Sociologia al tempo del coronavirus mentre lo Stato sperimenta la dittatura

Conte e Lamorgese. Una bella accoppiata, non c’è che dire… Ondivaghi per natura sono certamente inadatti ad affrontare questa drammatica contingenza. Ma loro -finché dura – pare si divertano da pazzi…

Non c’è dubbio che si continui ad esagerare, a seminare il panico, dando credito a chi in questi giorni, per strada, guida la propria auto o va in moto (è assolutamente ridicolo) indossando la mascherina. Poc’anzi la trasmissione Leonardo su Rai 3 raccomandava di pulire accuratamente i pavimenti. Assurdo e da ignoranti: si scambia il virus per un batterio. Pulire i pavimenti è buona pratica, ma nonc’è nullada fare adessoin più el ‘normale’. Altro che Leonardo! Siamo di fronte o all’ignoranza crassa o ad una campagna mediatica votata  sin dall’inizio volontariamente a seminare la paura. Un timore che aiuta a rispettare la prudenza, ma opportuno fino ad un certo punto. Perché l’esagerazione è una  catastrofe (Morale e, soprattutto, economica), mentre la  paura è una pessima consigluiera.

Per quanto il virus si stia dimostrando subdolo, resta pur sempre un virus: vive solo all’interno della cellula umana. Al di fuori ha una ‘durata brevissima, che si abbrevia sulle superfici lisce, su quelle bagnate per non parlare dell’aria aperta. o nell’acqua.

Non bisogna sottovalutare la negatività e il pericolo del generale ‘effetto paura‘ che – senza dubbio – si è innescato rapidamente. Molte persone – badiamo -sono paurose ed impaurite per natura. Possono, nel corso di questa vera e propria campagna terroristica, avere dei traumi e commettere errori anche molto gravi.

Sul piano economico,il provvedimento delle ‘chiusure‘ è un autentico e conclamato disastro!

Nel complesso, la ‘massa’ è anche puerile:  non c’è dubbio che molti abbiano preso anche ‘il discorso dei guanti e delle mascherine’ per una sorta di gioco. Peggio: per un’ennesima performance consumistica! 

E’ vero che – nonostante la sbandierata crisi – viviamo in una società ricca, per qualcuno opulenta, (o è come se lo fosse, rispetto alla liberazione dalla povertà di cui non s’è ancora spento il ricordo).in cui molta gente spesso finisce per soffrire di forme di noia. Ricordate ‘La noia‘ di Alberto Moravia? Le ‘cose contrarie’ possono costituire un modo per aver occasione – se non altro – di imprecare. Questo può divenire – in casi non rari – un’occasione per sentire di ‘esistere’. In una società in cui -appunto – la noia è un sostanziale male endemico.

Ripetiamo: non c’è dubbio che molti si crogiolino in questo ‘mal comune’ che toglie – quasi guarisce –  dall’isolamento gli ipocondriaci, i malati immaginari, gli afflitti per natura, i timidi, i veri e propri ‘sconfitti‘ che si consolano di fronte a questa situazione che condanna tutti a non poter più dire che ‘non siamo nei guai‘. Finalmente esiste – infatti – un innegabile ‘mal comune‘. Dunque, ‘mezzo gaudio‘, come afferma un notissimo adagio…

Non ci raccontino che il sacrificio dello stare chiusi e di andare in giro bardati come per carnevale vestiti da chirurgo sia sempre una manifestazione di ‘grande zelo sociale‘. Una gran quantità di gente segue le regole per paura o per un vero e proprio modo – addirittura puerile – di spezzare …la monotonia della propria vita!

Che abbia  ragione – a questo punto –  lo Stato a tassarci selvaggiamente? Sembra non aspettiamo altro che i guai, per interrompere quell’aurea mediocritas, che la crisi in corso – o meglio, per l’esattezza il rallentare della crescita – ci  impone. Ma, ciononostante, continua a garantirci mediamente più del necessario. Perché – specie per gli anziani che ricordano un passato più lontano – il miracolo economico none è mai veramente terminato. Procede, solo, più lento. Lentissimo come le lancette dell’orologio, ma – come quelle – non arretra.

Ma qui si innesta addirittura una speranza. Ripetiamo fino alla noia che c’è – in alto – una presenza oppressiva che con certezza, da quando si capì fino in fondo come  il ‘miracolo economico‘ fosse un ‘vero miracolo’, si adopera per bloccarlo ed è anche riuscita a rallentarlo fino all’attuale crescita inferiore all’1%. Ma sempre crescita è. Perché la crescita è connaturata all’economia di mercato, alla società che produce, fabbrica di tutto, sopra ogni cosa il valore aggiunto.

Questa è la speranza: se adesso, cedendo alla ‘giusta’ intenzione di rilanciare l’economia, fuori dall’impasse in cui il ‘morbo che infuria” l’ha provvisoriamente condannata, si scateni ciò che molti sperano e qualcuno teme: un boom come quello degli anni fra il 1800 e il 900, degli anni 930 e degli anni dal 1960 al 1990, quando un’inebriante crescita era sembrata aver instaurato una condizione eterna.A

Allora , però, cioè a partire dal 1991, chi frenava il mondo virò la boa verso la quale aveva veleggiato cocciutamente contro vento, rodendosi il fegato per quella inattesa lentezza. Quella triste virata ha condotto l’economia ad una crescita prossima allo zero. Il che – intendiamoci – non accontenta chi – ad alti e a minori livelli –  gioca al ribasso. E’ visibile – invece – la rabbia dei disfattisti, interessati o vocazionali – di fronte al dato di fatto che la prosperità in qualche modo …prosegua.

Oggi, in virtù dei ‘potenti mezzi’ a disposizione dalla tecnologia, si pensi all’elettronica e a tutto ciò che essa mette alla portata dei grandi e dei piccoli –  per capire ciò che sarebbe possibile, se si lasciasse la società e l’economia di mercato in condizione di crescere a briglia sciolta . L’elettronica equivale ad una potentissima fonte di energia, simile all’avventi dei motori e dell’elettricità. Anche superiore… Ma non è necessaria una gran cultura per sapere che il primo boom, nel Rinascimento, fu determinato, anche allora, dall’avvento di nuove forme d’energia: la vela triangolare, la massicciata stradale, il ‘basto’ e  un nuovo per agevolare la trazione animale…

Tali brevi riflessioni bastano a spiegare come chi da decenni ‘gioca al ribasso’ perché vuol massificare e dominare una realtà sociale, civile ed economica da globalizzare e dominare con tecniche di produzione e vendita super standardizzate, stia gioendo di questa pandemia: un evento planetario ritenuto impossibile da molti anni a questa parte.  Un evento che colpirà ancora una volta duramente la già tartassata ‘classe media’.

Il CIGNO NERO sta volando sul mondo?

Negli ultimi anni, ai quei folli livelli di pensiero, si parlava – infatti – con insistenza dell’approssimarsi di un evento nefasto indicato come il CIGNO NERO. Indicato, formalmente temuto, come qualcosa che potesse (finalmente?) . Che cosa è più simile ad esso che non questa imprevedibile pandemia? Un evento dall’aria addirittura paradossale per i…giorni nostri?

L’economista italiana Ilaria Bifarini sta facendo i conti in tasca alla crisi economica che potrebbe ora incomber sulla sola  Italia. Sono danni enormi, cifre da capogiro. Maggiori di quelle temute a breve dal presidente della Confindustria Vincenzo Boccia

Boccia, industriale tipografo, presidente dell’associazione degli industriali, ha spiegato ad Omnibus (La 7), le ragioni delle sollecitazioni al governo sulla necessità di persistere nell’apertura di certe attività anche in questo periodo. I danni all’economia italiana, perdurando l’idea delle previste ‘chiusure selvagge‘ sarebbero calcolabili, secondo Boccia, per una cifra pari a 700 milioni di euro l’anno.

Frattanto, si fa ‘passare per buono’ l’impiego dei controlli da ‘grande fratello’ sui telefoinini dei privati cottadini. Ecco il ‘top’ dell’esperimento incorso: si sperimentano la dittatura, addirittura la tirannide, giustificandosi dietro il paravento del ‘bene comune’. Ma è un vecchio espediente: la storia ci fornisce gli esempi adatti. ‘Certe cose’ non si fanno! Controllare i telefonini è opportuno e giustificabile solo in situazioni di accertata violazione della legge in corso…

Germano Scargiali

 

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Nota

I ‘bollettini di guerra’ sul coronavirus si contraddicono, frattanto, di continuo: da un’ora all’altra si viene a sapere che la situazione dei contagi e dei morti migliora e poi tutto il contrario… Ma il Governo Conte potrebbe essere vicino al ,…capolinea: I ‘Grillini’ minacciano, infatti, di uscire dal governo

Il capo politico Vito Crimi ha telefonato a Conte per spiegare le difficoltà del Movimento nel tenere la linea di palazzo Chigi. “Sì ai Coronabond, ma non attraverso l’attuale meccanismo del Mes, che comporta delle condizionalità“. Questa è la posizione del partito. Conte insomma dovrebbe provare a forzare per escludere vincoli pesanti e insistere su una iniezione di liquidità da parte della Bce. Ma  i 5 stelle non si fidano. E così minacciano di uscire dalla maggioranza. Il Mes è chiaramente un ‘capestro‘ per l’Italia. Ma in mezzo a tanto cortile non c’è da prendere una sola parola sul serio. Occorre aspettare gli  venti. Purtroppo, però non è una ‘comica’.

 

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