Bergoglio, né progressista né conservatore, verso dove sta portando la Chiesa?

Pope Francis presides the Te Deum prayer in St Peter’s Basilica at the Vatican on December 31, 2018. (Photo by Filippo MONTEFORTE / AFP)

Se consideriamo le scelte di Jorge Mario Bergoglio da un punto di vista politico ci accorgiamo di uno strano fenomeno: l’attuale pontefice viene considerato un progressista a oltranza ma in effetti lo è solo in apparenza. Sembra infatti accogliere le istanze del mondo della sinistra ma, al momento di approvarne le richieste, non lo fa. Deludendo le attese.

Questo, ad esempio, è quanto avvenuto di recente in Germania e nei paesi del nord Europa dove i progressisti del mondo cattolico avanzavano proposte come il matrimonio per le coppie gay, il sacerdozio esteso anche alle donne ed il celibato ecclesiastico facoltativo. Erano convinti che queste innovazioni sarebbero state approvate nel Sinodo sulla Sinodalità la cui prima sessione si è chiusa il 29 ottobre scorso. Ciò invece non è accaduto. I motivi? Non si conoscono, ma si possono fare delle supposizioni.

Probabilmente per non dare troppo potere a determinati gruppi oppure per attendere tempi più favorevoli.

Queste oscillazioni tra posizioni molto differenti rischiano, però, di allontanare più fedeli di quanti ne attirino. Infatti, quando non si fanno discorsi chiari inevitabilmente si perde in credibilità. C’è chi osserva, al riguardo, che il modo di procedere di Bergoglio sia quello tipico dei gesuiti, più avvezzi a compiacere le alte sfere del potere piuttosto che a contrastarle.

Che ciò possa poi portare ad una maggiore efficacia della Chiesa nel mondo è tutto da vedere. Di fatto i consensi a favore dell’attuale guida dei cattolici si stanno riducendo: meno fedeli nelle chiese, meno entusiasmo, meno aspettative. Va, però, anche osservato che le responsabilità di un papa, a tutti i livelli e in tutti i campi, sono enormi per chiunque le debba assumere.  

Ciò che sta causando dissensi e controversie senza precedenti è stata la pubblicazione, il 18 dicembre 2023, della Dichiarazione Fiducia Supplicans del Dicastero per la Dottrina della Fede guidato, dal primo settembre 2023, da Victor Manuel Fernandez – detto Tucho – l’arcivescovo argentino recentemente creato cardinale e a cui è stato affidato il ruolo che fu per tanti anni di Joseph Ratzinger.

Egli era già noto come autore dell’opera “L’arte del bacio” e perciò soprannominato anche “besame mucho” ed ha scritto anche, come è saltato fuori recentemente, un’altra pubblicazione che si potrebbe definire teologico-pornografica, che oggi lui stesso disapprova.

Facciamo un passo indietro: che cosa è una Dichiarazione?

Si dice spesso che un papa è infallibile solo se parla ex-cathedra, secondo il dogma definito nel 1870 durante il Concilio Vaticano Primo. Vero, ma si tratta di affermazioni estremamente rare, tanto che l’ultima è stata pronunciata nel 1950 da Pio XII.

Al contrario, le dichiarazioni di un papa durante interviste, chiacchierate, scambi di opinioni, non sono più infallibili di quelle di chiunque altro, soprattutto se gli argomenti non riguardano la Fede o la Morale ma temi politici, economici, ecologici eccetera.

Quindi, in pratica, che valore hanno le affermazioni di un pontefice? Fra i due estremi del dogma ex-cathedra e della chiacchierata ci sono affermazioni con un diverso grado di importanza: una Dichiarazione della Dottrina della Fede è molto importante e vincolante. Peccato che, nel caso specifico, un Responsum della stessa Congregazione, di appena due anni fa e firmato anch’esso da Francesco, dicesse l’esatto opposto: “la Chiesa non ha il diritto di benedire coppie irregolari o dello stesso sesso”.

Quindi, se la Chiesa benedice le coppie irregolari la secolare morale cattolica è ormai da buttare al macero? (Per irregolari si intendono di solito i divorziati-risposati, i conviventi, gli adulteri e i gay).

E’ accaduto quindi che al dissenso dei progressisti tedeschi si sia sommato quello dei cosiddetti conservatori sparsi nei vari continenti (per esempio di tutte le Conferenze Episcopali dell’Africa subsahariana) preoccupati di non vedere più nella Chiesa una guida morale sicura; né si può dire che le rassicurazioni arrivate da Tucho Fernandez siano bastate a calmare gli animi. In effetti, dopo l’insurrezione di gran parte del mondo cattolico, egli ha pubblicato un nuovo lungo documento ‘chiarificatore’ che, se possibile, è riuscito a peggiorare la situazione, per esempio affermando che le benedizioni dovranno durare non più di 10 – 15 secondi!

Vediamo pertanto di approfondirne il contenuto. Intanto già la scelta del termine “irregolari” risulta piuttosto vaga e, in ogni caso, già in sé carica di una notazione negativa: infatti ciò che è irregolare, in genere, si ritiene che non vada bene, quindi non sia accettabile. Ne consegue che i sostenitori di nuove forme di matrimonio di certo non potrebbero accettare una definizione del genere: infatti, per molti di loro qualunque tipo di unione è già considerato perfettamente regolare, quindi va riconosciuto come tale e se, poi, viene accettato o meno dalla Chiesa ciò non ha alcuna importanza: c’è un vasto mondo laico del tutto disinteressato al giudizio della Chiesa, anzi pronto a ribellarsi comunque e a criticare qualunque riforma che non sia perfettamente aderente alle proprie convinzioni. In discussione oggi, poi, non ci sono solo le unioni tra coppie omosessuali o tra separati risposati, ma anche un ampio ventaglio di possibilità da far tremare le vene ai polsi.

Quando si abbandona la morale sessuale tradizionalmente seguita dalla Chiesa, criticabile quanto si vuole, ci si avventura, però, in un campo minato. Rotti gli argini, tutto potrebbe essere permesso: perché, ad esempio, non aprire alla poligamia (possibilità, peraltro, già contemplata nel recente Sinodo) all’incesto o alla pedofilia, per citare solo qualche esempio?

Di fatto, con la teoria del gender, oggi dalla Chiesa respinta con fermezza e, in verità, recentemente sconfessata persino da un suo grande teorizzatore, il canadese Christopher Dummitt, vengono sostenute proprio argomentazioni simili, mentre film e pubblicazioni varie ormai si fanno promotrici soprattutto della cosiddetta “fluidità”, tipica storicamente soprattutto delle epoche di decadenza (si perdoni il termine, ma non sembra che le società che ne abbiano fatto abuso ne abbiano poi tratto molti vantaggi, anche se, naturalmente, ognuno è libero di pensarla come meglio crede). 

Noi che scriviamo non intendiamo condannare nessuno per i propri costumi sessuali, ma solo riflettere sulle ricadute sociali che potrebbero avere.  Il termine peccato che significato ha? In passato la Chiesa tendeva ad impartire la morale tramite una serie di regole che andavano rispettate alla lettera, senza possibilità di critica alcuna. Nei tempi più recenti, invece, si è imboccata una strada di maggiore riflessione sui comportamenti umani e sulle cause che li provocano. Non sembra neppure accettabile, però, la posizione estrema di chi afferma che i peccati non esistano affatto perché ciò equivarrebbe a concludere che il male non esiste e nulla sarebbe più condannabile, neanche ciò che oggi anche i più progressisti considerano tale: lo stupro, per esempio. 

La levata di scudi da parte di tanti sacerdoti in varie parti del mondo contro la Fiducia Supplicans non sembra, così, essere tanto una scelta di retroguardia, ma piuttosto di prudenza. Se oggi si benedicono due omosessuali come coppia e non semplicemente come due persone singole che vogliono essere amorevolmente accolte dalla Chiesa (cosa perfettamente lecita da sempre e di fatto sempre attuata) implicitamente si riconosce la validità del loro vincolo, il che, naturalmente, comporterà l’equiparazione delle unioni omosessuali a quelle eterosessuali: si potrebbe così arrivare alla scomparsa della famiglia formata da un uomo e una donna.

E ciò non sembri una bizzarria: al potere mondiale reale – il cosiddetto deep state – sembra, infatti, interessare più la distruzione della famiglia naturale che la protezione degli omosessuali o degli irregolari.

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