Presentato anche a Ragusa Il libro su Raimondo Lanza di Trabia

La splendida chiesa barocca a Ragusa Ibla: è costruita in posizione asimmetrica rispetto alla piazza: ciò esprime la caduta delle certezze (e quindi della simmetria) che erano appartenute al Rinascimento. (G.Sc.)

E’ in programma anche a Ragusa Ibla la presentazione del libro “Quando si spense la notte. Il Principe di Trabia, la spia che non voleva la guerra”

Si terrà a Ragusa Ibla giovedì 8 novembre alle ore 19.00 al Teatro Donnafugata, la presentazione del libro di Ottavia Casagrande (1) dal titolo: “Quando si spense la notte. Il Principe di Trabia, la spia che non voleva la guerra” (Feltrinelli Editore 2018, 246 p.). Saranno presenti: Raimonda Lanza di Trabia e Mario Incudine.

“Siamo solo bambini innamorati: nati per andare a ballare, divertirci, ubriacarci, guardare film al cinematografo e fare l’amore. Chi ci dà il permesso di fare lo sgambetto alla Storia?”

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Ottavia Casagrande
Ottavia Casagrande

(1) Ottavia Casagrande, nipote di Raimondo Lanza, ha studiato al Goldsmiths College di Londra, conseguendo un Honours Degree in Drama and Theatre Arts. Ha lavorato come regista e attrice in Italia, Gran Bretagna, Francia e Russia. Con Raimonda Lanza di Trabia, ha scritto per Feltrinelli Mi toccherà ballare. L’ultimo principe di Trabia (2014) e Quando si spense la notte. Il principe di Trabia, la spia che non voleva la guerra (2018).

Teatro Donnafugata, via Pietro Novelli 5, Ragusa Ibla

Nella foto in alto: Ragusa Ibla @teatrodonnafugata

Corrispondenza di Giuseppe Longo da Termini Imerese

(Vedi dal motore di ricerca altri articoli su Raimondo Lanza e sul libro. Ottavia Casagrande è autrice anche  di Mi toccherà ballare, l’ultimo principe di Trabia scritto assieme a Raimonda LMitoccheràanza. Sul principe morto ameno di 40 anni altre due opere: Il principe irrequieto e Il Grande Dandy).

Nota. Per quel che mi risulta – da palermitano – Raimondo Lanza fu un uomo di sicuro valore. Fu eclettico e sportivo (tanto da fondare, come presidente del Palermo calcio, il “mercato del Gallia”.Avrebbe probabilmente salvato il patrimonio della sua famiglia:voleva tempestivamente vendere la miniera, che era la principale attività, e reinvestire… Tanto era valido che c’è chi lo sparla perché amava chiacchierare in dialetto cittadino stretto con personaggi del popolo. Risulta non disdegnasse quella che allora si chiamava “la guastedda”, oggi definita “pane e meusa”. I più obiettivi sono, invece, con ogni probabilità, quelli che trovano avesse qualcosa in comune con Giovanni Falcone: anche Falcone, si dice, si rivolgesse con lo stesso animo e con il medesimo tratto gentile, sia ai personaggi di livello, sia ai più umili. Ciò è “proprio” dei veri e grandi signori: Raimondo Lanza e G. Falcone erano due gran signori e due grandi palermitani. Ce ne sono…

Germano Scargiali 

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