Caro Baccei ne hai di coraggio!

Baccei e Crocetta ai tempi felici – per loro – in cui governavano la Sicilia. Almeno così dicevano e così apparivano…

Ci vuole coraggio da parte di Alessandro Baccei a negare di aver lasciato la Sicilia finanziariamente in ginocchio. Ma anche economicamente… Coraggio e faccia tosta, se è vero che la gestione Crocetta, con la sua collaborazione, è stata tale da far pensare che Roma l’avesse inviato proprio per tenere la Sicilia in stand by, il che equivale a dire in eterno mancato sviluppo…

Si tratta di adesioni alla cosiddetta “teoria del grande complotto“, che ha risvolti a livello mondiale, nazionale  e locale. Sono vere queste illazioni? E chi lo sa? Si è detto a lungo nei corridoi addirittura che Crocetta – dopo tutto – fosse solo “ostaggio” di Baccei, una sorta di console cattivo…

Gaetano Armao
Prof. Gaetano Armao neo assessore Economia e Finanza e vice presidente della Regione, braccio destro di Musumeci.

Una cosa è certa: Baccei era stato mandato da Roma con il compito “ufficiale” di tenere a bada le stravaganze isolane. Avrebbe dovuto moralizzare e ricondurre i conti in ordine. Tali conti si concretizzano, com’è noto, soprattutto nella cosiddetta finanziaria, che sarebbe meglio definire in linguaggio meno politichese, comprensibile anche nelle compagne e sui monti sperduti come “bilancio di previsione”. Ma la chiarezza non è del …politichese.

Fatto sta che le finanziarie di Baccei, mandato da Roma venivano poi tutte – dico tutte – bocciate da Roma stessa, lecci Corte dei Conti. Ma noi sappiamo che non sempre la meno destra non sa quello che fa la sinistra… E, se una volontà ferrea tiene Renzi al potere, “dovrebbe” essere la medesima, se non la stessa che regge le fila della Corte dei Conti. O dobbiamo illuderci sull’indipendenza dei poteri? Magari?

Insomma, non erano necessari “i sicilianisti” perché sorgesse il sospetto di …qualcosa di strano! Fra l’abolizione delle provincie, il mancato pagamento di fatture e parcelle dei professionisti e delle imprese impegnate negli appalti pubblici in tempi di edilizia privata già bloccata, è già tanto che la Sicilia esista ancora…

Con l'abolizione delle provincie, le strade provinciali si spaccavano o precipitavano su altre strade, come la PA-CT.
Con l’abolizione delle provincie, le strade provinciali si spaccavano o precipitavano su altre strade, come la PA-CT.

Ma c’è di peggio: quando la finanziaria veniva – finalmente – approvata, non era trascorsa la fatidica primavera entro la quale in ultima analisi si sarebbe dovuta approvare, ma era trascorsa quella dell’anno successivo. Si pensi , che, sotto “il cattivo” Cuffaro le finanziarie venivano approvate addirittura “in anticipo”. Ma Cuffaro era nemico del popolo siciliano e chi lo condannò era come il Bruto di Shakespeare: un uomo d’onore. Vogliamo dire all’inglese, non alla siciliana…

Vorremmo solo concludere che, se alla parola onore si dà il senso che riveste fuori dalla Sicilia, uno che avesse un po’ di onore si starebbe zitto se un tal Gaetano Armao, che di economia e finanza se ne intende sul serio, grazie ai titoli, alla mente e al temperamento che si ritrova, afferma che la Sicilia che gli hanno affidato in eredità è finanziariamente ed economicamente un colabrodo. Così la trova Nello Musumeci di cui Armao è ufficialmente il braccio destro… Le casse sono vuote, le strade impercorribili, la monnezza dappertutto, le forniture non pagate e le aziende in fallimento. Chi può negarlo? Non vi pare che basti? Ma quanti capivano tramite i media, per le strade dell’Isola, la reale situazione della Sicilia che conta durante l’infelice quinquennio da poco trascorso?

Scaramacai

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