La Nato dice di no al piano di pace in Ucraina

Continua il conflitto in Ucraina. La NATO ha detto no al piano di pace della Cina in quanto sembrerebbe non dispiacere alla Russia (parole di Biden). Sic stantibus rebus – direbbero i latini – non si intravede all’orizzonte nessuna opportunità di pace se non un conflitto logorante e sanguinario – circa 300mila morti dall’inizio – ed una nuova stagione portatrice di lutti e distruzione. Ma cerchiamo di fare un po’ di ordine in questa triste situazione.
Dopo il detestabile gesto compiuto dalla Russia nel tentativo di voler risolvere con le armi gli annosi violenti soprusi ai danni dei russofoni del Donbass. Di Donetsk e Luhansk, le due “ repubbliche” filorusse in territorio ucraino. Una guerra civile iniziata da più di un decennio e mai veramente cessata. Una guerra che, prima dell’inizio del conflitto di febbraio ‘22, aveva già causato almeno 14mila morti. I due territori sono contigui e si trovano a ridosso del confine, fra Ucraina e Russia. La Repubblica di Donetsk ha anche un importante sbocco sul mare di Azov. Le due repubbliche insieme coprono un’area di quasi 17mila chilometri quadrati, dove vivono circa 3.7 milioni di persone. Entrambe le repubbliche fanno parte della regione mineraria ucraina del Donbass. Le due repubbliche erano nate in seguito alle manifestazioni di militanti filorussi contro il nuovo governo filo occidentale, insediatosi all’inizio del 2014 in Ucraina dopo le proteste popolari del’Euromaidan a Kiev. Motivazioni quindi etniche ma anche economiche in quanto nelle due repubbliche separatiste vi sono ricchi giacimenti di carbone. A settembre del 2014 vennero firmati gli accordi di Minsk che stabilivano la fine dei combattimenti e il ritorno all’Ucraina delle regioni ribelli, in cambio di elezioni e più autonomia. Ma benché fossero stati firmati sia dal governo ucraino che da quello russo con controllo OSCE, gli accordi non sono mai stati davvero rispettati. Il Donbass rimase una zona di guerra, con tanto di trincee e centri abitati coinvolti nella linea del fronte.
Iniziato il conflitto nel febbraio ‘22 la parte Ucraina già assistita dalla NATO fin dal 2014 – come ricordato dal suo segretario Stoltenberg il 14 febbraio scorso – è stata adottata e gestita da Biden, NATO ed UE. L’Italia, come sappiamo, è parte integrante delle ultime due organizzazioni che altamente condizionano politicamente ed economicamente i propri componenti. I principali contendenti, Russia ed Ucraina, hanno dovuto giustificare le loro posizioni ed i loro comportamenti ammantandoli di supposti irrinunciabili principi che hanno portato all’inasprimento ed al cronicizzarsi del conflitto. È accaduto così che le ragioni profonde della tragedia in corso siano state spesso mistificate e taciute. Nella narrazione NATO-UE si è partiti da quel tragico 24 febbraio 2022 come se qualcuno impazzito, prigioniero di un delirio di grandezza, avesse deciso di portare un popolo al collasso totale per soddisfare farneticanti idee espansionistiche. Il tutto con il concorso violento e spesso mortale della propria gente. Una narrazione nell’Occidente liberal che è stata ideologica e dogmatica nascondendo spesso interessi economici, politici e strategici funzionali ad una élite politica. Il tutto mascherato dalla solita boria di chi difende diritti assoluti. Dall’altra parte Putin ne ha fatto una ragione di sopravvivenza nei confronti di una società corrotta e decadente.
Nel corso di quest’anno in tanti, almeno a parole, si sono proposti per la mediazione, ma tutti si sono scontrati contro un muro di indifferenza e poi mancavano di quella terzietà, di quell’autonomia politica che li avrebbe accreditati come mediatori terzi superpartes.
Adesso si è proposta la Cina che in quest’anno invero è stata più vicina alla Russia, riteniamo non tanto per motivi ideologici quanto per garantirsi un economico fornitore di energia e materie prime nel mondo globale in cui ormai da diversi anni gioca un ruolo da protagonista. Una Cina poco trasparente che certo non brilla per democrazia e diritti verso i lavoratori e nelle cui braccia un’Europa ipocrita e liberal-plutocratica ha gettato la Russia a cui è legata da tradizione, cultura ed antichi valori. La Cina, meritevole ed interessata in questo caso, ha oggi reso noto il suo piano di pace che di seguito riportiamo:
1. Rispettare la sovranità di tutti i paesi. Le leggi internazionali riconosciute, compresi gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite, dovrebbero essere rigorosamente osservate e la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale di tutti i paesi dovrebbero essere effettivamente garantite. Tutti i paesi sono uguali indipendentemente dalle loro dimensioni, forza o ricchezza. Tutte le parti dovrebbero sostenere congiuntamente le norme fondamentali che regolano le relazioni internazionali e salvaguardare l’equità e la giustizia internazionali. Il diritto internazionale dovrebbe essere applicato in modo equo e uniforme e non dovrebbero essere adottati doppi standard.
2. Abbandonare la mentalità della guerra fredda. La sicurezza di un paese non può andare a scapito della sicurezza di altri paesi e la sicurezza regionale non può essere garantita rafforzando o addirittura espandendo i blocchi militari. I legittimi interessi e le preoccupazioni di sicurezza di tutti i paesi dovrebbero essere presi sul serio e adeguatamente affrontati. Problemi complessi non hanno soluzioni semplici. Dovremmo aderire a un concetto di sicurezza comune, globale, cooperativo e sostenibile, concentrarci sulla stabilità a lungo termine del mondo, promuovere la costruzione di un’architettura di sicurezza europea equilibrata, efficace e sostenibile e opporci all’instaurazione della sicurezza nazionale sulla base dell’insicurezza di altri paesi e prevenire la formazione di scontri di campo. Salvaguardare congiuntamente la pace e la stabilità del continente eurasiatico.
3. Cessare il fuoco e smettere di combattere. Non ci sono vincitori nelle guerre di conflitto. Tutte le parti dovrebbero mantenere razionalità e moderazione, non aggiungere benzina sul fuoco, non intensificare i conflitti, impedire che la crisi ucraina si aggravi ulteriormente o addirittura vada fuori controllo, sostenere Russia e Ucraina affinchè si incontrino, riprendere il dialogo diretto non appena possibile, promuovere gradualmente l’allentamento e il rilassamento della situazione e raggiungere infine un cessate il fuoco globale.
4. Avviare colloqui di pace. Il dialogo e il negoziato sono l’unica via d’uscita praticabile per risolvere la crisi ucraina. Tutti gli sforzi per risolvere pacificamente la crisi dovrebbero essere incoraggiati e sostenuti. La comunità internazionale dovrebbe attenersi alla giusta direzione per persuadere la pace e promuovere i colloqui, aiutare tutte le parti in conflitto ad aprire la porta a una soluzione politica della crisi il prima possibile, e creare le condizioni e fornire una piattaforma per la ripresa dei negoziati. La Cina è disposta a continuare a svolgere un ruolo costruttivo in questo senso.
5. Risolvere la crisi umanitaria. Tutte le misure che contribuiscono ad alleviare le crisi umanitarie dovrebbero essere incoraggiate e sostenute. Le azioni umanitarie devono rispettare i principi di neutralità e imparzialità e impedire la politicizzazione delle questioni umanitarie. Proteggere efficacemente la sicurezza dei civili e stabilire corridoi umanitari per l’evacuazione dei civili dalle zone di guerra. Aumentare l’assistenza umanitaria nelle aree interessate, migliorare le condizioni umanitarie, fornire un accesso umanitario rapido, sicuro e senza barriere e prevenire crisi umanitarie su vasta scala. Sostenere il ruolo di coordinamento delle Nazioni Unite nell’assistenza umanitaria alle aree di conflitto.
6. Protezione dei civili e dei prigionieri di guerra. Le parti in conflitto dovrebbero rispettare rigorosamente il diritto umanitario internazionale, astenersi dall’attaccare civili e strutture civili, proteggere le donne, i bambini e le altre vittime del conflitto e rispettare i diritti fondamentali dei prigionieri di guerra. La Cina sostiene lo scambio di prigionieri di guerra tra Russia e Ucraina e tutte le parti dovrebbero creare condizioni piu’ favorevoli per questo.
7. Mantenere la sicurezza delle centrali nucleari. Opporsi agli attacchi armati contro impianti nucleari pacifici come le centrali nucleari. Chiediamo a tutte le parti di rispettare le convenzioni sulla sicurezza nucleare e altre leggi internazionali ed evitare risolutamente incidenti nucleari provocati dall’uomo. Sostenere il ruolo costruttivo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica nella promozione della sicurezza e della protezione degli impianti nucleari pacifici.
8. Ridurre i rischi strategici. Le armi nucleari non possono essere usate e la guerra nucleare non può essere combattuta. L’uso o la minaccia di uso di armi nucleari dovrebbe essere contrastato. Prevenire la proliferazione nucleare ed evitare una crisi nucleare. Ci opponiamo allo sviluppo e all’uso di armi biologiche e chimiche da parte di qualsiasi paese e in qualsiasi circostanza.
9. Garantire l’esportazione di grano. Tutte le parti dovrebbero attuare l’accordo sul trasporto di cereali nel Mar Nero firmato da Russia, Turchia, Ucraina e Nazioni Unite in modo equilibrato, completo ed efficace e sostenere le Nazioni Unite affinchè svolgano un ruolo importante in tal senso. L’iniziativa di cooperazione internazionale per la sicurezza alimentare proposta dalla Cina fornisce una soluzione fattibile alla crisi alimentare globale.
10. Stop alle sanzioni unilaterali. Le sanzioni unilaterali e le pressioni estreme non solo non risolveranno i problemi, ma ne creeranno di nuovi. Opporsi a qualsiasi sanzione unilaterale non autorizzata dal Consiglio di Sicurezza. I paesi interessati dovrebbero smettere di abusare delle sanzioni unilaterali e della “giurisdizione a braccio lungo” contro altri paesi, svolgere un ruolo nel raffreddare la crisi in Ucraina e creare le condizioni affinchè i paesi in via di sviluppo sviluppino le loro economie e migliorino i mezzi di sussistenza delle persone.
11. Garantire la stabilità delle filiere industriali e di approvvigionamento. Tutte le parti dovrebbero seriamente salvaguardare l’attuale sistema economico mondiale e opporsi alla politicizzazione, alla strumentalizzazione e all’uso di armi dell’economia mondiale. Mitigare congiuntamente gli effetti di ricaduta della crisi e impedire che l’energia, la finanza, il commercio di cereali, i trasporti e altre cooperazioni internazionali vengano interrotte e danneggino la ripresa dell’economia globale.
12. Promuovere la ricostruzione postbellica. La comunità internazionale dovrebbe adottare misure per sostenere la ricostruzione postbellica nelle aree di conflitto. La Cina è disposta a fornire assistenza e svolgere un ruolo costruttivo in questo senso. La NATO, portavoce di Biden e UE, lo ha respinto.

La Cina non ha credibilità perché non ha mai condannato l’invasione della Russia e ha firmato qualche tempo prima dell’invasione russa un accordo per una partnership senza limiti con Mosca” ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.
Un piano che, pur se generico, contiene prìncipi condivisibili da cui partire per chiudere un conflitto che tanto danno economico e soprattutto civile ha arrecato ai popoli coinvolti. Biden, NATO ed UE hanno però detto di no. Ed il conflitto continua … purtroppo con lo spettro dell’uso dell’arma nucleare. Speriamo in una presa di coscienza delle singole nazioni /popoli pur se in contrasto con gli schieramenti cui appartengono.

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