Destra e sinistra uguali? E allora come mai la lotta tra i due schieramenti è così aspra anche a livello globale? Dall’Italia al Brasile, passando per Usa e Israele, non vediamo nessuna convergenza al centro

Sembra quasi un coro: “non andate a votare, tanto non cambia nulla”, “vedrete la destra farà le stesse cose della sinistra” e via di questo passo.

Esaminiamo allora i fatti. Premesso che, difronte a qualunque asserzione, sia lecito, anzi conveniente, manifestare dei dubbi, riteniamo che questo debba valere anche nei confronti dello scetticismo più estremo, che si manifesta nelle affermazioni su citate. Il dubbio, in partenza, è necessario, ma poi dobbiamo fermarci lì, senza andare oltre?

Se lo scetticismo è un metodo per esaminare un problema, è certamente utile, ma di solo scetticismo si muore.

L’essere umano, se non fosse andato oltre, non avrebbe mai costruito nulla, in nessun campo. Socrate e il suo allievo Platone reagirono al pensiero sofista, malato di nichilismo, pervenendo alla conclusione che l’essere umano aspira, invece, per propria natura, a un bene superiore ai singoli beni materiali, occasionalmente desiderati. Aspira, inoltre, a una giustizia che vada oltre gli steccati posti da interessi di vario genere. Infatti, in coerenza con questo principio, Socrate accettò l’ingiusta condanna a morte, inflittagli dai capi politici del suo tempo, perché tanto – affermò – questi hanno il potere di uccidere solo il corpo, non l’anima. Insomma, l’essere umano, di fatto, che ne sia consapevole (come Socrate) o meno, agisce come se fosse un essere infinito, cioè dotato di un’anima immortale. Gli esempi, a questo riguardo, non mancano. Sono in tanti a dare la propria vita per un ideale superiore in cui credono. Bisognerebbe, perciò, indagare a fondo per capire perché ciò accada.

Subito dopo l’insediamento del governo, in tanti si stanno lamentando di qualcosa – e i motivi certo non mancano – ma non dovremmo, neppure, commettere l’errore di chiedere alla politica quello che non ci può dare, né mai ci darà. Alcuni vorrebbero, infatti, un governo ideale (di qualsivoglia tendenza fosse) che risolvesse tutti i nostri problemi personali, dai maggiori ai minori. Sarebbe bello, purtroppo, però, non è possibile. Tra il mondo ideale (quello cui aspiriamo, legittimamente) e quello reale c’è infatti un salto notevole.

Per alcuni, “i politici” costituiscono il mondo del male, mentre il popolo, cioè tutti gli altri, il bene assoluto, un pensiero affascinante, ma purtroppo anch’esso privo di riscontri con la realtà.

Se ognuno di noi, invece di attaccare continuamente gli altri, cercasse di migliorare se stesso già saremmo un bel passo avanti. Tradotto: vogliamo diritti per noi e doveri solo per gli altri?

Tale dicotomia è palese, ormai, a livello planetario. Sono appena finite le elezioni in Brasile, conclusesi con la vittoria di Lula, personaggio corrotto per la destra e considerato “santo”, invece, per la sinistra, ma quando a vincere è un politico di destra, come nel caso di Netanyahu in Israele, anch’egli accusato di corruzione, allora per il popolo di sinistra si tratta di una palese ingiustizia.

Lula

Si vota in senso o in un altro solo per una sorta di “tifo sportivo”? Tornando al Brasile, all’indomani del voto, camionisti e tassisti, sostenitori di Bolsonaro, hanno bloccato le strade per protesta, causando gravi problemi al paese.

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Se le conseguenze, successive alla vittoria dell’uno o dell’altro schieramento, fossero trascurabili, come si va dicendo, probabilmente non assisteremmo né a tali partecipazioni di massa né a proteste di simile portata.

In Israele, lo schieramento centrista ha perso nei confronti di quello più a destra, il Likud di Netanyahu. Non solo ha vinto il Likud, ma questo partito si è alleato con gli estremisti di destra, i sionisti, che mai si pensava potessero avere un simile successo.

In conclusione: la sinistra, in questo paese, ha subito una perdita pesante, il centro si è ridimensionato e al governo siede la destra più a destra di sempre. Come mai? Probabilmente la caduta di 5 governi in pochi anni, unita all’incapacità decisionale dimostrata da chi ne era alla guida, ha portato alle urne ben il 70% degli israeliani, che si sono espressi in modo molto chiaro.

Confessiamo che ci piacerebbe se funzionasse un sistema bipolare del tipo anglosassone, con due schieramenti, conservatori e laburisti, che si alternassero al potere, tra i quali, al di là delle differenze, ci fosse anche collaborazione.

Appare singolare, ad esempio, che proprio chi scende in piazza invocando la pace, sia poi, spesso, irrimediabilmente incapace di trovare accordi con chi la pensa in modo differente dal proprio.

Inoltre, siamo sicuri che i sostenitori dell’inutilità del voto siano sempre in buona fede? Ci sono dei forti interessi anche nel mantenere lo status quo, però c’è del vero nel ritenere che chiunque assuma il governo in Italia si comporterà, poi, in modo identico a quello precedente perché dovrà, comunque, sottostare ai dictat della UE, degli Usa, della Nato e via discorrendo. Ma c’è un “però”.

La capacità del bravo politico emerge proprio quando riesce a portare a casa dei risultati, sconvolgendo i pronostici di partenza.

Infatti, tra le maglie delle norme c’è sempre un certo spazio per cambiare le cose. Inoltre, le persone valide tendono a circondarsi di altre persone valide che collaborano in positivo, per cui ciò che sembra impossibile può diventare possibile.

L’Italia, uscita sconfitta dalla seconda guerra mondiale, risultò politicamente indebolita e, a parte qualche figura di rilievo come Alcide De Gasperi, non riuscì a portare al potere personaggi autorevoli nel consesso internazionale.

L’Unione europea, fin dalla sua nascita fortemente sostenuta dall’Italia, paese fondatore, ha preso poi una strada differente da quella per cui era nata. La UE, nata per sostenere lo sviluppo dei paesi fondatori e difenderne gli interessi, col tempo è diventata qualcosa di diverso.

Ad esempio, l’allargamento a est, avvenuto in modo frettoloso e discutibile, ne ha snaturato l’essenza originale non permettendole, così, di esercitare pienamente le funzioni. Così, oggi abbiamo un’Europa non più a servizio dei propri interessi, ma di quelli Usa.

Se, attualmente, lo scenario internazionale è questo non dobbiamo pensare, però, che resterà immutato nel tempo.

La realtà è in continuo divenire, come diceva Eraclito: è come l’acqua che scorre, il fuoco che brucia. Niente a questo mondo è stabile, ma tutto muta rapidamente. In conseguenza di ciò neppure le strutture sociali e politiche rimangono immobili nel tempo. Anche se – va detto – alcuni pensatori ritengono che, sotto l’apparente mutevolezza della realtà, ci sia, poi, una realtà immobile ed eterna (il che, ovviamente, apre all’idea dell’esistenza di un Dio creatore).

Gli imperi di un tempo non esistono più, ne nascono di nuovi che durano per un certo tempo e così via. L’economia, come la politica, muta pure assai rapidamente. Le forze che oggi cercano di resistere ai cambiamenti, autodefinitesi, paradossalmente, progressiste, saranno abbattute, è solo questione di tempo. Sarà la storia, saranno le vicende umane in continua trasformazione, a travolgerle.

Il “deeep state”, come lo chiamano gli americani (cioè lo stato reale che si nasconde dietro quello apparente), oggi si crede invincibile perché sostenuto da mezzi e ricchezze impressionanti, ma anche questa è un’illusione perché il potere degli uomini, per quanto grande, è sempre limitato.

A livello planetario quel che sta avvenendo è uno scontro fra “neoliberisti”, fautori di un mondo guidato da “pochi eletti” e liberaldemocratici, più aperti alla crescita economica generalizzata. I primi, al contrario dei secondi, osteggiano la redistribuzione della ricchezza, quindi la classe media e il sistema democratico, optano per le dittature ispirate al capitalcomunismo cinese, avversano le religioni, soprattutto quella cristiana, e la libertà di pensiero. Naturalmente alcuni settori dell’economia, come la finanza, molte multinazionali, gli statalisti marxisti sono schierati con i primi, mentre le piccole e medie imprese, gli artigiani, i commercianti chiedono più libertà di azione e uno stato al servizio dell’attività d’impresa.

Anche in campo etico si fronteggiano due scuole di pensiero opposte. Nasce la dittatura del “politicamente corretto” che si ispira a un decalogo rovesciato: i comandamenti divini diventano “male”, mentre i delitti vengono considerati bene. Tale ideologia, secondo i suoi sostenitori, dovrebbe servire a proteggere l’umanità dall’oscurantismo, dal razzismo, dai pregiudizi, ma quel che ne deriva, però, è soprattutto odio per la religione, disprezzo per la vita umana, disumanità, insieme a tante altre conseguenze negative.

In nome dei cosiddetti “diritti umani” vengono sostenuti a gran voce aborto ed eutanasia, mentre la cura dei piccoli e degli indifesi viene considerata stupidità, errore, addirittura, per alcuni, cattiveria.

Per concludere, le spaccature tra i due schieramenti politici sono così marcate perché guardano a visioni del mondo opposte e inconciliabili. Se ci riflettiamo, in Italia come in tanti altri paesi del mondo, le destre, fino a qualche anno fa, non raggiungevano simili consensi, e, ci sembra, che a farle crescere tanto sia stata, fra gli altri motivi, anche la paura di vedere prevalere un’ideologia estremista e settaria, negatrice dei valori fondanti la propria cultura e civiltà.

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