A Roccapalumba la presentazione del libro “Itinerario gastronomico arabo normanno”

Natura, religione e tradizione sono tre parole care a Roccapalumba, a valle sulle propaggini interne delle Madonie.

Nell’ambito dell’iniziativa “30 Libri in 30 Giorni” si presenta sabato 7 Aprile 2018 alle ore 17,30, nell’Aula Consiliare a Roccapalumba, il volume di Carlo Di Francodi : “Itinerario gastronomico arabo normanno”. La manifestazione è promossa da BCsicilia, l’Associazione che si occupa di salvaguardia e valorizzazione dei beni culturali e ambientali, con il patrocinio del Comune di Roccapalumba.

Dopo i saluti di Guglielmo Rosa, Sindaco di Roccapalumba e lintroduzione di Giovanni Pravatà, Presidente BCsicilia Sede di Roccapalumba e di Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale di BCsicilia, è previsto l’intervento dell’etnoantropologo Claudio Paterna. All’incontro sarà presente l’autore

Per informazioni: segreteria@bcsicilia.it – Tel. 346.8241076 – Fb: BCsicilia – Tw: BCsicilia.
In allegato Comunicato stampa e copertina del libro.

Copertina del nuovo libro di Carlo Di Franco presentato da BCSicilia a Roccapalumba
Copertina del nuovo libro di Carlo Di Franco presentato da BCSicilia.

Il Libro: Lo splendore del patrimonio storico, artistico e architettonico arabo-normanno è stato riconosciuto dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.In questo riconoscimento non si può trascurare il ruolo fondamentale giocato dall’itinerario gastronomico che è parte integrante e inscindibile del patrimonio storico e culturale della Palermo. A narrare le vicissitudini dei popoli che si sono avvicendati nel corso dei secoli lasciando nella nostra terra impronte indelebili, ci ha pensato l’antropologo Carlo di Franco, esperto e autore di testi di storia e cultura gastronomica, nel suo “Itinerario gastronomico arabo-normanno”.

Il libro presenta un excursus completo e puntuale di tutte le pietanze della tradizione siciliana che sono state ereditate dalle dominazioni arabe e normanne. Dalle spezie, tra cui chiodi di garofano, cannella e zafferano, ai dolci con mandorle, pistacchi e miele degli Arabi, alle carni e pesci grigliate dei Normanni. Passando per la pasta condita con le verdure come broccoli, tenerumi e finocchietto che vengono usate anche sotto forma di sformati tipici della Grecia o della Turchia.
O ancora, il cous cous accompagnato da carne, verdure o pesce. Le citazioni, benchè sommarie e solo a titolo di esempio, fanno facilmente comprendere quante siano in realtà le pietanze giunte ai nostri giorni e che abbiamo mutuato dai popoli che ci hanno dominato nel citato periodo arabo-normanno.
A completamento della ricca carrellata di pietanze prese in rassegna dall’autore, troviamo una serie di aneddoti che, tra storia e leggenda, offrono interessanti spunti e chiavi di lettura alternative sui cibi considerati i capisaldi della storia e della cultura gastronomica siciliana di quel periodo.

L’autore: Carlo Di Franco, antropologo con una laurea in scienze Demoetnoantropologici conseguita presso l’Università di Palermo. Docente di Antropologia sociale e sacra all’Università di Orvieto e per tale specializzazione è stato docente di Antropologia Religiosa alla Facoltà Teologica di Palermo. Docente di Antropologia all’AUSER “Leonardo da Vinci” di Palermo e membro Nazionale dell’Istituto Nazionale delle Arti e Tradizioni popolari.
Pubblicista per diverse testate a carattere antropologiche-turistiche tra cui Bell’Italia. Ha pubblicato nel 2013 “Viaggio attraverso i sapori del quotidiano” con cui ha partecipato all’Expo di Milano rappresentando Palermo e il mercato del Capo.
Ha pubblicato il saggio “Palermo… Cultura e Tradizioni”, oggi raccolto in un cofanetto con tre volumi che parlano degli usi e costumi di questo popolo millenario. Dal 2004 è Presidente dell’Associazione “La Palermo dei Misteri”che cura tutto quello che c’è di misterioso in città tra cui la leggendaria storia dei Beati Paoli.

(Notizie da comunicato)

Il programma di 30 libri in 30 giorni
Il programma di 30 libri in 30 giorni

Nota. Ci dispiace, nel pubblicare quanto sopra con notevole trasporto e apprezzamento, nel constatare come sia stato dimenticato che il “Percorso” che l’Unesco ha inserito come Patrimonio dell’umanità, sia “Percorso Arabo normanno bizantino“.  Un “vezzo” locale – che abbiamo osservato subito, proprio a Palermo – ha fatto “saltare” i Bizantini. A Palermo, da un po’ di tempo, si cambiano i nomi anche ai santi: San Francesco Saverio è diventato San Saverio… Noi avevamo, invece, notato che – essendo tutti i mosaici, fra l’altro una delle componenti di maggior pregio assolutamente opera di mosaicisti bizantini – si fosse resa finalmente giustizia ad una perdurante lacuna culturale. Di fatto i Bizantini restarono in Sicilia più a lungo dei cosiddeti Arabi. Già, perché non furono veri arabi, ma Musulmani provenienti dall’Africa del Nord e dall’Egitto. Gli Arabi sono un popolo originario, appunto, dell’Arabia, anche se presenti anche al di fuori da allogeni. Come popolo preesistono da molto all’arrivo di Maometto. Ne ricordiamo anche il nome latino dal liceo… I musulmani dell’Africa, fra loro, non hanno in genere difficoltà a riconoscere gli arabi. E’ vero, però, che i musulmani presenti in Sicilia erano portatori della cultura araba, delle tecniche agricole etc. Era il popolo che aveva espresso i filosofi Avicenna e Averroè, i quali – però – si inserirono culturalmente nel filone della filosofia greca classica, rifacendosi a Socrate, Platone, Aristotele. Del resto la cucina siciliana di oggi – specie quella occidentale, che ha espresso i piatti più famosi – ha innumerevoli ascendenti ed ha assunto una fisionomia propria, benché pietanze e ingredienti hanno molta attinenza con quella africana, che, a propria volta, è decisamente orientaleggiante. Quindi è opportuno parlare di …ciò che oggi si trova lungo l’itinerario “celebrato” dall’Unesco. (Germano Scargiali)

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