioni in borsa, oltre che dalle contestazioni a volte selvagge e sostenute anche da movimenti di protesta e dai sindacati dei lavoratori dipendenti…
Ogni qualvolta si interrompono dei lavori in corso, per qualsivoglia causa di fatto o di diritto, come adesso per il ricorrere dell’epidemia, l’opinione diffusa dai media e quella corrente si applicano al problema dei ‘senza lavoro’, non già al danno prodotto dalla mancata esecuzione dell’opera a fini civili. Cioè al danno all’apparato produttivo che attende quell’opera come utile ed opportuna
Ciò dipende talvolta dall’incertezza che l’opera iniziata sia veramente utile (e non un’occasione per dare lavoro), ma soprattutto dalla mancata visione del ‘vero problema’ in divenire creato dall’arrestarsi dei lavori…
Riprendendo il discorso sugli effetti di tutto questo fenomeno sulla morale sociale ed individuale, è chiara l’indeterminatezza in cui cadono i principi, strattonati da destra e da sinistra.
Per di più come abbiamo già scritto – è avvenuto che ad una società il cui limite era il consumismo, come reazione spontanea ed anche indotta dallinteresse a vendere‘ da parte del settore produttivo, abbia reagito una dottrina definita concordemente ‘materialismo storico‘. Quindi: materialismo contro materialismo.
A questo punto non si può non osservare come anche la Chiesa abbia mancato al proprio mandato: non ha lanciato un adeguato messaggio morale. Il susseguirsi di papi, spesso santificati, ancor prima dell’arrivo del più ‘originale’ dei pontificati – quello di Bergoglio – ha lasciato la società e l’individuo in preda ad indeterminati rimproveri per supposte manchevolezze‘.  Ma, se è difficile su questa terra condannare con certezza un individuo per il male commesso, tanto più vagose non assurdoè condannare la comunità per i suoisbandamenti‘, sia consumistici, sia più direttamente morali
I papi hanno fermato l’attenzione – come in un discorso ‘da caffè’ – su colpe di carattere assolutamente generali, ancor più che generiche.
Ed alluso, come dei parroci di campagna e delle ‘maestrine’  perfezioniste, ad un supposto progressivo degradarsi della morale‘.
Come se i fenomeni storici andassero esaminati cercando delle dirette responsabilità e non esaminando i vari fattori umani e culturali che hanno condotto ad una certa ‘risultante’.
E’ l’intero apparato che manca all’appuntamento. E soprattutto ‘dall’alto‘. Il degrado ‘spontaneo’ ne è una conseguenza. Ricordiamo che l’uomo nella storia ‘è quello che è’, è ‘quello che è sempre stato e sempre sarà’. Non ci sono colpe del passato, del presente e del futuro da imputare a processi degenerativi. 
I mali del presente sono proprio nell’affermarsi di un ‘laicismo malinteso’ che degenera nello spregio per la tradizione come tale: un atteggiamento – evidentemente – null’altro che ideologico.
Il laicismo – ripetiamo spesso –  è una posizione mentale da considerare ‘provvisoria’ da parte dell’intelligenza di fronte allo studio della scienza e della tecnica. L’ateismo è una atteggiamento collaterale, estraneo di per sé, al laicismo. Se diviene una ‘statuizione generale di principio’ ha pari valore logico e reale di una religione. Chiaro? 
Ma la realtà è che ‘il salto’ dal laicismo a nuovi atteggiamenti fideistici è stato breve: si attribuisce alla ‘natura’ il ruolo dello ‘assoluto’che la tradizione attribuiva a Dio. Oppure – peggio ancora – si rivolgono a ‘nuove entità’ o materialistiche, o – addirittura – rivolte direttamente ad un genio del male o a stolte superstizioni…
 
Germano Scargiali                                                                                                                                                                                      
 
 
Articoli correlati