Vince la destra. Dopo la tempesta un po’ di quiete?

Uniti per Dio chi vincer ci può…

Nello Musumeci stavolta ha colpito il bersaglio, conquistando circa il 40% dei voti fra i candidati alla presidenza della Sicilia. Che cosa significa? Ce l’ha fatta col margine giusto: non è larghissimo, ma governerà sereno. Già, la ferita inferta al PD, che resta il vero avversario – quello serio, quello storico – ricorda quella di Mercuzio fra le braccia di Romeo: “…No, non come un pozzo, né grande come la porta di una chiesa: ma è quanto basta, e basterà”. In “compenso” il loro alleato Alfano, non avendo superato la soglia del 5%, dopo anni di castronerie, resta escluso dall’Ars, la grande sala di palazzo dei Normanni: sembra quasi un paradosso, ha visto anche Crocetta insalutato ospite, ma è il più antico parlamento del mondo. 

Le congratulazione di un elettore
Le congratulazioni di un elettore

Renzi, dal canto suo, sembra prossimo al capolinea, Non parliamo della fronda avversa interna al Pd, che chiede il solito  “cambiamento”, ma per tornare indietro… Il patto dell’ arancino, invece, posiziona il centrodestra sulla rampa di lancio, con il M5stelle che lo insegue invano. Il PD a pezzi non la spunterebbe neanche con i voti di Fava. Il comunista etneo …ce la fa: prende meno voti della neonata “Diventerà Bellissima”, ma a Sala d’Ercole, pur solo soletto, porterà i colori del suo partitino. Basta poco, ormai, per battere Alfano. Nessuno dei suoi – si consoli così – potrà più neppure tradirlo, a legislazione iniziata, passando sul carro vincente…

Per Musumeci, Messina, la volta scorsa una Waterloo, è divenuta la sua Lipsia. E, buon  per lui, i tempi sono capovolti. Prima nella polvere – per ricalcare il Manzoni del 5 Maggio, ora è sull’altare. La sua lista Diventerà Bellissima ha spopolato a Messina ed è diventata un partito alla Regione, con il 7% dei voti, più di alcuni partiti “storici”. In testa, sulle rive dello Stretto, è stata Forza Italia. Ha regione, come sempre, Berlusconi: rivà forte. Ora i messinesi si abitueranno all’idea del Ponte… Forse capiranno quanto serva anche a loro, oltre che al mondo…

Fotografato sulla torta c'è anche Pogliese. Il capogruppo di F.I. si è speso molto, anche se Micciché, eterno pupillo berlusconiano è chiamato - sempre per "sfregio" il puparo- I pupari, invece, sono stati fregati...
Fotografato sulla torta c’è anche Pogliese. Il capogruppo di F.I. si è speso molto, anche se Micciché, eterno pupillo berlusconiano è chiamato – sempre per “sfregio” – il puparo. I veri pupari, invece, non si vedono (pensate al teatrino di Cuticchio, è la regola) e, pertanto, pare siano stati fregati. Sono loro i più temibili. Ovviamente…

Matteo Renzi, dicono, abbia esaurito la propria strategia. Renzi la pagherà probabilmente, ma a fallire è la strategia a breve termine: i consensi si sono erosi fino a far scattare l’allarme rosso. L’uomo di Rignano e il suo candidato si piazzano terzi malgrado la coalizione che hanno messo insieme. Lo strappo a sinistra e il patto indecente con Alfano a destra non hanno pagato. Ma “le manie di grandezza” sono un male costante a sinistra: credevano veramente di vincere con Micari? Perdere per perdere, era meglio riprovare con Crocetta. Almeno ogni colpa ricadrebbe su di lui e le sue malefatte… Lo stesso non dicasi per il Renzi ideologico: lì sono gli ex comunisti che devono capire e abituarsi. Se non cambiano marcia e andatura, ma forse mezzo di trasporto, andranno dritti da una delusione all’altra…

I Grillini risultano il più votato fra i singoli partiti e, mirando a fare da spaccatutto, era il minimo che potessero sperare: una soddisfazione, certo, ma assolutamente platonica, almeno per il momento, in un regime elettorale in cui le coalizioni contano e vincono. Il loro risultato sembra incredibile a chi è fuori dalla politica, ma per i 5Stelle è una delusione rispetto a molti sondaggi dei mesi scorsi… I grillini sono isolati per vocazione, come tali si sono presentati e come tali ora ne pagano il conto… Senza alleanze avranno sempre la vita dura. Stanno del resto già “sulle balle” dei notabilati che li hanno sostenuti: il fine era di rompere i giochi a danno soprattutto della destra, ma anche di una sinistra dalle armi spuntate e arrugginite. Si distinguono puntualmente per volgarità continuando ad insultare i vincitori, cui “assicurano” non daranno mai in alcun modo una mano. Se ne deduce che per 5 anni anni non faranno “mi”, neanche per caso, il bene della Sicilia, che, invece, ne ha tanto bisogno. D’altronde – come sempre – copiano i bolscevichi, di cui una massima educativa fu: mentire, mentire, mentire se il fine è quello di conquistare il potere… Non si dicono “di sinistra”, ma quanto le somigliano…

Chi non poteva perdere è la grande coalizione di centrodestra guidata da un candidato presidente – Nello Musumeci – politico navigato e personaggio abbastanza credibile. Ex missino sì, ma guida da anni dell’antimafia in Sicilia, collega isolano di Rosi Bindi.  Vincente, si dice, risulta il “centrodestra vintage”: lo era in Sicilia e ha vinto. Vintage è bello e di moda, mentre non è detto che le innovazioni non si possano operare con un vestito retrò e – diciamolo – il buon giusto d’un tempo… La coalizione è grande, ancor più lo è per la presenza degli ex democristiani di Cesa. Adesso il centro destra italiano, riferito ai moderati europei, sta per esserlo anche in Italia: è l’avversario da battere ma, come sembra, anche quello imbattibile. Tranne improbabili “topiche” da parte dei tre principali leader, attorniati da altri minori, come Cesa e Stefano Parisi, e non solo, più i parlamentari, a Palermo, a Roma etc, che avevano già iniziato e continuano a saltare sul carro del vincitore. Ad esempio, molti Alfaniani non stanno nella pelle dalla voglia di tornare all’ovile o trovarne uno similare nell’atea governativa. Lo hanno per vocazione. Tutti porteranno i loro voti e clientele… Frattanto è nata una stella, anzi un partito dal nome accattivante: Diventerà Bellissima, espressione coniata da un sano uomo di destra come Paolo Borsellino: è già all’Assemblea regionale con i suoi parlamentari avanti ad alcuni partiti storici…

Roma ladrona? Roba da Bossi. Io me faccio fotografà co' Giorgia, romana de Roma, davanti ar Cupolone!
Roma ladrona? Roba da Bossi. Ma che stai a di’? Io me faccio fotografà co’ Giorgia, romana de Roma, davanti ar Cupolone! E mo’ se n’annamo da Gigetto ar Portico d’Ottavia.

Il “patto dell’arancino” (nome nato dalla cena condivisa di Catania) significa che la Meloni, Salvini e Berlusconi, per quanti rissosi, sono adesso una alleanza vera, composita e …terribile.

Frattanto il “temibile” Pd a guida renziana e il suo alleato Alfano sono out. Quella che nasce intorno a Fava in Sicilia è una forza ancora in via di formazione che tuttavia, unita, inizia ad avere una massa critica consistente. La lista de “I Cento passi” (ovvero quella di Fava, contestata dalla famiglia Impastato) è andata forte, infatti, ma non ha fatto valere neppure i diritti di anzianità rispetto alla neonata Diventerà Bellissima. A livello nazionale i suoi voti potrebbero essere di Energie per l’Italia di Stefano Parisi che è stato fra gli ispiratori (vedi i colori): l’acqua va al mare.

La sfida in Sicilia è stata solo fra M5s e Centrodestra: probabilmente sarà così anche in Italia. L’Isola, la più grande regione italiana, continua nel suo incredibile ruolo di precorrere gli eventi della politica romana. Siciliano era Sturzo, fondatore del Partito Popolare, Poi DC. In Sicilia e, ad opera del socialista Bino Napoli decollò il famoso centrosinistra… Ma l’Isola, per quanto vituperata e spesso ingiuriata, è un costante baco di prova

La sinistra si chiede perché abbia perso. Ha sbagliato candidato? Colpa di Micari? Un Carneade? E’ giusto accusare il presidente del Senato Grasso per il Gran rifiuto? Ma – capiamoci – vale mai la pena per un vice presidente della Repubblica mirare alla presidenza della Regione? Lo fareste?

Si fa La differenza tra i voti raccolti dalla lista Fava e quelli al candidato presidente (dal 7% al 10%), già visibile nei due exit poll, è data dal fatto che molti elettori sinistra hanno dato un voto disgiunto a favore di Cancelleri per farlo vincere contro Musumeci? Tutto pur di non vedere la destra al governo! Questa logica serpeggia certo fra tanta gente…  La sinistra fa la caccia alle streghe. Non capisce che no è che sbagli: così come “è sbagliata“. La sinistra è fuori dal tempo, non è neppure vintage… E’ ridicola che parlino di cambiamento i bersaniani che vorrebbero – invece – restaurare, come resuscitare un morto… Non capiscono che la sola strada è quella di decretare la fine del marxismo ed elaborare un nuovo socialismo non marxista.

E’ un fatto che i risultati siciliani, vadano valutati insieme con i risultati di Ostia (un grandissimo test sull’attuale tenuta del voto grillino nella capitale). La nuova destra unita va forte anche lì: attendiamo il ballottaggio. E con i dati delle regionali in Molise, dove si pesa un altro candidato di Renzi (il presidente uscente) che ha rotto a sinistra e si è alleato con gli alfaniani. Rompi di qua, rompi di là, i democratici, ex comunisti, non si accorgono – ribadiamo – quanto abbiano rotto loro… Assomma di qua, sottrai di là, la somma algebrica non è difficile…

Era del resto già nei numeri e quindi nella logica sin dalla vigilia. Ma in questa realtà in cui si continua a “supporre” siano morte le ideologie c’è chi spera in miracolosi “ravvedimenti“. O per lo meno li giudicherebbero tali. Le ideologie, invece, non moriranno facilmente:lo provano i tanti nostalgici a destra e a manca, ma soprattutto lo testimonia l’idea liberale, sperimentata a spizzichi e bocconi sin dal tempo di Pericle, perché temuta già da Platone, che era suo zio, un radical chic ante litteram, un sognatore dalla pancia piena, un oligarca che scriveva “La Repubblica, ma la attuava con spirito già allora di stampo massonico. Già: “fate quel che dico, non fate quel che fo”, un principio a vasto raggio… Liberali, liberisti e libertari (i 3 concetti sono inscindibili) sognano un mondo nuovo come l’araba Fenice. Tale è del resto – ancora inattuata – la democrazia. Anche questa ha un’ideologia, come ce l’ha la religione o almeno, pur non esseno propriamente tale, la ispira.

Ahò, ma sti microfoni so' pochi. A la prossima ne vojo er doppio!
Ahò, ma sti microfoni so’ pochi. A la prossima ne vojo er doppio!

Ma l’Isola, ora, è soprattutto un test. Questo è ciò che più conta… Diamoci, come si dovrebbe fare più spesso, ai numeri. La Sicilia, infatti dispone del 10% degli elettori italiani. E con questi numeri i dirigenti del Pd metteranno Renzi sotto processo, cercando di imporgli bel colpo di timone. Arrivare primi o secondi, infatti, è ben diverso che arrivare, per la prima volta, addirittura terzi. E il sistema elettorale (appena imposto dallo stesso Pd con voto di fiducia) in cui 200 seggi sono assegnati con i collegi uninominali. Renzi ripeterà: “la Sicilia sarà pure un test, ma a livello nazionale tutto sarà diverso”. Facile a dirsi: prima poteva farlo dando l’impressione di crederci almeno lui. Con questi numeri Orlando e Franceschini – i più concreti oppositori – potranno dirgli che se non cambia marcia, e se non rinuncia al posto di premier – e sarà difficile – va verso il burrone. Non si accorgono così che la strada indicata da Matteo Renzi, il rottamatore, con tutti i difetti che ha il giovane uomo politico, è comunque la sola da seguire. Non è alle virgole e agli accenti che bisogna guardare, quando il contenuto del testo è …sgangherato.

E’ interessante notare quanto i media siano finora in mano al PD. Ovviamente, da tempo, d’accordo con i grandi editori che – tranne i berlusconiani – fanno capo a chi sappiamo. Anche durante e dopo il voto siciliano si parla più di loro che di altro. Fa gioco, adesso, lo spirito necroforo della stampa italiana, ma solo in parte. Il più è ancora la piaggeria di sempre… Si parla meno – pochissimo – del fenomeno 5Stelle, comunque protagonista di un’exploit, sia pur ridotto rispetto al successo annunziato. La verità è che nessuno crede nei 5Stelle più di tanto, tranne fra gli elettori, ma solo quelli dell’ “zoccolo duo”. Il voto 5Stelle resta un non voto di protesta, un ‘opzione alternativa al non recarsi alle urne. Già, perché qualcuno sottolinea, adesso che vince la destra, come abbia vinto il partito del non voto. Quasi non fosse stato sempre così. Emerge come i 5Stelle siano appoggiati da forze meno visibili: sono le stesse che l’anno creato e presto – fra errori intrinseci ed esaurimento del ruolo di disturbo commissionatogli –  lo distruggeranno. Sta avvenendo anche con Renzi. Quelli che durano sono quelli che si fanno da soli: i Berlusconi, i Trump, i Putin, gli Assad, gli Erdogan… Per questi, come avvenne per Gheddafi e i Kennedy si può semmai ucciderli. Oppure resta l’impeachment come avvenne con molto artificio nei riguardi di Nixon…

Crocetta 5 anni fa divenne presidente con uno sparuto numero di voti a favore. All’Assemblea regionale di palazzo dei Normanni il nuovo presidente avrà più margine, nonostante i timori agitati dalle Tv… La gente restò a casa anche allora e il partito del non voto furoreggiò anche in quei giorni: che cosa aspettarsi dopo l’intensa aiuto diffamazione operata di continuo? Dopo che il discorso da caffè per eccellenza è… “tanto sono tutti uguali”? Il nuovo presidente Musumeci ha alle spalle un numero di veri partiti storici che hanno tutta l’aria di voler recuperare il “troppo” tempo perduto. E non sempre per colpa loro.

Dopo la tempesta ci aspetta dunque un po’ di quiete? Non è da ritenerlo: troppo lunga fu la tempesta, troppo siamo abituati agli scatenamenti, vedi quelli anti Berlusca, Anti Trump, anti Putin… Contro i governi che vogliono fare, contro i decisionisti si scatena la pletora, prima ancora che degli avversari politici, da parte della mediocrità generale, della pochezza culturale, di quella temperamentale, dei tanti che i giovani chiamano …i cazzoni: tali portatori di handicap generalizzati non sopportano chi sa fare e fa. Per i cattivi del mondo, che vogliono pescare nel torbido con il caos e il sottosviluppo, portarseli appresso come il pifferaio magico è quasi un gioco. Per loro volponi, un gioco da ragazzi…

Germano Scargiali

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