Socialismo vo’ cercando ch’è sì caro!

Il sol dell’avvenire è il sogno d’un socialismo che è entrato, però, in una una strada senza uscite, accomunata a quella del comunismo di stampo marxista. Il socialismo, nonostante i tentativi, non è uscito, finora, dalla trappola del materialismo storico e di un’ideologia che non ammette alternative. Neppure nelle scelte pratiche, quando sembrano “non confacenti” rispetto all’ideologia stessa. Tutto è degenerato in un laicismo divenuto superstizione. Ha condotto ad un edonismo pagano che non è esente dai mali del consumismo, anzi li aggrava. Subordinando tutto alla equità economica sociale, fa del benessere un idolo pagano. Fa degenerare la libertà in una sorta di libero arbitrio privato, in quel relativismo etico (un male dei tempi) che è l’opposto della lezione di Pericle in Atene, che dovremmo ben …ripassare. Ciò prima ancora di offendere la sostanza del Vangelo cristiano. Non c’è dubbio che forme di socialismo programmatico e non ideologico siano più che auspicabili. Tanto come momento di governo, tanto stando all’ opposizione. Non giocheremo in squadra con i socialisti, ma in ogni caso ci piace ricordare la massima cara a Voltaire (non era sua): “non concordo con quello che dici, ma darei la vita perché tu possa sempre dirlo!”

La situazione “morale” sul terreno politico non è più la stessa. Si dice in giro che siano …morte le ideologie. Ma è un eufemismo: ne è morta una. Un funerale camuffato con le parole “caduta el muro di Berlino”. Le ideologie – più consapevoli, meno apodittiche – sono sempre vive. Chi può dire che si sia mai realizzato il meglio? Ovvero ciò che Pericle sognò in modo sorprendente e dettagliato in fatto di democrazia liberale? Questo traguardo rimane quello cui sperare ed anche lavorare. E’ un’ideologia che morirà, forse, assieme all’umanità, che neppure i sostenitori delle idee opposte hanno mai ammesso di accantonare. Anzi, pretendevano di mirare al massimo della democrazia.Liberale,poi, è concetto difficile e si distingue in libero, liberistico e libertario: ne hai di ideologie!

L’ideologia di sinistra – riprendendo il discorso – si è fortemente incrinata. Si è, quindi, anche corretta. Ma si sa come il lupo perda il pelo ma non il vizio

La sinistra, quando vince, anche d’un voto, vuol governare con pieni poteri. …Fare e disfare tutto a piacimento. Quando perde, anche sonoramente, tira fuori il nobile principio: “abbiamo perso ma non vuol dire che abbiamo torto“. Allora …chi governa “dovrà” ascoltare l’opposizione, le decisioni andranno prese collegialmente: queste ed altre amenità tirate fuori dal cappello a cilindro! Già, perché il giorno prima nessuno si era sognato di parlarne…

Ciò dipende direttamente – per inciso – dalla “natura” del messaggio ideologico, inteso come apodittico, rapido e persino semplice da realizzare: siamo all’errore di Platone, trasmesso da alcuni pensatori del Medio Evo (Giovanni Scoto Eriugena) alla corrente idealistica moderna e sposato dalla Rivoluzione francese e dagli Hegeliani. L’idea iniziale, fideistica ma già sostanzialmente immorale, rimbalza capovolta, come un diavolo capace di assumere qualunque suadente aspetto per insidiare il mondo…

Così è l’idea di base ispira il marxismo e, tutto sommato, anche la massoneria. Nel marxismo resta imprigionata nella materia. Nella massoneria – come nell’illuminismo – diventa una somma intelligenza “ex machina”, un motore intelligente e invisibile, immateriale fino ad essere mera astrazione, che alimenta la natura fino a confondersi, come fosse una dote intima, nella natura stessa… 

Il mito di una perfezione vicina appartenne – ovviamente – anche ai romantici, con deduzioni quai tutte opposte, per certi versi agli antipodi degli altri già nominati. I romantici (la destra hegeliana), per la delusione, spesso si suicidavano…

Non ci stancheremo mai di dirlo. Se Platone rinascesse, si sbraccerebbe, con ogni probabilità, al fine di scongiurare questa letale interpretazione del suo pensiero.

Una perfezione a portata di mano, anzi un mondo già perfetto? Una Natura perfetta in cui “gli uomini“, ai quali essa stessa o Dio hanno donato (nel massimo plafond creativo) conoscenza, intelligenza e coscienza, fossero così stupidi da non accorgersene neppure? Da poter solo danneggiare il creato? E, forse, persino volerlo trafiggere a morte? Magari per ottenere un vantaggio a breve, come la pensano gli ecologisti ideologici, ennesimi platonici sbagliati? No,non sarà mai così… 

Non c’è niente, però, che abbia potuto smuovere lo “zoccolo duro” di un’ideologia, articolata nei fatti ancor più del prevedibile, che aveva illuso metà del mondo.

Lo zoccolo è duro e tiene duro, magari si trasforma, ma di poco. Non cambia nel proprio errore di base: interrogare sempre il principio ideologico davanti ad ogni evenienza. In tal modo non esiste più “il fatto” ma solo la sua interpretazione. Ciò, in perfetta linea – badate – con Platone e persino col suo apparente oppositore, Cartesio, maestro del razionalismo: “non è certo ce esista il mondo, anzi esistono solo le idee che ne abbiamo”. Per Cartesio “io” esisto di certo, cogito ergo sum, ma solo come pensiero. Una teoria persino bifronte – da cui quindi non si scappa – suggestiva, forse, ma che – messa in pratica – è distruttiva!

Illusione dicevamo? Appunto, perché il socialismo reale, applicato in realtà come regime comunista, ha seminato solo fame, guerre e degrado morale. 

Un socialismo
Un socialismo non marxista, cioè non ideologico, bensì programmatico, come evoluzione in avanti di quel principio di uguaglianza di dignità e diritti contenuto in ogni Costituzione democratica, ha ben diritto di cittadinanza nella società civile. I simboli marxisti sono stati messi all’indice nel 2019 da una direttiva dell’UE, esattamente come quelli nazifascisti. Ma il poco prestigio di Bruxelles e la prevedibile resistenza di troppi nostalgici” ha fatto passare il tutto nel classico “dimenticatoio”.

Un vero socialismo non è mai stato applicato, né al governo, né – sostanzialmente – all’opposizione. Forse,perché è stato interpretato anch’esso in chiave platonica..

La social democrazia si è asservita ai peggiori poteri di stampo massonico. Anzitutto perché questi l’hanno abbracciata con convinzione e, dal loro punto di vista, hanno azzeccato la mossa. In seconda battuta, non certo trascurabile, perché i poteri forti possono pagare, finanziare, sostenere, appoggiare… E’ questo il vero dramma politico dei tempi attuali. Ciò che potrebbe sembrare il meglio è inquinato dalla facile corruzione di chi non riesce a rivendicare i diritti della sovranità popolare, oppure vi abdica …volentieri. Sovranità popolare significa supremazia del potere pubblico su ogni altro potere. E’ questo che promettono i sovranisti. E, diciamolo, è arduo…

Germano Scargiali

Nota

Abbiano accennato – in positivo – al Socialismo. Questo, da anti socialisti, diciamo ugualmente che è un concetto troppo nobile per essere stato – finora – capito e applicato.

Certamente Bettino Craxi inicòunanuova strada alsocialismo, sostituendo i simboli marxisti con un garofano rosso.Un simboloimportante seguito dalle sue idee. E' significativo che "non sia piaciuto" a qualcuno.
Certamente Bettino Craxi indicò una nuova strada per il socialismo. Non rinunziò certo alla parola (come hanno fatto altri), sostituendo i simboli marxisti con un garofano rosso. Craxi andò a rileggere i socialisti pre marxisti, imperfetti e “datati” anche loro (erano uomini dell’800), certo, ma perfettibili. Un passo importante seguito dalle sue idee. E’ sintomatico che  Craxi “non sia piaciuto” a qualcuno.

Occorrerebbe, in parole povere, una cultura che non c’è. Un socialismo che rispetti il mercato: siamo a ciò che si cerca – quasi con disperazione – di realizzare oggi. Ma è mancato e manca di una base morale adeguata. Ma soprattutto manca di cultura. Perché questa è in generale latitante. Lo abbiamo già scritto: non si sa, di regola, neppure esattamente che cosa sia.

In realtà il socialismo non viene capito nella sua sostanza, né al vertice, né dalla base. Al socialismo occorrerebbe una cultura diffusa che poggiasse su di una base sociologica. Ma questa dovrebbe avere un humus nella cultura generale. E la vera cultura sfugge, imprevedibilmente, di mano alla società moderna. Essa è strattonata da più parti: dal consumismo, dal materialismo concreto, dal materialismo storico, dall’edonismo, da mal riposti concetti di libertà, da un sordo laicismo divenuto un mito, di false promesse, da un’informazione falsata da celati interessi. L’ultima spiaggia, garantita dal”potere” è di aggrapparsi ad un personale relativismo etico, che consente “tutto” nel privato, per non “morire” di tristezza e di noia.  Insomma, chi più ne ha, più ne metta. Lasciamo il resto alla fantasia di ciascuno. Perché il solo rifugio si trova nella capacità personale d’invenzione. Per chi ce l’ha…

Tornando alla sociologia, è materia importantissima, ma purtroppo, si imbatte in chi dubita che si tratti di una scienza. La sociologia, dopo i primi entusiasmi, è stata di fatto accantonata.

Ma si può notare come tutto possa esser fatto risalire all’errore di chi a lungo ha ragionato in modo ideologico: questa deformazione del pensiero porta a mitizzare tutto. Ogni novità, ogni concetto è valido se configurato come una “piccola ideologia” o se si inquadra in quella generale. Per cui tutto diventa mito. Solo in questa forma ha successo e, se ha successo, viene recepito in questa forma…

Emerge il motivo dello ‘scarso successo’ della sociologia che – come la psicologia – si basa tutta sull’osservazione dei fatti, e dei comportamenti. Questa sì che più è “laica”, più è corretta. Purché si capisca che il laicismo non può essere una “religio”, una fede, perché finirebbe di esser quello che deve essere. E’ soltanto una posizione del ragionamento o, se vogliamo, del pensiero. Il laicismo va utilizzato come strumento immateriale, non come principio. Invece, tanto per insistere (ma è così), la mentalità corrente inquadra ed accetta tutto solo sotto forma di principio. Ripetiamo: è questa la rovina. Vorrebbe essere laica ma non ci riesce…

Oggi – lo ripetiamo – la cultura è alla ricerca di se stessa. Non solo è scarsa di contenuti e di forme dinamiche di ragionamento (ipotesi, deduzioni, conclusioni, interdisciplinarietà…), ma non riconosce se stessa. Così l’individuo non solo è incolto, ma stenta ad acculturarsi.

Il socialismo, come la democrazia, anche per differenti motivi l’uno dall’altra, sono traguardi lontani.

Sono ideologie, sono ideologie sane. Ma il cammino – contrariamente a ciò che pensava Platone (o gli è stato attribuito) e a ciò che nel loro entusiasmo pensavano gli enciclopedisti francesi del 700 –  è lungo da percorrere. Procede, oltretutto, fra alti e bassi, tra fughe in avanti e puntuali …scivoloni. (G.S.)

Nota 2

I tanti che hanno la bontà e la pazienza di leggerci possono legittimamente “rimproverarci” di ripeterci. Parliamo,però, del dubbio fondamentale della filosofia tradizionale che è quello dello stesso pensiero umano. E non pensate che tutto ciò venga adeguatamente chiarito nei licei e forse, neppure all’università. Perché nell’istruzione prevale un indirizzo “compilatorio” nel descriver la realtà, in omaggio ad un falso e pericoloso senso obiettivo. E’ come dire ai giovani (e avviene): “ti lascio libero di scegliere la strada che vuoi, sceglila”. E’ ben più opportuno indicare una serie di strade, illustrandone gli aspetti positivi e negativi, le “entrature” e la vie di fuga. Parliamo in “parole povere”,scusateci,ma vogliamo rendere bene l’idea.

L’insegnamento è prevalentemente basato su una mera “elencazione“. Si ha paura di dar spazio all’opinione, anche se è la propria. Si ritiene addirittura nobile non esprimerla. Questa è una chiara esagerazione. E’ per questo, ribadiamo, che si può diffondere una ‘certezza’ come: “le ideologie siano morte”.

Si esce da studi di filosofia senza aver capito che il dubbio fondamentale dell’umanità, radicato nella filosofia stessa, è fra una morale contemplativa e una morale attiva. Bisogna ammirare la realtà o anche intervenire in essa? E quanto intervenire? Vi sembra da nulla? E’ saggia l’atarassia che consegue all’immagine di un cosmo che “è quello che è”, probabilmente perfetto, perché “è così”, ci sopravvive schiacciandoci psicologicamente o perché creato da un Dio perfetto interno o esterno ad esso? Il cosmo domina del resto l’individuo e gli incute timore perché gli sopravvive. Ecco che il pericolo morale è in agguato.Il rapporto fra l’umanità, la vita e il cosmo si guasta irreparabilmente. (G.S.)

Nota 3

Questo articolo, cui chi scrive tiene particolarmente, registra pochi”ingressi”. Segno – probabilmente – che ilsocialismo noninteressi piùmolto, che abbia annoiato. Colpa – facile a dirsi, in inea con lo stesso contenuto di quanto sopra – di chi lo ha mal rappresentato. Nella realtà ben pochi di noi possono dirsiassolutamente “non socialisti”. Se è vero come è vero che, con bnedetto Croce, “…Non posiamo non dircicristiani”,cosìnon possiamo nonaver “bevuto al calice” del concettpo di egalité della Rivoluzione francese e dalla dettagliata lezione delsocialismo ottocentesco (socialisti utopistici e Marx), delclebrato Gramzci e dei suoi parzialmnte apparenti opposti nazifascisti. Maturati anch’essi dal socialismo. Se è vero che il fascismo istituì la previdenza sociale,la cassa malattie e la “buiona uscita”, leggi oggi il tfr,trattamentodi fine rapporto o liquidazione…

Laparola socialismoèstata travisata finoaspccare il mondo in due posizioni ideologiche all’eccesso. Questa èuna vera peste per la società civile.Non è così.L’opposizioneè relativa, tanto èvero che esistemoralmente “il centro” che intende accettare un po’le ragioni degliuni,un po’degli altri…

Lasciateci dire ancora una volta che tuttorisalealla scuola platonica,all’abitudine ad esaltare una forma di pensiero, una scelta, sul piano diun’idea suprema per la quale anche …combattere e morire. Del resto “combatter e morir” sono parole d’un inno fascista.

Con un volopindarico ricordiamo che ilGesù dei Vangeli,morando sulla croce insegna  all’individuoche, perun grane fine,sidebba esser pronti a dare anchelavita. Tuttavia,ciòavviene sulla croc prmotivialtamente ideali,primofra tuttiil bene comune dell’umanità Il che non significa afatto -comequalcunodice – che il messaggio di Cristo sia uguale, ma neppure simile, a quello socialista. Gesùsirivolge alla moraleindividuale, promette il premio o il castigo solo all’individuo. Parla all’inteiorità della singola persona, nonconcepisce “il sociale”,il bene comune,senon come diretta allusione,qualeconseguenza non espresa,maintrinseca dellamorale intima di ciascun individuo. Aòlcontrarioilsocialismo,creazione umana” èlegatoallalegge scritta,alleregole, fatte osservare daun’autorità terrena, lo Stato, conl’usodiuno strumento poliziescoche non può non basarsi sull’esteriorità, anziché sulla interiorità che è scelta intima, superiore, ma – nei fatti – può esser nota solo a Dio.

 

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