Patriarcato. Siamo sicuri che sia lui il colpevole?

 

Ogni volta che accade un ‘femminicidio’, uno stupro, un atto di violenza contro una donna, o anche un quasi innocuo comportamento non del tutto rispettoso da parte di un uomo, il coro unanime è: Colpa del patriarcato, bisogna abbattere il patriarcato.

Il problema in sé è gravissimo e richiede interventi seri, mirati, efficaci.

Però non è di questo che vorrei parlare oggi ma del concetto, della parola stessa. Intanto non c’è uno solo degli intellettuali, opinionisti, politici eccetera che si degni di chiarire che cosa intenda, a parte forse un generico atteggiamento di superiorità e di possessività.

Se prendiamo il recente caso di Palermo e tanti altri casi analoghi troviamo uno o più ragazzi che passano le notti in discoteca, a bere, fumare canne, impasticcarsi e le giornate, quando si svegliano, attaccati agli smartphone e ai video porno, a videogiochi violenti o ad ‘ascoltare musica’. Studio, lavoro, impegni di qualche tipo non pervenuti. Peccato che ciò che ascoltano, ammesso che si possa definire musica, cioè i prodotti di rapper e trapper, siano accompagnati da testi di rivoltante volgarità, che esaltano proprio il più totale disprezzo per la donna; esattamente ciò che accade con i prodotti dell’industria del porno in cui sesso e violenza sono sempre mescolati. Nessuno, che io sappia, deplora questo indottrinamento intensivo. Tutt’altro. I giovani hanno il ‘diritto’ di divertirsi; tentare di dissuaderli dalle discoteche, canne e tutto il resto significa essere moralisti, bacchettoni, retrivi. Le droghe vanno legalizzate. E, soprattutto, bisogna affermare i diritti. Praticamente, il concetto che viene martellato in testa ogni santo giorno è: qualunque cosa desideri è un tuo diritto, anche se fosse qualcosa di dannoso o di distruttivo. E non ce ne sarebbe neanche bisogno, tanto facile è convincere qualcuno che può fare quello che vuole.

Tutto ciò ha qualcosa a che fare con il patriarcato? Si, il fatto che ne è l’esatto opposto.

Le ultime vestigia del patriarcato si sono estinte nella prima metà del secolo scorso. Oggi se ne è persa anche la memoria. Era uno stile di vita estremamente serio e severo basato sul motto ‘prima il dovere e poi (forse, se te lo meriti; forse, se è possibile) il piacere’. Altro che diritti, tutta l’attenzione era puntata sui doveri. Ogni persona aveva un suo posto ben definito e un suo insieme di doveri da compiere. Le ragazze erano strettamente sorvegliate dato che la loro famiglia e quella del futuro sposo davano estrema importanza alla verginità. Per i maschi la cosa era meno importante ma le uniche donne consentite erano le prostitute (e sia il tempo che i soldi erano sempre molto scarsi: la priorità era il duro lavoro). Se un giovane avesse attentato alla virtù di una brava ragazza sarebbe stato un disonore per entrambe le famiglie e il patriarca avrebbe somministrato al colpevole una generosa razione di bastonate, cinghiate e altri mezzi educativi di provata efficacia. E’ un mondo da rimpiangere? Certamente no; e comunque è finito per sempre. Però guardando in faccia la realtà si nota che gli episodi di violenza si sono moltiplicati, così come i disturbi mentali, le dipendenze, i suicidi, gli aborti, i divorzi, le baby gang, le malattie a trasmissione sessuale. Tutta questa libertà, tutti questi diritti che avrebbero dovuto donare felicità ci hanno invece regalato un mondo malato, depresso, privo di speranza nel quale tante persone vivono in un’atroce solitudine.

Pensiamoci. Forse la strada che stiamo percorrendo è terribilmente sbagliata.

Per secoli un’imponente macchina intellettuale e propagandistica ha picconato la legge morale naturale e i precetti della fede cristiana che avevano imposto di rispettare le persone più deboli, appunto donne, bambini, malati e disabili. Alla fine ce l’hanno fatta e ora trionfano aborto, eutanasia, violenze. Ma proprio adesso alcuni di coloro che più si sono impegnati in questa opera di distruzione cominciano a rendersi conto dell’errore commesso. Un solo esempio: Richard Dawkins, uno dei più feroci nemici del cristianesimo, e che ha fatto una fortuna con i suoi libri, ha recentemente dichiarato al David Pakman Show: “Abbiamo bisogno del cristianesimo come una sorta di contrafforte contro qualcosa di peggio”.

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