Nel 2017 si marcia per la vita: partono Parigi e Washington

Parigi Place de la Liberté: “Garder son bebé c’est la vrai liberté!”
Washinton, gennaio 2017. Anche il vice presiente ha partecipato per la pima volta alla Marcia per la vita: Mike Prnce nominato da Trump
Washinton, gennaio 2017. Anche il vice presiente ha partecipato per la pima volta alla Marcia per la vita: Mike Pence nominato da Trump.

Diego Torre, colonna portante da anni della Milizia dell’Immacolata, ci invia questa significativa corrispondenza (email) che, pertanto, pubblichiamo volentieri.

E’ iniziata la stagione delle marce (per la vita, ndr) 2017. Apripista Parigi e Washington. Ovviamente sulla stampa non troverete nulla; eppure parliamo di grandi numeri, dal peso importante, soprattutto in USA, potenzialmente destinato a riaprire la questione aborto in quel paese (e non solo). Leggete gli allegati (e possibilmente fateli girare).

Venerdì 27 gennaio, 500.000 americani hanno preso parte a Washington, alla “March for life”, appuntamento nato nel 1974, nell’anniversario della sentenza “Roe vs Wade”, con cui la corte suprema legalizzò l’aborto.

Siamo alla 44^ edizione, e né il freddo intenso né il relativismo hanno potuto fermare ancora una volta i prolife americani. Ospite d’onore quest’anno il vicepresidente degli States, Mike Pence, presentato sul palco da Kellyanne Elizabeth Conway, responsabile della campagna elettorale di Donald Trump, cattolica praticante e madre di quattro figli. Equilibrato, more solito, Pence ha confermato l’adesione di Donald Trump alla Marcia e ha sottolineato come, tra i primi tre ordini esecutivi del presidente ci sia l’annullamento dei finanziamenti alle organizzazioni che praticano o promuovono aborti in 180 Paesi del mondo. Tale provvedimento aveva subito ricevuto i complimenti del presidente del comitato episcopale USA che si occupa delle attività pro life, il cardinale Timothy Dolan, arcivescovo di New York. Si leggeva nella nota ufficiale: “Si tratta di un passo positivo verso il ripristino e il rafforzamento di importanti politiche federali che rispettino il diritto umano più fondamentale, quello alla vita”. Pence ha poi ribadito l’impegno dell’amministrazione USA per togliere i fondi alle organizzazioni che operano dentro i confini nazionali e per la nomina a giudice della corte suprema (uno dei nove) da cui dipendono tante scelte. La Camera USA infatti non ha confermato il filo abortista Merrick Garland, nominato da Barack Obama, e l’Amministrazione opterà a breve per un giudice pro-life.

 “La vita sta vincendo in America!”, ha scandito Pence invitando i partecipanti a conformarsi a quella che Papa Francesco chiama rivoluzione della tenerezza.

E deve essere proprio vero! Maggioranza alla Camera e al Senato e Presidente USA… sono tutti finalmente prolife e antiaborto. 44 anni di marce, preghiere, incontri e conferenze, hanno prodotto una maturazione nella coscienza degli americani che si è tradotto infine anche in risultati elettorali! I precedenti di partecipazione presidenziale: nel 1988 Ronald Reagan mandò un messaggio video e nel 2008 George W. Bush fece un saluto telefonico.

A quello di Pence sono seguiti diversi interventi di rappresentati del mondo pro-life e di tanti autorevoli membri del Congresso; giusto per confermare le parole del vicepresidente. Migliaia le sigle dell’associazionismo aderenti; anche straniere; tante e variegate come i cartelli, i palloncini, gli slogan.

Papa Francesco, con un messaggio firmato dal cardinale Pietro Parolin, ha sostenuto così la marcia: «È così grande il valore di una vita umana ed è così inalienabile il diritto alla vita del bambino innocente che cresce nel seno di sua madre, che in nessun modo è possibile presentare come un diritto sul proprio corpo la possibilità di prendere decisioni nei confronti di tale vita, che è un fine in se stessa e che non può mai essere oggetto di dominio da parte di un altro essere umano».

Ripetiamo che la stampa europea, e quella italiana in particolare, hanno completamente ignorato l’evento pur avendo dedicato fior di pagine qualche giorno prima alla marcia anti-Trump. Così come hanno taciuto sulle tante manifestazioni “minori” svolte in contemporanea nel resto degli States a sostegno della vita. Ma si sa… la dittatura del relativismo, oltre che fornirsi di leggi e governi compiacenti, ha bisogno del controllo della stampa e di silenziare gli oppositori. E lo sta realizzando; e la libertà diventa merce sempre più rara. Ma la Verità ha i “suoi” canali.

Stiamo intanto valutando alcune “opzioni d’impostazione” relative alla marcia palermitana, per le quali non mancherò di farmi sentire a breve.

Rimaniamo uniti in preghiera per la promozione di VITA FAMIGLIA EDUCAZIONE. (Diego Torre)

 

Parigi: tenere il proprio figlio è la vera libertà!

Il 22 gennaio 50.000 partecipanti hanno riempito le strade di Parigi per la Marche pour la Vie 2017; ancor più numerosi dell’edizione precedente. Si tratta della XI edizione della Marcia, che raduna un collettivo di associazioni, la Confederazione Nazionale delle Associazioni Familiari cattoliche.

La Marcia è partita da Place Denfert-Eochereau, ed è arrivata a Place Vauban, dietro Les Invalides per il discorso conclusivo; numerosi le rappresentanze internazionali.

L’11ma edizione della Marcia ha visto gli organizzatori di sempre, ma anche la partecipazione dell’associazione “Survivants” e i “Eveilleures”, cioè le Sentinelle.

I Survivants, sono i sopravvissuti all’aborto, nati dopo l’introduzione della legge Veil del 1975 che ha permesso l’aborto e che ha lasciato sul campo più morti francesi delle due guerre mondiali. “La legge Veil l’hanno votata i nostri genitori, non noi” afferma il portavoce Emile Duport. “Si ritiene spesso che la donna sia l’unica interessata, ma la maternità è un’avventura collettiva, non isolata”.

E mentre  alla Marcia si cantava lo slogan “Garder son bebé, c’est la vraie liberté”, “tenere il proprio figlio è la vera libertà”, Jean-Marie Le Mené, presidente della Fondazione Jerome Lejeune lancia un appello ai candidati per la presidenza perché adottino una politica della salute che faccia abbassare il numero degli aborti, in Francia due volte più numerosi rispetto a Spagna, Italia e Germania.

In Francia sono 229.000 i bambini abortiti ogni anno. Per essi le ultime parole pronunziate dal palco da Philippe de Villiers, uomo politico vandeano e autore di vari saggi di successo, che ha fatto appello al risveglio della Francia: “Un paese che uccide i propri figli, uccide la propria anima. Un paese che salva i suoi figli, salva anche la sua anima. Viva l’anima della Francia!”

 

Papa Francesco ha incoraggiato i partecipanti a “operare instancabilmente” per la cultura della vita. Egli ricorda che “la Chiesa non deve mai cessare di essere l’avvocata della vita e non deve rinunciare ad annunciare che la vita umana va protetta senza condizioni, dal momento del concepimento fino alla morte naturale”. Anche 23 vescovi francesi hanno scritto a sostegno dei marciatori.

Ma, se verrà approvato il progetto di legge, voluto dal governo socialista di Hollande, che amplia il già esistente reato di “ostacolo all’aborto” (approvato già in commissione e in Senato) una Marcia per la vita forse non si potrà più fare. In tal caso sarà reato anche il tentativo verbale di dissuasione. Ma la Francia non era la patria dei diritti e della liberté?

Pochi sanno infatti che varie persone che si sono opposte all’aborto sono state condannate per legge, scrive Puppînck, direttore di ECLJ, cioè del Centro europeo per il diritto e la giustizia. Tra esse, Puppînck ricorda il dott. Xavier Dor, che è stato anche incarcerato nel 1998, e un professore di storia del Liceo di Monosque al quale è stata revocata l’idoneità all’insegnamento per avere presentato agli alunni di una classe di seconda il film “No need TO argue” , ritenuto ostile all’aborto.

Due successivi ampliamenti hanno allargato il reato di ostacolo all’accesso alle informazioni sull’Ivg. L’attuale proposta di legge, pensata contro i siti pro vita, inasprirà le pene e taciterà completamente il web. Se passerà.

Ovviamente sull’evento è sceso il silenzio cimiteriale dei media italiani…

Nota di Palermoparla. E’ preoccupante come una pseudo cultura contrabbandi, spacciandoli per progresso, vecchi vizi dell’umanità. Diceva Dante, interpretando Semiramide …che libido fe’ licito in sua legge per torre il biasmo in che era condotta. Sodoma e Gomorra, note città della Bibbia, “sbagliarono” moltissimi anni fa: fu un periodo. Poi …gli errori tornarono errori. In realtà tutti noi sappimo quale sia la retta via, quella giousta e quale sia quella del peccato e dell’errore. Perchè i due fenomeni, cui lavora il diavolo – sia che esista materialmente come noi pensiamo, sia che simboleggi, ma molto, molto bene, l’indole della tentazione e del male – camminano insieme. Errore, ignoranza, peccato è un triste trinomio. E, di solito, il male è inizialmente allettante: si pensi che la droga è soprannominata paradiso artificiale… Larga è la porta infernale dicevano già i Latini, che concepivano, come anche i Greci, il premio o il castigo dopo la morte in era pre cistiana…

A tutto ciò si aggiunge adesso lo spirito del consumismo: divorzio, aborto, matrimonio gay, utero in affitto etc sono vissuti come altrettanti momenti di consumo. Prendersi “la libertà” di operare a piacimento, ad libitum, poterselo comunque permettere, sia che – com’è di regola – abbia un costo, sia che si configuri come un atto di trasgressione sociale, è la sostanza peggiore di tutto ciò cui abbiamo accennato ed altro ancora. Ma c’è una forza popolare che ricorda la retta via, segue il bene come l’umanità lo ha concepito per millenni sotto varie religioni, per non parlare delle tre abramiche, che hanno tanti punti in comune ed abborriscono tutti quei peccati.

 

 

 

 

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