Tutti I 70 neo onorevoli e chi sarà assessore: il Governo all’ultimo “vertice”?

Ecco i volti dei 70 eletti alle elezioni Regionali 2017. Saranno gli onorevoli deputati all’Ars, con finzioni legislative e di controllo della presidenza Musumeci.

Sono solo 70, venti in meno della passata legislatura, i rappresentanti del popolo siciliano all’Assemblea regionale che si trova ospitata da tempo a “Sala d’Ercole”, una realizzazione borbonica all’interno del famoso Palazzo dei Normanni o Palazzo reale di Palermo. I Borboni vi soggiornarono in un paio di occasioni, la più recente delle quali nel periodo napoleonico nel quale vennero soppiantati a Napoli da Gioacchino Murat, incaricato, oltre che cognato dell’imperatore francese, ma di origine italo francese (Corsica), come risulta anche dal cognome Bonaparte.

Ai deputati regionali  siciliani – a differenza di quelli delle regioni a statuto ordinario – spetta il titolo di Onorevoli: siedono nel “più antico parlamento dl mondo” riunitosi ancor prima di quello inglese,  concesso – con la Magna Charta libertatum – ad opera di Giovanni Senza Terra, fratello di Riccardo cuor di Leone, in assenza di questo che era partito per le Crociate… Altri  “onorevoli”, al di fuori del parlamento nazionale, sono soltanto i consiglieri del Comune di Roma che siedono in Campidoglio…

E’ sperabile che i 70 personaggi politici chiamati chiamati a collaborare per il bene dell’Isola, operino, finalmente, per il meglio… Eccoli partito per partito…

 Forza Italia: Giuseppe Milazzo, Gianfranco Micciché, Marianna Caronia, Riccardo Savona, Riccardo Gallo Afflitto, Giuseppe Federico, Alfio Papale, Marco Falcone, Luigi Genovese, Tommaso Calderone, Orazio Ragusa, Rossana Cannata e Stefano Pellegrino.

 DiventeràBellissima: Nello Musumeci, Giusy Savarino, Alessandro Aricò, Giuseppe Zitelli, Giorgio Assenza e Giuseppe Galluzzo.

Popolari e autonomisti: Giovanni Di Mauro, Roberto Lagalla e Toto Cordaro, Carmelo Pullara, Giuseppe Compagnone e Pippo Gennuso.

 Udc: Mimmo Turano, Vincenzo Figuccia, Margherita La Rocca Ruvolo, Giovanni Bulla, Cateno De Luca, Eleonora Lo Curto.

 FdI-Noi con Salvini: Elvira Amata, Tony Rizzotto, Gaetano Galvagno e Antonio Catalfamo.

 M5S: Giancarlo Cancelleri, Giampiero Trizzino, Salvatore Siragusa, Luigi Sunseri, Roberta Schillaci, Angela Foti, Gianina Ciancio, Gaetano Nicolosi, Cristiano Anastasi, Matteo Mangiacavallo, Giovanni Di Caro, Nunzio Di Paola, Elena Pagana, Valentina Zafarana, Antonino De Luca, Stefania Campo, Stefano Zito, Giorgio Pasqua, Sergio Tancredi, Valentina Palmeri.

Pd: Giuseppe Lupo, Antonello Cracolici, Luca Sammartino, Anthony Barbagallo, Michele Catanzaro, Giuseppe Arancio, Luisa Lantieri, Francesco De Domenico, Nello Dipasquale, Giovanni Cafeo, Baldo Gucciardi.

 Sicilia futura: Edy Tamajo e Nicola D’Agostino.

 Cento passi: Claudio Fava.

La maggioranza su cui conta il neo Presidente della Regione Sicilia Musumeci non è larga come il suo prevalere al voto nel nuovo ruolo. Essa è, anzi, piuttosto risicata. Sono 29 i deputati della coalizione di centrodestra che hanno ottenuto un seggio col sistema proporzionale: 12 di Forza Italia, 5 di Popolari e Autonomisti, 5 dell’Udc, 4 di Diventerà Bellisima e 3 di Fratelli d’Italia-Noi con Salvini. 

A questi si sommano i 6 componenti del listino del presidente e lo stesso Musumeci. In totale fa 36la metà più uno dei 70 deputati di cui è adesso formata l’Ars. Cinque anni fa, Rosario Crocetta iniziò in una condizione ben “peggiore”: il suo mandato prese avvio con appena 30 deputati su 90, ma egli raccolse maggioranze variamente composte in tutti i momenti “difficili e cruciali”, ma soprattutto in tempi successivi diversi parlamentari passarono nella sua maggioranza.

Allo stato attuale l’opposizione dispone di 34 seggi, di cui ben 20 (tra cui quello che spetta al candidato presidente giunto secondo, in questo caso Giancarlo Cancelleri) vanno al Movimento 5 stelle, partito più votato, che dunque arricchisce di 5 unità la sua squadra rispetto al 2012. Il secondo gruppo di minoranza è il Pd con 11 deputati (nel 2012 erano 14), seguono 2 di Sicilia Futura e uno, (Claudio Fava in persona), per Cento passi per la Sicilia

Questo che ruota attorno a domenica 26 novembre 2017 dovrebbe essere l’ultimo weekend di stallo per la giunta regionale, ormai in dirittura d’arrivo. Sembra, infatti, che un’ultimo “vertice” sia convocato per lunedì 27. Poi l’esecutivo regionale sarà definito tra martedì 28 e mercoledì 29 novembre. Sarà vero?

I nomi dei papabili restano quelli resi noti nei giorni scorsi. Il numero due a Palazzo d’Orleans sarà Gaetano Armao, che guiderà l’assessorato Economia e Finanze. E poi Roberto Lagalla e  Vittorio Sgarbi, mentre si fa avanti il nome di un tecnicollauidato come Massimo Russo…

Proseguiamo con Mimmo Turano, Toto Cordaro, Ruggero Razza, Bernadette Grasso, Marco Falcone, Margherita La Rocca Ruvolo, Sandro Pappalardo, Paolo Inglese e un ultimo nome in quota Forza Italia che in casa Micciché si sta definendo da un’ora all’altra… Sembra, però, certo che non si tratti né di Giuseppe Guaiana, sponsorizzato dal senatore Antonino D’Alì, né di Edy Bandiera, nome invece caldeggiato dall’ex ministro Stefania Prestigiacomo. Sarà un forzista del Trapanese, difficile sapere chi. Lo stesso Micciché, com’è noto vuol ritornare dritto alla presidenza dell’Ars dove fu nella XIV legislatura dal 2006 al 2008.

Si è sgonfiata, frattanto, l’ipotesi Ester Bonafede in quota Udc. Nonostante in molti affermassero d’esser  certa la nomina. Ma i ben informati raccontano, adesso, che su questo punto Musumeci non sarebbe disposto a cambiare prospettiva: la permanenza di Bonafede nell’esecutivo di Rosario Crocetta, infatti, peserebbe molto su questa candidature e farebbe propendere Musumeci in direzione di La Rocca Ruvolo.

Analoga situazione quella del docente universitario Paolo Inglese:filtrano incertezze… Non soltanto per la sua vicinanza a Fabrizio Micari (del quale Inglese sarebbe anche stato elettore, oltre che testimonial), ma anche perché la sua storia professionale imporrebbe la delega all’Agricoltura, su cui invece punta Marco Falcone. Un dettaglio non da poco, secondo diversi esponenti della maggioranza, che lascerebbe intravedere una delle crepe maggiori in casa forzista: Micciché, a detta di molti, non gradirebbe più di tanto Falcone. La scelta di Inglese, in tal modo, comporterebbe la possibilità per Micciché di contare all’Agricoltura su un assessore più “controllabile” rispetto a Falcone, che avrebbe invece un profilo più indipendente da lui, commissario azzurro nell’Isola…

Nello Musumeci avrebbe, frattanto, convocato singolarmente i quasi assessori, confrontandosi con loro, ma non avrebbe ancora sciolto la riserva sulle deleghe da assegnare definitivamente. In parte per prendere tempo ed evitare di far implodere la maggioranza, ma soprattutto per mandare un segnale chiaro ai partiti: quel “qui comando io” di cui il neo Governatore si impone da copione…

Infine, Noi con Salvini. I leghisti siciliani si sono presentati in campagna elettorale con una lista congiunta a Fratelli d’Italia e nel listino l’accordo era stato di inserire un nome di Fdi e lasciare il posto in giunta ai salviniani. Peccato che i tre coordinatori regionali “Carmelo Lo Monte, Alessandro Pagano e Angelo Attaguile avessero le medesime mire verso quell’unica poltrona… Ecco, quindi, che lo strappo è avvenuto e – tra i tre litiganti – ne abbia “goduto” Sandro Pappalardo, membro – però – del partito di Giorgia Meloni. A carico di Matteo Salvini, più volte sollecitato dai leghisti siciliani a prendere posizione nella diatriba tra i tre luogotenenti, certamente un peccato di omissione. Avendo vinto, però, la battaglia nel suo insieme all’Assemblea Regionale, sembra che per Matteo Salvini ma la vera guerra sia tutta da giocare per la conquista di Palazzo Chigi …prossimamente su questo schermo.

(Notizie raccolte  commentate da Germano Scargiali)

Vedi anche articoli originali alla voce Politica Sicilia

 

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