Mozia e lo Stagnone magici doni della natura e del tempo

Mothia oasi fenicia

Ecco tre filmati su uno dei siti più interessanti del mondo che non sempre noi siciliani – che abbiamo troppo del genere e da troppo tempo – apprezziamo adeguatamente. Parliamo dello “Stagnone” fra Marsala e Trapani, regno delle saline che risalgono all’antichità, di grande interesse per le sue particolari caratteristiche naturali, considerato uno dei maggiori, se non il più grande giacimento archeologico del mondo.

La consapevolezza piena dell’intera realtà dello Stagnone non è antica. Risale a questo dopoguerra, quando si capì che l’isola fino ad allora nota come San Pantaleo era nientemeno che l’Antica Mothia (Mozia), di cui si aveva notizia da storiche testimonianze scritte, ma di cui non si sapeva la collocazione. Per questo se n’era favoleggiato, come fosse stata una piccola Atlantide.

I reperti sono da allora raccolti in un piccolo museo sulla stessa isoletta che è incastonata come una gemma all’interno della laguna. Il museo non manca di un “divo” che fa da speciale richiamo come in ogni museo di tutto rispetto. E’ “Il Giovinetto” in marmo di fattura greca, più esattamente indicato come l’Auriga di Mozia.

L'Auriga di Mothia, noto genericamente come "il giovinetto". Colpisce per la sua bellezza oltre che per il pregio dell'opera.Non è certo che fosse un'auriga. Si favoleggia sulla sua identità (Automedonte?)
L’Auriga di Mothia, noto genericamente come “Il giovinetto“. Colpisce per la sua bellezza oltre che per il pregio dell’opera. Non è certo che fosse un’auriga. Si favoleggia sulla sua identità (Automedonte?)

Per importanza, l’Auriga fa il paio con la Nave fenicia, che si trova conservata ed è visibile all’interno del “Baglio Anselmi” a Marsala. Il più della ricchezza del sito è ancora da scoprire. Si pensi che “ci troviamo” a poche miglia dalla battaglia navale del Lilibeo, momento topico della rivalità fra Roma e Cartagine: La battaglia di Lilibeo nel 218 a.C. rappresentò, nella seconda guerra punica, uno dei primissimi scontri tra Romani e Cartaginesi, rivelandosi decisiva per la finale sorte vittoriosa di Roma. 

Sono luoghi e reperti “magici” che la sensibilità storica rende preziosi anche agli occhi dei visitatori più superficiali…

Germano Scargiali

L’Auriga è senza dubbio la principale attrazione dell’isola di Mozia. La statua fu rinvenuta, quasi per caso, il 26 ottobre 1979, nella zona “K” accanto al santuario di Cappiddazzu, proprio durante l’ultimo giorno di quella campagna di scavi, quando il piccone di un operaio colpì qualcosa di diverso. Gli scavi furono così prolungati di una decina di giorni, il tempo di riportare alla luce questo splendido capolavoro dell’arte greca.

Servizio realizzato con la collaborazione di Franco Maurizio La Valva

 

 

 

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