Acqua e disinfomazione

Acqua in una delle tante sorgenti dell’Umbria, ma anche Vico del Gargano è… la città dalle cento sorgenti. Enormi quantità di acqua si perdono per il piacere di vederla scorrere.

Dopo aver difeso, incredibilmente, l’Inghilterra sul caso del piccolo Charlie, dopo aver affermato come il turismo siciliano “speri” nell’effetto Isis (che orribile espressione…) e già ne sta …godendo – quindi si preoccupa meno di migliorare la qualità del prodotto, anche se deve farlo, tanto è vero che è cresciuto stentatamente a una cifra contro i concorrenti che lo fanno ad oltre il 5% o a due cifre – la Tv oggi ci “delizia” sul problema idrico

Il commento mischia di tutto, dagli incendi nei boschi, ultimo dei quali sul Gargano, all’allusione inevitabile ai mutamenti climatici (di cui non esiste alcuna prova scientifica, ma solo ipotesi scientifiche o meno ancora). L’allusione di base è al depauperamento delle risorse idriche come “fatto inconfutabile”. Ipse dixit, per quanto, sempre scientificamente, la presenza dell’acqua sul Pianeta – su questo benedetto pianeta che secondo qualcuno vorrebbe voltare le spalle all’ingordigia umana – è una costante. L’acqua, la sola sostanza chimica sulla superficie e nelle profondità della terra che superi il silicio (e di molto)  non può andarsene via attraverso lo spazio siderale… Già! Purtroppo, per gli ipocondriaci e per coloro che fomentano il fenomeno paura e il fenomeno ignoranza,  che sono i veri problemi di base, latenti, costanti, di cui tanti marpioni approfittano

Che cosa si vuole …avallare? Qual’è, per così dire, l’ultima (ma ne seguiranno)? Ve lo diciamo in modo semplice, diretto e schietto: che vanno potenziati e e ristrutturati gli invasi. Qual’è la verità? Che la politica degli invasi in tema di approvvigionamento idrico è stato un errore su scala mondiale, ma – vedi caso – è la più conveniente per l’amministrazione pubblica. Questa “vuole” spendere di più. Più si spende, più denaro si amministra più cresce – quantomeno – il potere… Gli invasi costano, sia in fase di realizzazione (dighe), sia in fase di manutenzione. Ben vengano, dunque! Le amministrazioni italiane, indebitate fino al collo, nei guai con la spending review, vogliono -frattanto – ottenere anche lo “stato di calamità“. I contadini, a loro volta, i contributi per la siccità: nasce la “cordata” dell’acqua che scompare: nuovo clima,meno acqua…

Quanto è grande l'Africa, terra di siccità i enormi fiumi: Nilo, Zambesi, Congo, Niger... Nei grandi laghi africani Tedeschi e francesi si scontrarono in piccole, ma vere battaglie navali...
Quanto è grande l’Africa, terra di siccità e di enormi fiumi: Nilo, Zambesi, Congo, Niger… Nei grandi laghi africani tedeschi e francesi si scontrarono in piccole, ma vere battaglie navali

Per inciso, ciò vale anche per le energie alternative: immaginate ciò che deve stanziare l’amministrazione pubblica per sostituire o finger di sostituire le fonti di energia (termiche, nucleari) da migliaia di megawatt  con fonti da poche centinaia (pannelli solari e pale eoliche) ad orario e secondo i capricci del meteo. Allora – vedi caso – i mutamenti climatici non fanno più paura…

Tornando all’acqua, sembra ce ne sia poca e che l’uomo “moderno” fra sciacquoni, piscine, fontane, rubinetti aperti, water che perdono h24, è di un’ingordigia sordida, di una spreconeria da interdizione per prodigalità…

C’è chi predica, addirittura, il risparmio, a favore delle plaghe semi desertiche dell’Africa in cui qualcuno si “ostinerebbe” a vivere… Come se , facendo una doccia in meno in Italia, potessimo salvare dalla sete un bimbo del Biafra o lavare  le mutande ad una partoriente del Burundi e così via…

La realtà è lontanissima da queste descrizioni più o meno sottintese, date per scontate con una nonchalance che, quando è fraudolenta, sarebbe da oscar della recitazione. Anzitutto, l’Africa, terra dai grandi spazi, è la massima riserva di ricchezze non sfruttate ed anche inesplorate del mondo.

Le verità – la realtà – è che l’acqua manca nella realtà civile solo per una cattiva politica dell’approvvigionamento e della distribuzione. L’acqua piovana degli invasi, legata alle piogge dovrebbe essere integrata in misura di gran lunga maggiore di quanto non sia, da acque di altra provenienza: acque sorgive e da pozzo. Si potrebbero utilizzare di più le acque dei fiumi: basta andare alla foce e vedere quanta se ne perda… Si diceva già che non c’è parte del mondo dove non si trovi acqua almeno ad 800 metri di profondità sotto terra. E’ risultato che non sempre è così ma è vero ovunque almeno a 1000 metri. C’è di più e …di peggio. Per l’errata politica degli invasi e dei laghi, non vengono prese in considerazione miriadi di ottime sorgenti di superficie o quasi. Ancor più, appunto, l’acqua da pozzo che già Archimede sollevava con la su famosa “vite” applicata ancor oggi – pur motorizzata – per la sua razionalità ed economicità.

Palermo, indicata spesso come una città “secca”, senz’acqua “nei rubinetti”, si è sviluppata sin dalla preistoria nella Conca d’Oro perché questa è ricchissima di acque sotterranee. Palermo potrebbe ancor oggi approvvigionare da sola l’intera Sicilia. Monte Cuccio va visto come un enorme recipiente d’acqua inutilizzata. Antichi uomini sconosciuti realizzarono le condotte sotterranee dei qanat, analoghe a quella della Colimbetra di Agrigento ed a tanti misteriosi pozzi nei deserti africani… Volete che l’uomo moderno, se fosse necessario, non andrebbe  trovare l’acqua nei meandri della crosta terrestre, come già riuscivano a fare senza energia da motore quegli antichi predecessori?

Ma se Palermo è ricca di acqua (l’acquedotto è predisposto per fornirla a mare alle navi fiume), altrettanto lo è la zona di Trapani ed intere regioni, quali Campania, Toscana, Liguria… Nominiamo queste perché dal mare potrebbero dare acqua a tutti tramite recipienti galleggianti trainati e navi cisterna. Lo fanno con le isole minori, dove i turisti fanno la doccia senza risparmio…

Esistono acque sotterranee di produzione pluriennale, quindi indipendente dalle piogge recenti e acque di origine tellurica, che si trovano sotto terra da tempi imprecisabili delle orogenesi e delle eperiogenesi.

Tutto manca anziché l’acqua. Bisogna solo “prenderla“, ricorrendo magari, ove non ci si riuscisse, a desalinizzatori etc. Ma intendiamoci: se Palermo avrebbe acqua per tutta la Sicilia, non  è necessario come diceva oggi “un esperto” distribuire acqua differente per il wc e per bere al rubinetto (cosa che già facciamo poco, grazie al benessere comunque imperante, che ci porta a consumare le minerali). L’acqua semisalina o semi desalinizzata servirà, se mai, ad usi irrigui e industriali. C’è quella riutilizzata delle fogne. Anche lì da usare in casi estremi. In Israele, dove il problema è “grosso”, l’acqua reflua viene riutilizzata in acquedotto per 7 volte… Il problema è solo – ancora una volta – politico. La corruzione regna su tutto e …anche bere un bicchiere d’acqua può divenire – come disse un deputato siciliano – un atto politico…

Insomma le vie dell’acqua sono infinite e non c’è barba di mutamento che  porterà l’uomo a doversene privare. A mare copre il 70% della costa terrestre, è solo un po’ “troppo salata”… Poco male!

Scaramacai

 

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