Putin e Medvev attaccati dal blogger: con chi sta il diavolo?

Forse chi crede nella preghiera dovrebbe pregare perché Vladimir Putin abbia il tempo di fare al mondo – e soprattutto all’Europa e al Mediterraneo – il bene che vuole e sa fare. Parliamo a caldo dopo l’arresto dell’oppositore, il blogger anti corruzione Alexey Navalny, che però si candida: “In Russia non abbiamo elezioni vere da 20 anni”. L’oppositore scende in campo per le presidenziali del 2018 allo stile di Beppe Grillo. Carisma da rockstar e leader populista, è diventato famoso denunciando le mazzette intascate dai potenti. Un altro “tutto social network”. Dalle foto non sembra disdegnare qualche sniffata…

Naturalmente, come tutti coloro che esercitano il potere con visibile capacità decisionale Putin si trova da sempre a combattere contro un’opposizione organizzata pronta a sostenere chi rompa i giochi. A volte i giochi vengono “rotti” per impedire l’alterananza ed al tre forme di governabilità: Italia (5Stelle), Grecia (Syriza) e Spagna (Podemos) ne sono esempio….

L’artefice concreto – stavamo per dire …serio – è quel potere finanziario e monopolista meno visibile, che vuole guidare il mondo e sfruttarlo – con “succursali” ovunque – a margine di un “potere politico” flebile, remissivo, poco decisionale, ma certo più verboso… Ci fermiamo nel descrivere tale tipo di potere, perché tutti dovremmo conoscerlo benissimo.

Eppure dovrebbe essere anche chiarissimo che la difesa della democrazia – volevamo dire delle nazioni – cioè della società civile, assieme alla tutela delle reali e positive libertà fondamentali spetta ai politici o soprattutto a loro. Il popolo elegge la classe politica e questa dovrebbe fare scudo ai soprusi del potere bancario, ai tentativi monopolistici che ruotano attorno alle speculazioni: ad esempio attorno all’energia e a tutti i generi di prima necessità, quelli indispensabili alla vita: acqua, cereali, cibarie in genere, medicinali e cure mediche, informazione…

Ma, tale intervento contro quei capi di stato determinati che, fra scelte azzeccate o meno, “tiranoper il bene – inteso come crescita – di ciò che un tempo si chiamava patria, ma oggi ci insegnano a definire solo come “il proprio paese”, trova l’appoggio di una parte della gente. E’, a ben vedere, quella che cede senza accorgersene ad una concezione idealistica della realtà, per questo ascientifica, basata su presupposti che, nascostamente, sono fideistici, pur essendo laici, anzi vantandosi di esserlo. Questo è il peggio del pensiero, oggi solitamente spacciato per qualcosa come “progressismo” o simili.

Ci spiegheremo meglio. Potremmo fare molti esempi, ma cerchiamo di centrare il problema tornando alle contestazioni a personaggi come Putin, ma anche Trump, Berlusconi, lo stesso Erdogan…

L’errore di base ridiede nel sogno umano, puramente platonico – stavamo appunto per dire idealistico – che possano esistere forme di organizzazione, fra cui quella politica, in cui la “carica” sia assolutamente “fungibile”. Quel che conta, in tale visione – ideale anche nel senso del …sarebbe bello che – è la “poltrona”: essa avrebbe una valore indipendente da chi la possa occupare di volta in volta. La “turnazione” avrebbe un effetto quasi neutro sul risultato del ruolo cui la carica adempie. Non è così! La differenza, nell’uomo, fra il genio e la normalità, fra questa e la mediocrità è notevole.

Non vogliamo citare con un volo pindarico, che apparirebbe fantasioso, forse eccessivo, la classificazione di Leonardo Sciascia fra uomini (beato chi ne incontra uno nella vita), mezzi uomini, ominicchi e quacquaraquà…

Una triste verità, nell’interpretazione più pessimistica, è che molti grandi uomini – per intelligenza – finiscono col disprezzare, purtroppo, il resto dell’umanità, certamente a torto, perché la sacralità dei valori umani e della stessa razza umana nel suo insieme, rimane di livello divino. Tuttavia accade: tutti abbiamo incontrato qualche “potente” anche nel piccolo che disprezza sostanzialmente …gli altri. La mediocrità generale, la poca scaltrezza, addirittura…

Come spiegare l’esistenza di accolite segrete che “si vantano” di terminare la storia del secolo avvenire, lo vogliano o meno i popoli del mondo? Avviene, avviene anche questo…

Torniamo a Vladimir Putin. Giunse al potere di una Russia governata dagli oligarchi. Reggevano il potere molto male e inseguendo gli interessi più disparati. Vendersi ai massimi poteri era uno “sport” certamente praticato… La Russia attraversava un periodo di crisi e, crollato il comunismo all’epoca di Gorbaciov, il capo del governo era Eltsin. La corruzione dei burocrati era stata indotta dal potere americano che fa capo ai soliti Rothschild, il cui principale interesse – neppure l’unico – è di monopolizzare la gestione della banche e, in breve, il denaro la moneta. Che tale potere appoggi da decenni – dall’indomani degli anni della …caccia alle streghe anti comunista – le flebili sinistre di tutto il mondo, è ormai più che evidente. La sinistra al potere equivale alla massima affermazione dello statalismo, del potere neutro, manovrabile: una realtà in cui si tratta il destino delle nazioni direttamente con un governo – un potere centralizzato – per ciascuno stato. Nel caso dell’Unione Europea, molte trattative si concentrano con chi la comanda. Vedete, in tale logica, quale “comodità”. Altro che concedere ai nostri popoli ciò che sognerebbero, cioè una patria più grande!

Nell’ambito di questa politica, propagandata come “necessaria” al presente e al futuro, si inquadrano le tante stranezze che vengono spacciate come cosa buona e giusta o come indispensabili atteggiamenti nella vita e nella politica. Si incute paura ai popoli con le fobie ecologiche, tornando a discorsi di vario tipo in materia di carenza effettiva di materie prime, si torna a parlare nelle più svariate (e contradditorie) forme di demografia… La verità è molto lontana da queste interpretazioni, contrabbandate per interesse: già oggi il sistema produttivo mette in campo prodotti di ogni genere, dall’industria all’agricoltura ai servizi ben al di sopra delle necessità: in prospettiva, troppo al di sopra…

Il reale dilemma in cui si dibattono i massimi poteri è: come faremmo (o come faremo) a massimizzare i profitti in un mondo dove regnasse (o regnerà) l’abbondanza a tutto campo?

La palese verità è che siamo circondati da una tecnologia che rischia di crescere fin troppo, che cresce in modo esponenziale ed è certamente in grado di curare se stessa, di autolimitarsi o lo farà. Lo fa già. Inoltre, però, la crescita e lo sviluppo vengono ostacolati proditoriamente da decenni, perché si trasformino il meno possibile in “dosi” di libertà per gli individui: perché non si diffonda la possibilità di crescere. Si finanziava nel secolo scorso la politica dei sindacati, anche quando questa era meramente demagogica e distruttiva. Il vituperato mercato e il libero scambio sono state le “medicine spontanee” che hanno dimostrato e dimostrano la validità incredibile, inverosimile del sistema che ha accompagnato la crescita dalla rivoluzione industriale ad oggi… La vera sorpresa del mondo di oggi è che …siamo ancora vivi e ben nutriti. Perché la crescita non si ferma del tutto. I massimi poteri internazionali le provano tutte per rallentare il benessere e vendere cari i generi di prima necessità, creando altri bisogni, obblighi, come quelli assicurativi, ma anche gli impegni per l’ecologia di massimo, travestendoli per includerli nel necessario. L’obiettivo sarebbe di bloccare la crescita, anche a danno dell’imprenditoria. Un mistero è: come mai questa non sa difendersi? Mediaticamente si criminalizza l’utile d’azienda. Dovrebbe essere il contrario. Trump e lo stesso Putin sono uomini che credono nella produzione e nel valore aggiunto, non al denaro che fa altro denaro! Questa la loro colpa!

Personaggi come Putin, Trump, Berlusconi appartengono, per i poteri occulti, ad “altri tempi”. Vorrebbero “nientemeno” governare il mondo come sta scritto nei libri di storia. Al fine di far crescere le nazioni, a partire dalla propria. Ne sia prova, se fosse necessario, il tentativo di pacificazione fra Trump e Putin. Quanto all’Africa, un Berlusconi “pretendeva” che si facesse qualcosa di “serio” per innescare lo sviluppo in loco. Lentamente sta avvenendo a macchia di leopardo. Alla fine la logica giusta, quella di questi capi “un po’ pericolosi”, o meglio considerati tali, la logica che è fisiologica al mondo e alla storia, prevarrà.

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War with Russia è un romanzo di fantapolitica scritto sir Richard Shirreff, il generale britannico che fino al marzo 2014 era il vice comandante supremo della Nato, mentre la Russia annetteva la Crimea.

La guerra con la Russia scoppierebbe (siamo ancora in tempo per vederlo) a metà maggio del 2017. Dopo averne sollevato la minoranza russofona e scatenato un cyber-attack, i russi – secondo la tesi dell’autore – occuperanno Lettonia, Lituania ed Estonia. Timorosa di scatenare la terza guerra mondiale, la Nato metterà in discussione l’articolo 5, la ragion d’essere dell’Alleanza, che prevede l’intervento militare al fianco di un membro aggredito…

Naturalmente i media ci ricamano sopra in modo da mettere un minimo di paura in giro. Se no che scoop sarebbe: “Se un ufficiale di quel livello – afferma un quotidiano nazionale – scrive un romanzo di guerra, delle due l’una: è un megalomane o sa qualcosa che noi mortali non conosciamo”.

Insomma: abbiate paura di Putin, trematevi addosso. Un’altra paura si somma alle paure di ieri e a quelle di oggi. Un popolo impaurito si domina meglio.

 

 

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