Quel Trump che si chiama desiderio…

Trump e Putin dialogano cordialmente…

Chi è il vero Trump? E quale è la vera America? Solo la risposta a queste due domande può spiegarci la situazione politica mondiale per quanto riguarda il Mediterraneo e l’Europa. Un po’ meno – ma solo un poco – il mondo.

Putin e Trump vanno d'accordo, cercano e vogliono la collaborazione. Sarebbe questa la finzione? e quale la realtà? Chi cerca, invece, di metterli fuori?
Putin e Trump vanno d’accordo, cercano e vogliono la collaborazione. Sarebbe questa la finzione? e quale la realtà? Chi cerca, invece, di metterli fuori? (foto e commento tratti da un nostro “vecchio”articolo.

Da dichiarati sostenitori di Donald Trump sin dalla vigilia – non ci biasimate, non siamo certo soli – qui su Palermoparla abbiamo gioito quando The Donald è “andato” da Putin a stringergli la mano. I due hanno passeggiato insieme sorridendosi e allo stesso modo chiacchierato su due comode poltrone l’uno accanto all’altro. Difficile dubitare che quel dialogo non fosse “vero”, ma apparente, una ipocrita simulazione, mera finzione… Qualche umorista si sbizzarrì: eccoli ambedue su un solo cavallo a torso nudo (con il loro carattere estroverso) cavalcare insieme…

Degli antichi sovrani europei si diceva che fossero d’accordo su una sola cosa: in due volevano la nazione che stava nel mezzo fra le loro. Tipico fra la Spagna e l’Austria: ambedue volevano la Francia. C’era di mezzo il titolo, pur formale, di Imperatore. Dopo la caduta di Roma (ed erano passati tanti anni) l’Impero era diventato sacro ed era una “buona scusa” in più per fare la guerra, anche in nome di Dio. Vecchissimo espediente…

Chi sa se hanno ragionato anche di Dio Putin e Trump quando – più di una volta – hanno chiacchierato insieme. Forse sì, perché Dio – quello vero – vuole la pace e loro di questo hanno parlato. Ce l’hanno fatta intravedere, sognare, quasi toccare…

Si sono detti probabilmente: “vogliamo il mondo? Perché …non ce lo prendiamo in due? Magari in barba a quegli antipaticoni dei cinesi? Saggio atteggiamento. O no?

E adesso? Per un lembo di terra in cui regnava una sorta di sovrano – anche lui certamente buono – su un popolo felice, nello stato più europeo del mondo musulmano, con gli abitanti “ricchi” del maggior numero di diplomati e laureati di quella vasta area che comprende arabi e non arabi, uniti dall’Islam e disuniti da fazioni bellicose come i Sunniti e gli Sciiti, sette, tribù, facili a metterle l’una contro l’altra, come era già avvenuto in Iraq…

Un'immagine ipotetica ma non inverosimile: con il loro carattere sarebbero capaci di questo ed altro...
Quando cavalcavano insieme… Un’immagine ipotetica ma non inverosimile: con il loro carattere sarebbero capaci di questo ed altro…

Già, per un lembo di terra come per un pugno di dollari… La verità è che quel lembo di terra che si affaccia sul Mediterraneo è certamente prezioso per qualche motivo che non tutti valutiamo. C’è chi parla di un “unico” motivo: il solito petrolio, il solito metanodotto… Spesso è così: grandi eventi, drammatici o catastrofici provocati dall’uomo – soverchiato dal suo ricorrente ingordo egoismo – dietro più paraventi, ipotesi, teorie con un’unica causa meno visibile…

Ma la cosa più probabile è la posizione geografica, di un territorio piccolo e neppure tanto, che è come al centro di una enorme spirale chiamata Medioriente, posta lì – nuovamente nella storia – a determinare che cosa, nell’imminente, accadrà in Mediterraneo.

Ebbene: ciò che sta accadendo in Mediterraneo è quanto di peggio si potessero aspettare Obama e Trump nella storia, ma forse è poco rispetto a ciò che subiranno i loro …successori. Obama in Nord Africa e in Siria aveva perso la guerra e l’onore. Trump ha cercato di salvare il salvabile, ma, ha finito per cadere nella stessa trappola. Putin da solo ha fatto cento volte più bella figura.

L’America, però, ha già partita persa, perché quella grande spirale che abbiamo chiamato Medioriente diventerà grandissima: essa comprende già la Russia, ma anche la Cina, il Giappone, l’India e tutto il Far East…

Contro lo sviluppo che si sta scatenando in questa mega realtà di terre emerse, in cui nell’antichità si formò e crebbe la realtà della stoia, l’America non potrà fare niente: ha già partita persa. Impazzirà? E’ certo che tutto il Mediterraneo, potenzialmente vincente, dopo il raddoppio di Suez e la “scoperta” di come siano percorribili le “vie della seta” (ma ci voleva tanto, visto che la seta la compravano in Cina le matrone romane dopo Marco Aurelio fino a costringere il governo a tassarla?) rischi grosso di divenire una grande polveriera. Ma da un conflitto – sappiamo tutti benissimo o dovrebbe essere così – che ci perderà tutto il mondo. Secondo la massima acclarata che una guerra mondiale non ha vincitori né vinti, ma solo sopravvissuti…

Donald Trump, di cui continuiamo a sostenere le doti intellettive – nonostante ogni apparenza e le diffamazioni – probabilmente lo ha capito. Ha capito di più: che certe ostilità non “converrebbe” neppure iniziarle. Ci ha provato. Chiaramente. L’altra America, però, glielo sta impedendo (impeachment) chiaramente, attaccandolo e minacciandolo da ogni parte. Altrettanto chiaramente.

Esistono, infatti, almeno due Americhe: non quella del Nord e quella del Sud, ma due Usa: quella di Trump, che andò alla presidenza dichiarando smaccatamente (con il suo carattere, ripetiamo) che avrebbe “ripulito il fango di Washington”. Ma esiste pure il fango di Washington.

Ha The Donald la pala così grande e la forza di spalare tanto fango?

Certamente, Obama era un esecutore quasi pedissequo degli “ordini superiori”. Lo ha dimostrato giornalmente. Ha destabilizzato l’Africa del Nord e il Medioriente, provocando un danno non quantificabile al Mediterraneo e soprattutto all’Italia e all’Europa stessa… Anche Trump, però, “deve” fare in parte quella ottusa politica voluta al …”potere”.

Lo riconoscete? No? E' R. NIxon prima del water gate. Così, ritraendolo da zombie cercavano di farlo a pezzi mediaticamente. Con Trump avevano iniziato prima del voto...
Lo riconoscete? No? E’ R. Nixon prima del water gate. Così, ritraendolo da zombie cercavano di farlo a pezzi mediaticamente ancor prima del Watergate. Nixon venne fatto scivolare su una “buccia di banana” per una banalità… /vedi a fine articolo).  Una manovra similare sembra ancora “più probabile e necessaria” che si scateni su Trump.

Insomma l’attuale presidente, minacciato nella personalità e nella persona – dai media e dalle stesse istituzioni – di fare “la fine di Nixon” o – perché no – quella dei Kennedy, avrebbe il desiderio di governare in un certo modo. Ma in Sicilia conosciamo benissimo una osservazione, che è un dubbio atroce sul reale potere chi “dovrebbe” comandare: “…se glielo fanno fare!” Ecco perché The Donald, oggi, può cambiare il suo nickname, cioè potremmo chiamarlo in altro modo: è “un Trump che si chiama desiderio”.

Scaramacai

 

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Ecco che cosa scrive, a conferma – anche parziale – della nostra opinione” in un fondino non firmato Il Sole 24 ore in queste ore in un articolo dal titolo:

Trump contro «l’amico» Putin: è solo tattica o si rischia la rottura?

“…Quindi (Trump) si rivolge alla Russia e gli twitta “preparati che i missili torneranno, carini, nuovi e intelligenti!” …Peccato che tu, Russia, sostenga “quell’animale assassino” di Assad. Poi più istituzionalmente osserva: «le nostre relazioni sono al punto più basso dalla Guerra Fredda e non c’è ragione perché sia così. La Russia ha bisogno di noi per sostenere la sua economia, qualcosa di semplice da fare, e noi abbiamo bisogno di lavorare con tutti i paesi. La smettiamo col braccio di ferro?» Poi d’improvviso, un cambio di gioco: «Molto astio con la Russia è causato da un ’indagine falsa e corrotta, condotta da lealisti democratici o persone che hanno lavorato con Obama. Mueller è il più in conflitto di tutti. Non hanno trovato nulla, nessuna collusione, così sono impazziti».

 

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Altra nota necessaria. E’ Trump che fa una politica contraddittoria o è l’America che continua a contraddirsi come ha fatto finora. E nei riguardi dell’Europa “gioca” dalla stessa parte o i nel campo avverso? Con chi sta la Nato? Con chi sta l’Onu che Trump stesso (per non dire Putin) ha pubblicamente accusato d’essere un carrozzone? La verità che lo vogliano o no gli uomini, la Storia e la Geografia mettono oggi l’America nella posizione di perdere la propria egemonia ad opera del Continente Antico. Sarà guerra se l’America non accetta questo verdetto del tempo che passa, che è – comune – ineluttabile

Un precedente: il watergate

Infine, lo scandalo Watergate può risultare oggi esemplare. Molti commentatori lo richiamano oggi superficialmente. Tutto nacque da un servizio pubblicato dal Washington Post (anche oggi nemico giurato di Trump, quasi quanto la nostra Botteri). Fu un’inchiesta giornalistica promossa dai due repporter Bob Woodward e Carl Bensein: Essa suscitò subito grande attenzione nell’opinione pubblica per come venne condotta. Tutta la vicenda, iniziata come un modesto reato compiuto da personaggi secondari, crebbe fino a coinvolgere gli uomini più vicini al presidente e lo stesso Nixon. Venne asserito, infine, che tutto il suo sistema di potere del Presidente fosse incentrato su attività di controllo e spionaggio interno illegali, allo scopo di mantenere il potere… Proprietaria del Washington Post, la rivista che provocò lo scandalo, uno dei media che “fanno opinione” a livello mondiale, era allora una signora un cognome “inequivocabile”. Chi volesse conoscerlo faccia per proprio conto delle semplici ricerche su “internet”… E’ stato prodotto – però – un film sui fatti di quei tempi. Nella finzione cinematografica la rivista non era che una  piccola e povera testa di Washington che si salvò dalla chiusura divenendo popolarissima grazie all’abilità di due giovani cronisti…

Tutto ciò fa da specchio – e può essere significativo – con i film anti Berlusconi, cioè prodotti contro l’immagine di “una persona in vita”. Non ci scandalizziamo, insomma, degli americani. In Italia, in casi analoghi, abbiamo fatto di peggio. I poteri “fortissimi” hanno “in uggia” i capi di stato che “comandano”, ma odiano – in sostanza – anche tutti i governi che …governano “sul serio”. Chiedono da anni governi statalisti che  “tengano buone le masse” con la demagogia e il buonismo (questo è il vero odierno populismo).Vogliono soprattutto che si possa dialogare con interi Stati in modo diretto e spedito, per patteggiare il controllo del massimo business economico e politico… Essi contrastano il liberismo inteso come garanzia di libertà diffusa, ma tengono aperto lo spiraglio del mercato per quel che serve alla possibilità di controllarlo al vertice e di operare le massime “spartizioni” ed appropriarsi al vertice di ogni possibile posizione di monopolio.

Quando dietro la realtà socio civile c’è tutto questo, non possiamo attenderci altro che il peggio. E’ sorprendete tutto ciò che si vede in giro, ciò di cui godiamo, il benessere di cui comunque fruiamo… Tutto ciò discende dalla stupidità quasi stucchevole dei “massimi poteri”, dalla loro ingordigia sorda, che ne rappresenta un limite e, infine, dalle loro discordie “interne” che fanno parte di quella insaziabilità che ha forma patologica. Infine, il vero libero mercato resiste ai “bavagli” e fornisce dei risultati di tale efficienza in termini di valore aggiunto che non smettono di sorprendere tanto “i cattivi“, quanto “i buoni” del sistema che pure non mancano.

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