Musumeci ritorna sullo Statuto e spiega i perché del mal funzionamento

Bella la Sicilia con il suo mare, il clima e la storia. Federico II morì dicendo: “vi lascio tanto ma ciò che più vale lo avete da sempre.E’ la vostra posizione nel Mediterraneo”. Il governatore Musumeci ripete l’eterna lezione. Ma ora più che mai è preziosa: il Mediterraneo è alle soglie di un Neo Rinascimento che alcuni storici fanno simbolicamente datare da quando la dieta mediterranea è divenuta patrimonio dell’Umanità Unesco,16 Novembre 2010 .

Uno statuto concesso alla Sicilia dal Re di Maggio, Umberto II, ultimo Re d’Italia prima di partire con un piccolo aereo salutando con l’aria da signore, ma rinunciando sostanzialmente a contestare un referendum molto probabilmente truccato: il primo ‘broglio’ della storia repubblicana…

Umberto, dopo una gioventù dorata – bello, sempre in uniforme militare elegantissima, amato dagli italiani, che ‘quando lo ospitavano’ non gli esitavano una ‘Gradisca’, fu flebile se non vigliacco, abitudine non rara in casa Savoia.

Nel breve periodo del regno dopo l’armistizio e la ‘cobelligeranza con i cosidetti alleati  in pratica Usa, GB, Francia e tuttoil Commonwealth  l’Italia ebbe il tempo di confermarsi antimeridionalista, compiendo i anche la famosa strage di Palermo, in cui i militari dell’esercito spararono in orizzontale in via Maqueda sulla folla palermitana affamata.

Poi Umberto concesse lo Statuto, di per sé un esempio di diritto pubblico a livello internazionale (come anche, del resto, lo è ancora la costituzione della Repubblica di Salò): c’era molta cultura a quel tempo, pur nell’Italia piena di ferite da tutte le parti…

Umberto – non sapendo di essere prestodestituito – lo concesse per puro timore che la Sicilia accettasse di divenire un ‘stella’ della bandiera degli Stati Uniti… Come molti sanno, se n’era molto parlato…

Meglio non approfondire il perché e il per come dello stretto legame Sicilia-Usa, ma occorre ricordare che non tutti i siciliani batterono le mani e accettarono subito la cioccolata dalle Jeep degli invasori (è bello che oggi le produca, migliorate, l’Italia). Infatti gli alleati – Americani, Candesi, Australiani, Neozelandesi, Marocchiniimpiegarono ben 8 mesi – otto – a giungere da Gela e Augusta a Palermo contro la difesa della fanteria italiana (pochissimi i tedeschi) e del movimento partigiano siciliano antiamericano, organizzato ‘dai non mafiosi’ che – sordi al richiamo di Lucky Luciano e soci, subirono un paio di volte la decimazione come alle fosse Ardeatine: fatti mai riportati dai libri di storia, pur contando sui carri armati Sherman e sulla copertura dell’aviazione, che bombardò in modo spietato  affatto ‘chirurgico’. Scganciando le potenti bombe ‘ad aria liquida’ sulle città (come Palermo) in pioeno sui palazzi di civile abitazione.

La Repubblica ha disatteso le parti fondamentali dello Statuto, togliendo – fra l’altro – ogni diritto di parola alla Regione nei confronti di patti transfrontalieri (internazionali), oggi ‘ferocemente’ avversati anche dall’UE (accordi di pesca, accordi ecologici, forme di collaborazione istituzionalizzate etc.).

E’ mancata, inoltre, del tutto, la prevista partecipazione istituzionalizzata della Regione Siciliana alle decisioni prese da Roma. Forse pwer colpe non attribuibili a qualcuno. Vedremo nel seguito dell’articolo le spiegazioni del Governatore Nello Musumeci…

Il presidente Nello Musumeci, profondo cultore dell’autonomia, ha parlato – infatti – ieri a Catania di Statuto

Quali i motivi del ridotto funzionamento dell’Autonomia regionale in Sicilia?” Questo il principale argomento affrontati alla Villa Cerami di Catania, nell’incontro con gli studenti di Giurisprudenza tenuto dal presidente della Regione Nello Musumeci. Una vera e propria Conferenza-seminario, su “L’ordinamento regionale siciliano“.

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Lo Statuto così com’è non funziona. 

Da Garibaldi a Cavour, passando per Badoglio, Sturzo e Milazzo, il governatore ha ricostruito le radici dell’Autonomia siciliana, individuate nell’esigenza di disinnescare il pericolo del separatismo.

Nello Musumeci non ha mai sopportato il mal funzionamneto dello Statuto Siciliano. .ANSA/MIKE PALAZZOTTO
Nello Musumeci non ha mai sopportato il mal funzionamneto dello Statuto Siciliano. (Ph. Ansa, Mike Palazzotto)

Il 15 maggio 1946ricorda Musumecinasce lo Statuto siciliano, mentre non c’è ancora la Repubblica italiana, in un contesto atipico, sotto la spinta emotiva della piazza. Così, come in tutte le scelte non frutto di una meditata riflessione, lo Statuto nasce senza un’anima, come invece dovrebbe ogni Carta costituzionale. C’è l’organizzazione insomma, ma manca la politica. Ed è già chiaro che per poter operare lo Statuto debba essere “compatibile” con la Costituzione italiana, un raccordo che invece è stato sempre rimandato“.

Ma oggi ha ancora senso – suggerisce il tema della conferenza – parlare di Autonomia siciliana?

“Concepita come in questi anni no – risponde il governatore – certamente no. La responsabilità non è solo romana ma anche della Sicilia che, come diceva l’indimenticato Piersanti Mattarella, non ha mai avuto le ‘carte in regola’ per il confronto con il governo centrale. In questi anni ci si è mossi vivacchiando solo nella logica di eventuali privilegi che derivano dallo Statuto. Bisogna tornare all’autonomia della responsabilità a scapito di quella del privilegio. La Sicilia è cuore del Mediterraneo. Dobbiamo diventarne il centro economico e culturale. C’è bisogno di nuovo accordo con lo Stato e l’Unione europea. Si parta dalla riforma degli enti locali, da un patto con i cittadini. Attorno a questi temi si può consegnare alla Sicilia un autonomismo svuotato dall’egoismo di molti di noi”.

(Notizie di ieri tratte da un comunicato Ansa)

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