Quel cattivo tempo che ha colpito anche lo sport più nobile e più povero

Il “Pallone” presso lo stadio, creato come provvisorio ha sopperito a lungo anche a funzioni sportive: ben venga, visto che il palazzetto è “bloccato” da un quarto di secolo e lo sport vive a Palermo come un ospite scomodo in luoghi di fortuna, come la fiera etc

Pioggia e vento non hanno risparmiato Palermo. La città, per un’azzeccata (una tantum) legge regionale dell’immediato dopoguerra si è arricchita di alberi. Li scovi anche nelle strade in cui non te li aspetti e svolgono un’apprezzabile funzione estetica, salutare, ecologica… Ne sono caduti , però, “a bizzeffe” nel corso dell’ultima perturbazione, che si è presentata da una pericolosa direzione nord – nord est, da come si vede dai marosi sulle dighe foranee del porto e dei porticcioli, che le usuali perturbazioni da maestrale (da nord ovest) risparmia, per “dono di natura” alla città e al Golfo, protetto dal Monte Pellegrino e, prima ancora, da Capo Gallo…

Se la circostanza naturale sopra accennata è una di quelle che fanno la Città felicissima, la A Ziz sempre tale per certi versi, quando – però – il vento si sposta a Nord e, peggio, a levante, sono guai seri. In tutta la costa siculo tirrenica i “guai” iniziano ancor “prima” e sono peggiori…

Ci si vergogna a dirlo ma la "gloriosa2 palestra Gallidoro, poco più grande - dentro - del campo di basket su per decenni la sola palestra a Palermo, Anni passarono anche per la piscina. Il "Palazzatto" sembrò un miracolo, ma -amche lì - il maltempo fece danni mai più riparati. Se mai si grida "vergogna!" gridarlo per lo sport a Palermo è d'obbligo!
Ci si vergogna a dirlo ma la “gloriosa” palestra Gallidoro, con i motti fascisti, poco più grande – dentro – del campo di basket, fu per decenni la sola palestra a Palermo, Comunque, dentro e fuori quelle strette mura fummo, anche, felici… Anni passarono per la piscina… Il “Palazzatto” sembrò un miracolo, ma -amche lì – il maltempo fece danni mai più riparati. Se mai si grida “vergogna!“, gridarlo per lo sport a Palermo è d’obbligo!

Alberi sradicati o spezzati, danneggiati e finiti spesso a far scempio delle auto al parcheggio o ad ostruire cancelli d’ingresso. Un guaio e non è certo la prima volta, né una prerogativa del capoluogo siculo, perché in tutta Italia s’è visto anche di peggio… Il guaio è che il maltempo mette il dito sulla piaga delle “magagne”…

E’ il tempo che cambia? L’uomo ama dirlo da data immemorabile. Iniziarono gli antichi filosofi: l’uomo guasterà la terra? Fece bene  Prometeo a rubare il fuoco agli dei? Nel dopoguerra “erano le atomiche”, oggi è il surriscaldamento: nessuna certezza scientifica che sia così, ma solo un’ipotesi, una verità di terzo livello… Colpevoli? La cattiveria della razza umana, i suoi misfatti, il suo egoismo, che alla “Natura” non può far altro che danno. Come Prometeo cui gli dei la fecero pagar cara…  Improbabile, visto che il “mandato”, naturale  o divino che sia, è visibilmente “la lotta contro il male” e in testa il cristianesimo, in alternativa tutte le altre religioni e persino l’ateismo fanno sì che nell’intelligenza umana ci sia la volontà di “lenire dolorem” o qualcosa del genere. Le regole di Ippocrate mettono quell’imperativo in testa a tutto e la società civile ne ha fatto un “must”:ha creato tecniche e apparati, regole individuali e generali… Già, la religione il peccato, la legge il reato, la medicina la malattia e la protezione civile la catastrofe. Non resta altro. Il resto è tutto bello, tranne la morte. Con quella, più tardi possibile, abbiamo a che fare tutti convinti che – per quanto bello possa essere il Paradiso – conviene restar qui, al sicuro, più a lungo possibile, tenendoci anche i guai… 

Ma permetteteci di dire che la generosa natura, che l’umanità offenderebbe troppo sovente, non sempre si presenta con il volto che faceva sospirare ai latini “alma tellus” nostra dolce terra o “arbore amica“, amico albero… Oppure faceva dire a J.J. Rousseau che lo stato naturale sia quello ideale. San Francesco ci parlò di “fratello sole e sorella luna”, ma non giunse a dire di frate maltempo…

E, siccome, ripetendo un pessimistico detto panormita, “u cane muzzica u sciancato” un albero ha ostruito anche l’ingresso della Palestra Coni di Borgonuovo. Ce ne siamo occupati più volte e fino a pochi giorni fa. L’impianto è fatiscente, ma viene adoperato dai lottatori della “libera e greco romana” anche se dentro piove e le docce calde sono una scommessa. Tale palestra fa parte di tante altre identiche in Italia, costruite al tempo in cui il Coni (Centro olimpico nazionale italiano, dai mille …poteri) realizzava in giro per tutta Italia anche i campi scuola di atletica leggera, a volte provvidenziali, a volte persino autentici doppioni, a volte insufficienti, in città di numerosi mandamenti dislocati lungo i 4 punti cardinali…

Così fu per queste palestre, che potevano essere migliori, avere dei veri uffici e una foresteria, ma che fecero miracoli rispetto al “nulla”, al vuoto pneumatico interrotto da ciò che – in 15 anni effettivi – aveva realizzato, prima, il “fascio littorio”. Erano “palestrine”, non ci potevi giocare a Barket e, allora, il Volley era ancora (tranne a Modena, Parma, Palermo…) un fratello povero. Tanto meglio, però, per la lotta e l’atletica pesante di cui Palermo è uno dei punti di riferimento in Italia. Da vari anni, la palestra è passata al Comune. Una fortuna? Così si sperava, ma niente di tutto questo: la manutenzione è minima se non addirittura assente… Sembra inimmaginabile: le società sportive pagano l’affitto. Peggio succede per “i campionati”, in cui devono recarsi nelle “palestre tribunate” 

Adesso la palestra è praticamente inagibile. Peggio, dopo la caduta dell’albero, non vi si può accedere. Per fare lotta libera (preferita oggi alla severa greco romana) i giovani, maschi e femmine, non pagano nulla (a differenza elle arti marziali giapponesi). Sono ragazzi di tela buon gusto che apprezzano le tradizioni storiche mediterranee greco. latine e svolgono attività olimpica, anziché trastullarsi in altro modo fra l’ozio, il non saper che fare e qualche vizio… Già, perché, di regola, chi fa sport si abitua a non accendere fra le labbra neppure una banale “svamposa”. Vogliamo occuparci – a Palermo – di questi giovani in mano agli appassionati tecnici della Fijlkam (Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali, ma vi ospita solo la libera – greco romana) che li educano al rispetto delle regole sportive, alla cavalleria, alla lealtà per cui, in modo spesso toccante, dopo il combattimento serrato, finito spalle a terra, i die lottatori si abbraccino amichevolmente…

Germano Scargiali

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