I cristiani ringraziano Boris Johnson e Carlo d’Inghilterra

Papa Bergoglio con il generale dei Gesuiti padre Arturo Sosa Abascal. Sostengono che il Diavolo non esista, sia solo una figura simbolica. Ciò dipende dall’adesione all’idea precristiana che Platone accetta da Parmenide: concezione d’un Dio perfetto in cui il male è soltanto apparente o creazione umana. Tale visione non non concorda con la tradizione biblica ed evangelica. Un Dio perfetto in sé e quindi anche nella creazione, per cui neppure l’inferno – in contrasto con le sacre scritture – sarebbe condizione eterna. Il Diavolo è invece un’ottima rappresentazione del male che è indubbiamente presente nel mondo. La sua sconfitta nel creato è ciò che anche Dio si prefigge.

Ciò che trascurano i cattolici lo fanno i protagonisti di altre confessioni cristiane. Persino gli anglicani, a quanto risulta, hanno mostrato la propria indignazione per le persecuzioni che i cristiani subiscono a livello planetario

E’ il colmo, perché tali persecuzioni sono dirette soprattutto contro i cattolici. Sarà che gli scismatici debbano “insegnarci” ad essere cristiani?

I messaggi natalizi del Vaticano riguardano la conciliazione fra le chiese e persino fra le religioni, in linea con un “supposto”, anzi decisamente malinteso significato attribuito all’ecumenismo. E’ una interpretazione che – non solo noi – non condividiamo di certo e lo abbiamo spiegato più volte…

Invece i messaggi di Natale più importanti e significativi per i cristiani nel mondo sono giunti solo da due tra le più alte autorità politiche ed istituzionali del Regno Unito (anche se la seconda si estende, per l’eredità al trono, anche alla Chiesa anglicana): il primo ministro Boris Johnson e il principe ereditario Carlo.

Boris Johnson ha ricordato, in apertura del discorso di auguri ai suoi compatrioti, che “il Natale è innanzitutto la celebrazione della nascita di Gesù Cristo”, e che esso “è un giorno di inestimabile importanza per tutti i cristiani nel mondo”. Dichiarazione di peso, e ormai non più scontata in società iper-secolarizzate e multiculturali come quelle occidentali, tra cui non certo ultima quella britannica, sono diventate.

Il premier inglese ha aggiunto, inoltre, di voler “ricordare i cristiani che in tutto il mondo soffrono persecuzioni”, e che sono costretti a trascorrere il Natale “in privato, in segreto, forse persino nella cella di una prigione”. E ha preso un impegno di non da nulla: “Come primo ministro, io voglio cambiare questa situazione. Noi siamo dalla parte dei cristiani ovunque, con solidarietà e difenderemo il diritto che vi spetta nel praticare la vostra fede”.

Il messaggio video diramato dal principe Carlo, poi, è tutto imperniato sull’affermazione che, mentre ci si accinge a celebrare la solennità del Natale, “è di vitale importanza che ricordiamo tutti coloro che subiscono persecuzioni per la loro fede cristiana”.

In particolare, Carlo ricorda l’attentato da parte dei terroristi islamisti la domenica di Pasqua 2018 in Sri Lanka, che ha considerato come “il giorno di maggiori violenze anticristiane dell’era moderna”. 

Il Principe ha ricordato poi la ben nota quanto tragica realtà dei cristiani in Siria, in Iraq e in gran parte del Medioriente, dove le comunità cristiane stanno perdendosi nel nulla…

Il Principe Carlo sottolinea, quindi, la propria azione personale, in linea con quella assicurata dal primo ministro: “rafforziamo la nostra determinazione ad evitare che il cristianesimo scompaia dalle terre della Bibbia”.

“Assicuro a quanti di voi oggi portano la croce della sofferenza – ha concluso Carlo – d’essere presenti nei miei pensieri più speciali e nelle mie più sentite preghiere”.

Colpisce in particolare la consapevolezza della gravità della situazione, il fatto di indicare la questione come una priorità politica, la determinazione nella volontà di adottare contromisure…

Nell’invettiva dei due personaggi colpisce la radicale differenza di impostazione e di toni rispetto ai recenti pronunciamenti pubblici provenienti dalla Chiesa cattolica e, in particolare, da quelli del Papa stesso…

Il messaggio letto di Papa Francesco nell’Angelus del 25 dicembre ha affrontato, infatti, il tema delle popolazioni vittime di violenza nel mondo. Ma senza ulteriori specificazioni. Il tema viene inserito da Bergoglio nel pur triste “mucchio” dei “conflitti economici, geopolitici ed ecologici…”

Fra le terre colpite da guerre, tensioni, sofferenze vengono menzionati il Medio Oriente (Siria, Libano, “Terrasanta”, Iraq, Yemen), l’Africa, l’America Latina. Ma non si  parla affatto delle persecuzioni contro i cristiani.

Si discute di ostilità e crisi e si accenna ai “perseguitati a causa della loro fede religiosa, specialmente i missionari e i fedeli”, ma non si dice nemmeno a quale religione questi ultimi appartengano.

Viene invocata la pace, l’armoniosa coesistenza fra i popoli, ma non si specifica mai  quali siano, i carnefici e le vittime. Non si parla di integralismo islamico…. Né si fa cenno alla strage di Sri Lanka, delle continue aggressioni ai cristiani operate da Boko Haram in Nigeria, a quelle di Al Shaabab in Kenya e Somalia.

Il Papa – com’è sua consuetudine – enfatizza che le violenze, come anche le calamità naturali e le malattie, …costringano la gente all’emigrazione…

Bergoglio, in conclusione, non riconoscere pubblicamente una specifica persecuzione contro i cristiani, ponendo invece l’accento su una presunta generale emergenza migratoria, provocata da una generica “ingiustizia”. Infine il colmo: colpevole sarebbe la mentalità diffusa in Europa, nella stessa Italia e in occidente.  Colpevoli le popolazioni, i cittadini, poco educati ed evoluti mentalmente per   rendersi conto di tali macro ingiustizie…

L’emergenza migratoria, secondo Bergoglio, è quella che obbliga milioni di uomini “ad attraversare deserti e mari, trasformati in cimiteri, a subire abusi indicibili, schiavitù di ogni tipo e torture in campi di detenzione disumani” e che “li respinge da luoghi dove potrebbero avere la speranza di una vita degna e fa loro trovare muri di indifferenza”. Da ciò l’obbligo o quasi di una generale accoglienza dei migranti per “risarcirli” dei torti subiti per colpa di “tutti”. 

E’ evidente, invece,  come sia in corso una vera guerra scatenata principalmente dagli islamici integralisti, ma che non esclude  ambiti induisti e buddisti. Essa è condivisa dal potere comunista tuttora vigente in Cina e dai falsi socialisti dietro ai quali si nascondono le oligarchie bancarie e i notabilati occidentali di stampo massonico… 

Tale “guerra” che ha prosegue all’interno dei paesi occidentali, storica culla del cristianesimo, in un odio anticristiano trova sostegno anche dal diffuso quanto malinteso sentimento laicista, nel relativismo etico, che predica l’edonismo e, quindi,lo stesso consumismo, contro i princìpi umanistico religiosi, che sul cristianesimo si fondano, oltre che sul diritto, le istituzioni,a volontà sei popoli… Un’acrimonia che si manifesta anche in scrittori e giornalisti “di parte” che sanno bene come gran parte del potere è sia stato di recente esercitato da chi si nutre del peggio e combatte contro ciò che per tradizione millenaria rappresenta il vero traguardo conseguito dall’umanità e in grado d’indicare la strada per un futuro migliore, che cancelli i problemi certamente rimasti…

Nella odierna Chiesa cattolica non esiste soltanto una preoccupazione diplomatica, che impedisce di porre al mondo la questione della guerra anti-cristiana. Il pontificato bergogliano ha imposto, come linea quasi incontrastata nelle gerarchie, la visione di una “chiesa ospedale da campo”, che non appare per nulla disposta ad ammettere il dato di fatto dello “scontro tra civiltà” in atto, quanto pronta a negare il legame profondo, tra il cristianesimo e le realtà sociali e civili dell’Occidente, da cui dipendono le istituzioni liberal democratiche che hanno assicurato nella storia l’esistenza del Cristianesimo, sia pure nelle differenti confessioni. Fra queste è innegabile, però, la supremazia per numeri e valore morale del Cattolicesimo. Questo non è religione di un solo popolo, né è religione nazionale, né di stirpe, né di razza. Il Cattolicesimo, unico e solo, è la religione che si propone a livello mondiale. Questo è il suo significato ecumenico. Non altro!

Il “pensiero bergogliano”, lungi dal rappresentare l’avanguardia di una nuova e più efficace evangelizzazione dell’umanità, dunque, propone l’ecumenismo in modo addirittura eretico, cioè impropriamente sincretistico e multiculturale… Con ciò la Chiesa rischia, nello scenario attuale, di fungere da cavallo di Troia, a disposizione dei due principali nemici del cristianesimo: la massoneria e l’integralismo islamico, alleati diabolici del secolarismo laico relativista.

(Testo redatto, raccolto, riordinato e arricchito dalla nostra redazione. Alcuni spunti sono stati attinti da L’Occidentale e da un articolo di Eugenio Capozzi)

Nota

Come accenniamo nella ‘dida’ sotto la foto in alto, l’errore dottrinale dipende da uno dei “danni” del pensiero platonico, che tanta eco ha avuto nei secoli per la sua bellezza immediata e il suo contenuto poetico.

Platone alimentava tante idee contrastanti rispetto al Cristianesimo, tanto più che non lo conosceva.Ma molti suoi pensieri – come avviene di tanto in tanto nel pensiero avanti Cristo – risultarono confacenti alla nuova fede. In realtà Platone si accorse nell’ultima parte della sua vita del danno morale provocato dal ritenere il mondo già perfetto sin dalla creazione(concetto ripreso in versione atea dagli illuministi e dal materialismo storico). …All’umanità non toccava di lottare contro il Male, ma soltanto di giocare con esso ad una sorta di “rimpiattino“: il solo compito dell’individuo sarebbe, dunque, quello di evitare il di commettere il male, non di lottarlo per limitarlo ed estinguerlo – magari solo come ipotetico traguardo – nel corso della storia. Questo è il concetto trasmesso – senza dubbio alcuno – dalle sacre scritture. E’chiaro che il Creatore chiami -in esse – l’umanità ad essere alleata. Per questo la aiuta contro il male e,soprattutto, perciò che si evince,aiuta l’individuo che abbia fede ed agisca in Suo Nome…

Platone non conosceva certo le sacre scritture, ma almeno due suoi concetti contrastano con il Cristianesimo. Il primo, quello già accennato, non è neppure originale, perché appartiene e ne al pensiero classico della filosofia, quello della “Scuola di Elea” che aveva i principali esponenti in Parmenide e Zenone. Sostanzialmente fu condiviso anche da Socrate e Aristotele…

Il loro articolato pensiero ebbe un forte peso, nella sua interezza, per tutto il periodo medievale, proprio quello in cui il pensiero cristiano affondò radici profonde e venne trasmesso ai tempi moderni. Ciò ha influito anche nell’errore – sempre platonico, ma già socratico – di attribuire la massima importanza (tutta) all’esistenza dell’anima ed alla sua immortalità. Questo non poteva non costituire un forte appeal per i cristiani, che vi trovano tutt’oggi punti di forza per la loro fede. Credere è difficile…

Tuttavia, ciò portò a non capire o a trascurare l’importanza e il valore che il Vecchio e Nuovo Testamento attribuiscono al corpo. Già in questa terra il corpo è sacro e dev’essere oggetto del massimo rispetto: tanto il proprio quanto quello altrui.  Perché “fatto” ad immagine e somiglianza di Dio. Pur essendo la più forte somiglianza riposta nel pensiero, nell’intelligenza e nella coscienza

Il rispetto del corpo – intendiamoci – non è una sorta di superstizione… Nel cosiddetto paganesimo degenerava in un culto del corpo. E ciò rischia di avvenire anche oggi come  conseguenza dell’edonismo materialista. Il rispetto del corpo è moralmente un principio fondamentale. Tornando all’anima, esso la ospita, una gratificazione che già lo nobilita.Da qui l’importanza attribuitagli da tutte e tre le religioni abramitiche…

L’illuminismo, la massoneria – nella loro idea di un Dio unico, grande architetto – hanno recepito la parte deleteria, pur suggestiva, del platonismo. Lo hanno privato del suo spirito poetico e religioso, ma anche eroico. Hanno trasmesso tale convinzione al marxismo e al sentimento etico relativista oggi diffuso. Fino a fare dell’umanità una potenziale “nemica del creato“. Essa, è al contrario, per il Cristianesimo, la sola alleata di Dio nella lotta contro il Male. Ciò si manifesta negli evidenti limiti che caratterizzano la realtà: il peccato, l’errore, la malattia e la catastrofe sono presenti – impossibile negarlo – nel mondo. Sono i nemici della perfezione che è certamente nelle intenzioni di Dio. Essi sono anche i nemici dell’umanità. Come uscire da questi confini logici e teologici?

Parte dei cristiani – influenzati dai nemici del cristianesimo, cioè dal Diavolo – puntano i piedi di fronte alla presenza del Male. Negarlo, equivale a non combatterlo adeguatamente, equivale – soprattutto – nella vita di ciascuno (di questo si accorsero in vita sia Platone,si il suo epigono Sant’Agostino) a privare l’individuo di un vero scopo, un vero orizzonte,un vero possibile, pur difficile, traguardo. Tanto più difficile quanto, nel sentimento degli individui migliori risulta esaltante.

Ma la religione cristiana ed anche ebraica promettono la “resurrezione della carne“. E in cielo sono stati accolti il corpo di Gesù fatto uomo e il corpo della Madonna. Scusate se è poco… Che lo si creda fermamente o no, ciò comunque simboleggia e rafforza l’importanza che il cristianesimo attribuisce al corpo. Per gli ebrei il corpo dei morti è sacro e va raccolto, pezzo a pezzo, fino all’ultimo, quando – come avviene nella guerre recenti – venga dilaniato da una bomba.

La si può pensare come si vuole, ma, se la volontà quella di essere cristiani, bisogna accettare le sacre scritture e soprattutto il messaggio di Gesù Cristo (essere cristiani significa seguirne gli insegnamenti) senza eccezioni. Pur lottando con i dubbi che ci assalgono, che il diavolo ci suggerisce con sottile e ininterrotta abilità. Perché non c’è dubbio che il Male sia abilissimo in ogni occasione e circostanza nel …travestirsi da Bene.

Germano Scargiali

Nota 2

I gesuiti sono stati spesso accusati di ambiguità nei riguardi dei principi condivisi dal cattolicesimo ed anche del cristianesimo in genere… Essi, nel corso della seconda parte del primo millennio, furono messi fuori legge e se ne tentò la soppressione soprattutto in Spagna e Germania. Il loro capo è risaputamente definito come “il papa nero” proprio per il loro discostarsi dal rigoroso dictat di Roma.Oggi,oltre ai due papi in Vaticano, uno dei quali gesuita,un altro papa – addirittura un terzo – vestito di nero, parla di nuovo ordine mondiale. Tre parole da cui attentamente guardarsi che fanno parte della visione laico illuminista e massonica.

Un programma allettante che, però, (per questo non andrà in porto) ha l’amarissimo sapore di un suggerimento diabolico…

Nota 3

Arturo Sosa Abascal (Caracas, 12 novembre 1948) dai baffetti molto laici, è un gesuita venezuelano, preposito generale della Compagnia di Gesù dal 14 ottobre 2016.

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