Cooperazione Europea: la Sicilia parla a suon di di musica

Scriviamo spesso quanto poco si faccia per celebrare e incentivare il sentimento della comune cultura europea che ha radici nella letteratura, nell’arte, nella filosofia e nella stessa scienza. L’Erasmus – attualmente sospeso – è troppo poco. E’ un’iniziativa elitaria – addirittura poco democratica – che non giova più di tanto alla cultura diffusa. Ecco un’iniziativa positiva che parte dalla periferica Sicilia…

Sicilia protagonista in un progetto di Cooperazione Europea basato sulla musica.

Nel Gennaio 2019, l’Agenzia Nazionale per i Giovani, un organismo pubblico, vigilato dal Governo Italiano e dalla Commissione Europea, ha dato via a ad una serie di progetti che offrono l’opportunità, alle organizzazioni attive nel settore della gioventù, nonché alle imprese, agli enti pubblici e altri attori della società civile, di cooperare per “attuare pratiche innovative che portino ad un’animazione giovanile di alta qualità, alla modernizzazione istituzionale e all’innovazione sociale.” (agenziagiovani.it)

Tra le poche associazioni beneficiarie, pronte a dar il loro contributo, troviamo l’Associazione PRISM “Promozione Internazionale Sicilia-Mondo” con sede ad Enna, ma operante sull’intero territorio siciliano e coordinatrice di “POMELO – Power of Voice, Melody and Diversity”, un progetto che mira a creare degli spazi di confronto tra comunità migrante e comunità locale, tramite la musica e l’arte in genere. L’associazione è affiancata da partner provenienti da Italia, Cipro, Repubblica Ceca, Grecia e Polonia.

Tra gli obiettivi, quello di utilizzare la musica, in quanto risorsa di inestimabile valore, per favorire e migliorare la capacità di imparare una lingua straniera, al fine di valorizzare l’inclusione sociale.

Per i giovani migranti, l’apprendimento della lingua è un fattore determinante ai fini dell’integrazione, quale processo bidirezionale e dinamico per ridurre e superare la divisione tra le persone, nonché per la creazione di una comunità coesa. La popolazione locale in questo deve essere parte attiva: volontari, formatori, assistenti sociali, giovani del territorio, sono una parte fondamentale di un processo che ha come fine la valorizzazione di una società “Multiculturale” – caratterizzata dalla presenza di diverse etnie, lingue e valori nello stesso territorio.

Il progetto risponde a queste necessità attraverso la creazione di un gioco online in cui gli utenti potranno – attraverso giochi musicali interattivi, destinati ai giovani migranti così come ai giovani locali – migliorare le loro competenze linguistiche e sviluppare le conoscenze circa culture altrui, in quanto ogni gioco sarà accompagnato da strumenti educativi su usi, costumi, curiosità sui paesi coinvolti.

Inoltre, verranno editati dei Manuali che puntano ad incrementare la sostenibilità dell’intera iniziativa: il primo manuale ha l’obiettivo di fornire agli operatori sociali giovanili, gli strumenti necessari per guidare gruppi interculturali, preparare e guidare lezioni basate sulla musica come strumento educativo, adottando un approccio non formale. Il secondo ha l’intento di incrementare la consapevolezza dei giovani migranti, nel rappresentare le proprie origini e metterle a sistema con la comunità ospitante.

Nei prossimi mesi, sia il gioco online che i Manuali saranno disponibili sul sito web del progetto (https://pomelo-project.eu), caratterizzato, anche nella grafica, da un originale impatto di colori quale evocazione delle diverse culture e tradotto in cinque lingue.

Simone Indovina

(Comunicato pervenutoci da Cipro, Repubblica indipendente parte dell’UE)

Impaginazione, titolo e didascalie di Germano Scargiali

Nota

Di comune cultura europea si parlava più negli anni 50 e 60 che non da quando esiste l’Unione Europea. Questa ha non solo instaurato una politica monetaria ed economico finanziaria molto discutibile,non solo non è un vero soggetto di politica internazionale, ma sembra non credere alla propria personalità morale, culturale ed anche scientifica, che invece è alta. Per paradosso il mondo la apprezza e la valuta, ma l’Europa unita sembra non accorgersene. Non ne prende atto al proprio interno, né se ne fa un motivo di forza. Non sono le bandiere o i tantissimi “logo” a fare la differenza…

Occorrono azioni coordinate, presenti sul territorio, simili a quella di cui parliamo più sopra. Occorrono eventi ripetuti di adeguata visibilità… Deve formarsi un “sentimento europeo” cui – forse –  gli italiani accennano, ma che oltralpe è pressoché snobbato. Le speranze nutrite al tempo, ormai lontano, della Ceca e della Cee, non sembrano neppure un ricordo…

Si coltiva l’illusione di sconfiggere la mafia o il problema ecologico tramite l’educazione civica. In gran parte è mera demagogia… Ma è vero in generale come la cultura diffusa sia importante in vista dei traguardi sociali e civili cui si voglia pervenire. A quel livello che le compete, che è quello culturale e quello morale. (Ben altri sono i motivi che supportano il fenomeno mafia e ben concreti dovrebbero essere gli interventi per incidere sull’equilibrio ecologico).

(Germano Scargiali)

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