Ciao Hawking esempio di stile di valore e di coraggio

Hawking in un momento felice, invitato dalla Nasa a provare in simulazione gravità zero.

Se ne va un esempio di fiducia nella vita e nel mondo. Lo scienziato inglese Stephen Hawking, più volte tema dei nostri articoli, è morto a Cambridge. Ha sfidato in vita il tempo ed ogi previsione: ha saputo condurre un’esistenza che, se non lo si vedesse in foto, sembrerebbe più che normale dagli eventi che la hanno caratterizzata. Una vita che può dirsi felice e certamente lunga, oltre che utile all’umanità, essendo stato ufficialmente lui il maggior erede di Albert Einstein.

L’astrofisico di fama mondiale, venuto anche come ospite d’onore in un paio di trasmissioni della Tv italiana anni or sono, è morto all’età di 76 anni. Lo ha comunicato un portavoce della sua famiglia. Hawking è morto nella sua abitazione a Cambridge.

Hawking in una foto del 2012 per le vie cittadine.
Hawking in una foto del 2012 per le vie cittadine.

“Siamo profondamente addolorati – hanno affermato Lucy, Robert e Tim, i figli di Hawking – nell’annunciare che nostro padre è morto”.

Hawking è stato grande scienziato e uomo straordinario. Il suo lavoro vivrà per sempre. Il coraggio e la perseveranza, insieme al suo brillante humor, hanno ispirato molti osservatori.

Hawking era nato apparentemente sano, ma era già possibile prevedere la sua infermità. Oggi avrebbe potuto prevalere in varie parti del mondo la decisione di eliminarlo alla nascita. Soffriva di un male progressivo: una “sclerosi laterale amiotrofica” che lo ha costretto sulla sedia a rotelle per la maggior parte della sua vita da adulto. La malattia gli era stata infatti diagnosticata in  via definitiva all’età di 21 anni.

Professore dell’Università di Cambridge, Hawking ha ridefinito la cosmologia proponendo l’idea che i buchi neri emettono radiazioni e poi evaporano. Lo scienziato ha infatti attuato la teoria quantistica ai buchi neri, che emettono radiazioni che li fanno poi evaporare. Questo processo aiuta a spiegare la nozione che i buchi neri sono esistiti a livello micro fin dal Big Bang e che più piccoli sono più velocemente evaporano.

Il libro firmato dallo scienziato inglese “Dal big bang ai buchi neri. Breve storia del tempo”, pubblicato nel 1988, gli ha assicurato fama mondiale, con 10 milioni di copie vendute ed è strato tradotto in 40 lingue e, quindi, diffuso in tutto il pianeta.

La sua materia specifica? “La cosmologia“, come dire una materia di cui non conosciamo neanche l’esistenza. In realtà essa si allinea alle domanda fondamentali dell’uomo, di solito affidate alla Filosofia ed alla religione: Chi siamo? Che cosa è il mondo (cosmo)? Dove andremo a finire. L’ottica scientifica non solo non tiene conto “tecnicamente” di religione e filosofia, ma affronta il problema solo dal punto di vista matematico: siamo alla scienza “di punta” dell’umanità. L”obiettivo dei maggiori scienziati è quello di trovare un’unica formula che spieghi la “dinamica” dell’infinitamente piccolo e quelle dell’infinuitamente grande. ELe due realtà sembrano somigliarsi, ma rispondono a leggi assolutamente difformi.

Famoso, Hawking, anche per i suoi pensieri e le massime. Affermava di non tener conto della religione ed escludeva si potessero affrontare i problemi – anche nella vita quotidiana – partendo da concetti di fede. In ciò differiva da Galileo, Einstein, Fermi, Zichichi… Tuttavia possedeva certamente una grande “fede di vita” molto somigliante ad una profonda religione. Il problema fra religione e scienza potrebbe non porsi neppure: il campo della religione è “il trascendente“, quello della scienza è “l’immanente“.

Scegliamo alcune sue massime, iniziando da un’esortazione fondamentale rivolta a chi si trovi in condizioni fisiche disagiate.

“Credo che le persone disabili dovrebbero concentrarsi sulle cose che il loro handicap non impedisce di fare e non rammaricarsi di quelle che non possono fare”. ” Le persone che si vantano del loro quoziente intellettivo sono dei perdenti”. “Ricordatevi sempre di guardare le stelle, non i piedi”.  “È quando le aspettative sono ridotte a zero che si apprezza veramente ciò che si ha”. “La più rimarchevole proprietà dell’universo è di aver generato creature in grado di porre domande”. “Siamo solo una specie evoluta di scimmie su un pianeta minore di una stella media. Ma siamo in grado di capire l’universo. Questo ci rende qualcosa di molto speciale”. Infine, in perfetto stile inglese: Comunque, non dimenticate mai di non perdere l’humour”. E ricordiamo che l’umorismo inglese si basa sul non prendersi troppo sul serio e sull’auto ironia, due doti che Stephen Hawking cercò di non perdere e gli consentirono di vivere come un grande della storia.

(Testo raccolto e commentato da Germano Scargiali)

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