“Chi vive giace”, lo dice al Biondo Roberto Alajmo

Roberta Caronia in Chi vive giace di R. Alajmo. Le musiche sono di Piovani.

E’ stata presentata al  Teatro Biondo  la commedia Chi vive giace, nuova fatica di Roberto Alajmo che è stato anche alla guida del teatro fino ad oggi, mentre si attende il rinnovo delle cariche… Trattasi di “una commedia di fantasmi” con scontri familiari su uno sfondo surreale…

La piece debutta al Biondo in prima nazionale, venerdì 18 gennaio alle 21. Ecco un ritorno al teatro per l’ex direttore del Biondo a due anni da “Almanacco siciliano”, ma con un testo per andare in scena.
 La regia è di Armando Pugliese, che per la prima volta a Palermo gioca con l’ironia tutta napoletana delle sue origini in uno spettacolo che parla del rapporto tra vivi e morti.

Semplice la trama, con le scene di Andrea Taddei, i costumi di Dora Argento e le musiche originali di Nicola Piovani: una giovane donna, in scena Roberta Caronia, perde la vita in un incidente automobilistico a causa della guida distratta di un ventenne, interpretato da Claudio Zappalà, ex allievo della scuola del Biondo. Non è colpa di nessuno, solo della fatalità. L’incidente è il motore del testo, che innesca l’elaborazione del dolore tra perdono e vendetta.
 “La storia si ispira a un fatto realmente accaduto – ha spiegato  Alajmo – ma è solo un pretesto per esplorare una lingua teatrale che fa riferimento  al siciliano che non è né Martoglio né Brancati. Abbandono il realismo dei miei romanzi a favore di un racconto surreale e metafisico dove cerco di trovare una soluzione al rapporto tra chi vive e chi muore”.
Si susseguono tre quadri per una pièce corale con figure femminili forti, fantasmatiche, di fronte ad uomini buffi ritratti con le loro debolezze. Se il marito (David Coco)  della donna investita non sa se perdonare o vendicarsi, come le tante voci del quartiere popolare gli suggeriscono. Il padre del ventenne colpevole dell’incidente (Roberto Nobile) non capisce come comportarsi davanti a un imprevisto così grave… La sola via d’uscita è quella di interrogare i defunti: la madre del ragazzo (Stefania Blandeburgo) e la stessa donna investita.
 “Da attrice e da siciliana non posso che essere contenta di recitare in questo spettacolo – sussurra Stefania Blandeburgo – perché c’è l’atmosfera,c’è il linguaggio della mia Sicilia,mentre entro anche nei panni di una madre, come non avevo mai fatto prima. Mi intriga anche il recupero della tradizione, sia attraverso la lingua sia attraverso il culto dei morti e ciò che sembra finzione alla fine non è  del tutto falso, una costante dietro le apparenze…”
 “I fantasmi in teatro funzionano sempre – osserva con sorriso Roberta Caronia – qui assieme allo studio sul linguaggio che è poi la porta d’accesso agli affetti e ai ricordi. La lingua di Alajmo è nuova ma vi si riscontrano alcuni rifermenti a Samuel Becket…

(Da un comunicato dell’ufficio stampa Teatro Biondo adattato e impaginato da Germano Scargiali – foto di Rosellina Garbo).

 

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