Crisi Ucraina Per Kissinger cercare di mettere la Russia all’angolo è un errore politico

Il grande Henry Kissinger, geniale segretario di stato del presidente americano Richard Nixon, abile negoziatore e propiziatore del riavvicinamento tra Stati Uniti e Cina (diplomazia del ping pong dell’aprile 1971), in varie recenti dichiarazioni si è mostrato contrario alla politica estera di Joe Biden nei confronti della Russia. Infatti suole affermare che: “cercare di cambiare il regime in quel paese potrebbe provocare un conflitto mondiale”, inoltre, ciò ha comportato anche un riavvicinamento di questo paese alla Cina, con la conseguenza di porre gli Stati Uniti all’angolo da un punto di vista diplomatico.

Sempre secondo il politico americano, gli Stati Uniti devono sostenere, a livello mondiale, una convinta politica liberale, mentre in politica interna non devono sottovalutare il malcontento popolare. Oggi c’è un’America divisa e questo non può giovare al fine di raggiungere risultati positivi in politica estera.

In sintesi, secondo Kissinger, le mosse di Biden sono troppo temerarie e quando si fanno certe scelte occorre tenere conto delle conseguenze future, a breve e a lungo termine.

Osserviamo lo scenario internazionale. Che cosa sta accadendo?

E’ notizia recentissima che Arabia saudita e Iran si sono incontrati in Cina per avviare rapporti di collaborazione tra loro. Ciò costituisce senza dubbio un avvenimento clamoroso: due paesi, da molto tempo nemici che decidono di avviare un processo di descalation. L’Arabia saudita rimane, tuttavia, sempre saldamente alleata degli Usa, ma comunque si tratta, per questi ultimi, di uno schiaffo non di poco conto.

Infatti, ormai un po’ tutto il Medioriente si sta, gradualmente, sganciando dal sistema economico angloamericano, tesse rapporti con altre realtà, come i Brics. In questi paesi si sta cercando di creare stabilità per favorire la crescita economica reciproca, quindi questi stati potrebbero contribuire anche a far cessare i vari conflitti in atto: ucraini, siriani, yemeniti…Questa svolta, infine, potrebbe costituire anche un vantaggio per l’Europa, se la saprà sfruttare, finora semplice spettatrice degli avvenimenti in corso.

E Israele? Anche in questo paese, già da un po’ di tempo, si osservano con interesse tutti questi grandi cambiamenti e, per evitare l’isolamento, dovrà cercare accordi anche con “ i vari nemici di vecchia data”, tanto più che, per proteggere il proprio stato, non può più fare affidamento esclusivamente sull’appoggio americano.

A conti fatti, l’aggressiva politica estera americana di Biden non sembra portare buoni frutti e, a meno che non voglia rischiare il tutto per tutto con una guerra mondiale (con tutto quello che può comportare), non sembra avviata a grandi successi. Finora, infatti, quali risultati ha ottenuto? In Europa c’è un paese distrutto, l’Ucraina, vari stati in difficoltà economica, tra cui l’Italia, tanti paesi extraeuropei privati di beni necessari, come il grano ucraino e così via discorrendo…

C’è chi ritiene che una politica di potenza comporti necessariamente delle sofferenze per qualcuno, ma non tutti la pensano così. L’uso della forza, è vero, a volte potrebbe anche rendersi necessario, ma in genere va evitato perché lascia tante ferite e non risolve i veri problemi alla base dei conflitti stessi.

Gli Stati Uniti e, in genere, l’Occidente, potrebbero ottenere di più con una politica più inclusiva, più democratica e realmente sostenitrice dei diritti umani. Invece, stanno perdendo la fiducia dei popoli e l’autorevolezza che ci vorrebbe per farsi ascoltare.

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