Assad e le bufale su di lui! Come nel caso Skripal – Conferme alla nostra linea

Una vignetta su Assad che parla chiaro: l’opinione corrente s’è aperta gli occhi…

Dal Blog di Marcello Foa (Il Giornale.it)

…Nel giro di pochi giorni siamo passati dall’annuncio di un possibile ritiro dei soldati americani a quello di un possibile e devastante attacco con i missili su Damasco. Ieri sera Eurocontrol, l’ente che controlla il traffico aereo, ha allertato le compagnie aeree che operano nel Mediterraneo orientale di “possibili attacchi aerei entro 72 ore”. E Mosca ha avvertito Washington e Parigi che risponderà militarmente se quella che considera “la linea rossa sarà superata”. Il rischio di una spirale, e dunque di una guerra, è concreto.

Bimbi si dissetano dopo la liberazione di
Bimbi si dissetano dopo la liberazione di Douma. Non sono, però, né emaciati né stracciati. Il peggio si verificò durante l’occupazione Isis di Aleppo. Vedi articolo accanto (stessa rubrica).

E tutto questo su basi chiaramente pretestuose. Gli Usa sostengono che il regime di Damasco abbia usato armi chimiche a Douma ma, come ha rilevato giustamente un esperto militare come Gianandrea Gaiani, l’accusa ha tutta l’aria di essere una fake news istituzionale creata ad arte per creare un casus belli. Gli spin doctor, peraltro, dimostrano scarsa fantasia. Usano sempre il solito schema. Nel 2013 l’attacco con le armi chimiche che provocò la morte di 1300 persone e per il quale Obama era sul punto di scatenare l’inferno, risultò essere, in seguito, un caso di false flag ovvero un attacco lanciato dai ribelli affinché la colpa ricadesse su Assad al fine di giustificare un intervento della Nato. L’anno scorso, la drammatica notizia dei forni crematori in cui venivano inceneriti i prigionieri politici alle porte di Damasco, lanciata da Amnesty ed enfatizzata dal Dipartimento di Stato Usa, è risultata essere una bufala per sorprendente ammissione dello stesso governo Usa.

Nei giorni scorsi abbiamo assistito al caso Skripal che, ricorda nello spin, quello di Douma: una furia accusatoria implacabile e urgente nasconde quasi sempre un bluff. Ricordate? “Mosca ha 24 ore di tempo per discolparsi, ma non ci sono dubbi, sono stati i russi”, tuonavano il premier May e il ministro degli Esteri Johnson, rilanciati da una stampa occidentale come sempre straordinariamente priva di senso critico e analitico. A ruota Washington e i Paesi europei decisero l’espulsione dei diplomatici e, il governo americano, nuove sanzioni. Ma la prova che l’attentato sia stato compiuto dal Cremlino non è mai arrivata. Gli esperti hanno dovuto ammettere che è impossibile stabilire chi abbia davvero prodotto il gas, che peraltro non è risultato nemmeno letale.

Ora ci risiamo: l’attacco al cloro è molto dubbio. E dovrebbe essere verificato da una commissione indipendente, a cui però gli Usa non sono interessati. Bastano le immagini, commoventi, di bambini intubati per trascinare l’opinione pubblica. Molto probabilmente un giorno scopriremo la verità, ma la verità non interessa agli spin doctor. Il tweet dell’altro giorno di Donald Trump in cui accusava Putin di essere un animale era di una violenza incredibile e volto chiaramente ad aprire il terreno a un attacco missilistico. Il Trump di queste ore non ha più nulla a che vedere con quello che è stato eletto 18 mesi fa. La nomina di un superfalco come John Bolton a Consigliere della sicurezza nazionale, segna la conversione del presidente americano sulle posizioni che egli stesso e i suoi consiglieri della prima ora dichiaravano di aborrire. Il Trump di una volta desiderava che il suo Paese non fosse trascinato in nuovi inutili conflitti. Rileggete il suo discorso di insediamento, disegnava un’altra America. Il Trump di oggi è irriconoscibile. E’ diventato un neo conservatore ovvero ha fatto proprio lo spirito aberrante che ha guidato la mano di Bush, in buona parte quella di Obama, e che eccitava quella di Hillary Clinton. Bolton è stato uno degli artefici della guerra in Irak, basato su prove totalmente false. Non dimenticatelo! Questo è l’uomo, pericolosissimo, che sussurra all’orecchio del capo della Casa Bianca.

Che tragico paradosso: un Trump che finisce per assomigliare a quella che chiamava “crooked Hillary”, Hillay corrotta, Hillary guerrafondaia.

In queste ore si moltiplicano gli appelli al senso di responsabilità: non posso che associarmi. Che Dio fermi il pulsante di Trump.

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Come abbiamo scritto sa poco (qui correggiamo il tiro a Foa), è evidente come Trump sia spinto a contraddirsi, minacciato da più parti – per sé e la sua famiglia – di terribili rappresaglie da quello che lui stesso definì sommariamente “il fango di Washington”. Ma che cosa si aspettava? Di entrare a Washington come Gesù a Gerusalemme tra le palme sull’asinello o, magari, su un cavallo bianco o la Cadillac fra gli applausi degli odierni Erode, Pilato e Tiberio? Rischia, invece, direttamente la crocefissione. Anche lui vede chiaro il Golgota, ma è solo un uomo, non è qui per redimere l’intera umanità e vuole – terna turale tendenza – ovviamente evitarlo…

Tempo fa scrivemmo già che The Donald aveva agito in Siria come “n’homo e niente” e che il lato peggiore della cosa era che Putin difficilmente lo avrebbe perdonato e che lui stesso – Trump – fosse consapevole di ciò che aveva fatto…

La nostra chiara tesi che ripetiamo è, però, che Trump sia costretto ad agire contro la propria volontà  (D.)

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