Gender o non gender e i paladini di “Espresso – Repubblica”

Pochi dubbi che la stragrande maggioranza della popolazione sia contraria al gender e relativa logica che trova nemici in una minoranza rumorosa e prepotente

Ci mancava solo il bus anti gender: ecco l’ultima follia firmata Family Day”. Questo il pacato e …ragionevole titolo di Espresso-Repubblica che annuncia l’iniziativa ‘Bus della libertà’: un autobus di color arancione con le sagome di un bambino e una bambina e la scritta: I bambini sono maschi, le bambine sono femmine. La natura non si sceglie. Stop gender nelle scuole.

Il mezzo, che in precedenza aveva fatto tappa in Spagna e in America Latina superando difficoltà e sequestri, ha girato per alcune città italiane; gli esponenti di Generazione Famiglia  che erano a bordo hanno cercato il dialogo, sempre sereno e rispettoso, anche con militanti LGBT.

L’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria (IAP) aveva ingiunto all’associazione di interrompere le affissioni iniziate a Roma. Il Giurì dello IAP la accusava di discriminazione e di portare avanti una campagna di odio contro omosessuali e transgender.

Ecco il Bus in Francia, dove anche il Movimento per la Vita (attivo in Italia, vedi manifestazione al Circo Massimo) riempie le grandi piazze...
Ecco il Bus in Francia, dove anche il Movimento per la Vita (attivo in Italia, vedi manifestazione al Circo Massimo) riempie le grandi piazze…

La difesa è stata: non abbiamo veicolato alcun messaggio di odio – che è impossibile rintracciare nei nostri comunicati – non ci occupiamo in alcun modo di persone con disforia di genere. Vogliamo solo che i bambini a scuola non siano costretti ad adottare comportamenti tipici del sesso opposto e ad assistere, senza il consenso dei genitori, a spettacoli che li spingano alla fluidità di genere.

Incredibilmente (?!) questa linea ha vinto e il bus della libertà ha potuto continuare a circolare. Ogni tanto una buona notizia ci vuole. Ma soprattutto è essenziale che i genitori, e tutti coloro che sono interessati alla sana crescita dei ragazzi, non si distraggano e continuino a supportare le associazioni che si occupano di educazione e famiglia.

(Da Roma, Maria Antonietta Gaziano)

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Oggi assistiamo (non sempre, come avvenuto nel caso di cui sopra, la ragione vince) a forme dieducazione al contrario“. Come, infatti, si può mai condannare chi esalta, sul terreno educativo, l’importanza dell’amore fra un uomo e una donna, che si conclude con il formarsi di una Famiglia? Non siamo, forse, tutti nati in conseguenza di questa “istituzione naturale per antonomasia”, formarsi da decine di migliaia di anni? Che dico? Da sempre!

Non è, quindi, interesse “morale” della comunità umana che questo …meccanismo “funzioni” al meglio?

Se altri, ripetendo le esperienze bibliche di Sodoma e Gomorra, che – come la mafia nelle speranze del grande Giovanni Falcone – ebbero un inizio e una fine, rivendicano forme di sessualità e, perché no, d’affetto, “diverse“, possono riscuotere la “tolleranza”  cui ci esorta il Vangelo (è una delle esortazioni più difficili da capire, nei suoi limiti, ma anche più belle e nobili, massima verso gli altri, restrittiva verso noi stessa), ma è indubbio che gli stessi sostenitori del gender si imbattono in una serie indefinibile di contraddizioni e “non sense”…

Quanti diventano i sessi? Come definire l’indistinguibilità dei sessi e l’omosessualità, che ne è il più evidente corollario, ponendola sul piano delle numerose – quanto odiose – devianze sessuali: il voyeurismo, la pedofilia etc?

Sul sesso – è vero – la nostra società, come anche su altri temi,  è  prigioniera di pudori e vere riserve mentali, che sono di ostacolo all’uso di argomentazioni chiare e serene. Ciò non giova a nessuno, anzi nuoce al problema. La maggior parte di noi, grazie ad inevitabili esperienze di vita – parliamo di piccole o meno piccole violenze subite, anche mentali, avance di sconosciuti etc – sa bene di che cosa siano fatte certe cose. Pruderie e perbenismo, volontà di stendere un velo pietoso a certe realtà dell’umana natura, ci conducono “fin troppo” a forme di comprensione e tolleranza nei confronti delle devianze comportamentali, sia nel sesso, sia in altri campi (rispetto dell”altrui persona, dell’altrui proprietà, dei beni di pubblica utilità…).

Un problema contemporaneo è che si tenda a consentire forme di libertà assoluta (relativismo etico), legata – badiamo – soprattutto alla capacità economica individuale, alla possibilità, di ciascun individuo in particolare, di consumare un servizio o qualcosa di simile. E’ questo il  livello di consumismo che più bisogna combattere. Dobbiamo – secondo una propagandata mortale corrente – poter morire quando vogliamo, divorziare quando vogliamo, scegliere il sesso che vogliamo…

Stiamo attenti, però: per ciascuna scelta che abbiamo appena esemplificato esistono degli “uffici”, stavamo per dir delle “botteghe“, alla cui porta bussare, presentare una richiesta e pagare una fattura. Quando la rilasciano… (G.S.)

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