Dissequestrato il molo Vittorio Veneto

Il Molo Vittorio Veneto il più importante, prima del sequestro erano già in corso i lavori, ma …si ausava per l’ormeggio delle navi…

Ripartono i lavori di ripristino e ristruttuirazione del Porto: è una data storica per la città di Palermo

Ora sì, l’Autorità portuale di Palermo, presieduta da Vincenzo Cannatella, potrà dare il via ai lavori di ristrutturazione dei moli del porto, primo fra tutti il Molo Vittorio Veneto, quello che ospita la stazione marittima da ricostruire integralmente. Frattanto le navi di linea e di crociera potranno tornare ad accostare trovandovi il dovuto ormeggio. Anche la Stazione marittima, che come altri punti nevralgici di Palermo è chiara opera dell’immediato anteguerra, sarà integralmente ammodernata…

Nessuno ci distoglie dall’idea che, a fronte della crescita dei traffici portuali e, in particolare, del passaggio delle crociere – una crescita in controtendenza rispetto alla crisi in corso in Sicilia e a Palermo in particolare – un genio cattivo abbia voluto privare il porto palermitano di una parte così importante dei suoi moli. Per i tanti accosti giornalieri e pluri giornalieri, l’organizzazione del porto era divenuta un gioco arduo di grandi scatole cinesi…

Ma c’è chi afferma – e non son pochi – che anche l’Autorità portuale aveva peccato di poca solerzia e taciuto dei i rischi che avrebbero corso le navi, accostando a banchine che il mare, movimentato dalle eliche laterali, aveva scavato col tempo, creando sotto i moli piccole caverne…

Sarà… Ma insistiamo col ritenere che si potesse intervenire in modo più indolore… Rimane questa l’opinione di Palermoparla, che – ammettiamolo – non conta ingegneri idraulici in redazione…

A complimentarsi e compiacersi del dissequestro è stato anche l’On.le Pietro Alongi, Vicepresidente Commissione IV, Ambiente, Territorio e Trasporti, che ha osservato come siano possibili adesso le grandi opere destinate ad accrescere l’importanza dello scalo palermitano in Europa.

Quello di Palermo – ricordiamo qui – è un hub port e, anche grazie alla presenza del Cantiere navale, è considerato un Porto Core dalla Unione Europea. Solo da poco lo è divenuto anche Augusta, potenzialmente – come specifichiamo sempre ed anche in questo numero – destinato a divenire il più importante d’Italia.

Ma andiamo con ordine.

“Una stazione marittima a dimensione europea – dice Pietro Alongi in un comunicato a noi pervenuto – è quanto ci attendiamo adesso, a seguito della rimozione dei sigilli apposti alle banchine Nord e Sud del molo Vittorio Veneto. Essa consentirà di eseguire i lavori di messa in sicurezza”.

Alongi sottolinea l’impegno profuso in tal senso dall’Autorità portuale e dal suo presidente, Vincenzo Cannatella, il quale ha già previsto la risoluzione del problema entro cento giorni. “Le imprese aggiudicatarie potranno, finalmente, avere accesso alle banchine ed espletare i lavori che, auspico – conclude quindi il vicepresidente della commissione Trasporti – rappresentino il primo passo di un iter di interventi che conduca a rendere moderno l’intero porto di Palermo, affinché sia sempre più nodo essenziale nel traffico marittimo del Mediterraneo…”

Ecco la fine di un troppo lungo purgatorio. Ebbene, In seguito alle istanze inoltrate dall’Autorità portuale, il 6 febbraio 2017 il pm Luca Battinieri ha emanato il decreto di autorizzazione alla temporanea rimozione dei sigilli apposti alle banchine Nord e Sud del Molo Vittorio Veneto del porto di Palermo …al solo fine di consentire l’immissione delle imprese aggiudicatarie e dare avvio ai lavori di messa in sicurezza e riqualificazione dell’area.

Il molo sud della banchina Vittorio Veneto era stato sequestrato nell’ottobre del 2015, quello nord nel gennaio 2016, per paventate criticità strutturali con pericolo per l’incolumità pubblica: il provvedimento ha impedito frattanto l’uso delle due banchine ed escluso ogni possibilità di ormeggio. Per rimuovere le criticità, l’Autorità portuale ha redatto un progetto di ripristino di entrambe le banchine.

Approvato il provvedimento, sono state espletate le procedure di gara ed è stata effettuata l’aggiudicazione di entrambi i lavori per dare corso ai quali “è stato chiesto il dissequestro delle aree”.

“Il dissequestro – commenta il presidente dell’Autorità portuale di Palermo, Vincenzo Cannatella – consente ora di eseguire i lavori che sono già stati aggiudicati, e ciò permetterà una risoluzione del problema in soli cento giorni di tempo”.

La verità sottostante è che tecnicamente il molo è stato giudicato adesso agibile ed è consentito l’accosto e l’ormeggio delle navi. Resta interdetto il transito dei mezzi pesanti. Ma questi, se capiamo bene, potranno sbarcare e imbarcarsi direttamente dalla grande banchina di riva cui i grandi traghetti poggiano la poppa…

La storia continua ad essere un po’ controversa. Sentiamo perché. In realtà l’Autorità portuale aveva eseguito già lo scorso maggio una prima tranche di lavori sul molo nell’angolo nord. Lavori parziali di consolidamento che secondo i tecnici del porto sarebbero dovuti essere sufficienti al dissequestro. Su tale intervento la Procura dispose una perizia tecnica di carico. Ma i risultati dei test però non convinsero il Gip che non tolse i sigilli. Nella relazione degli esperti il gip ravvisò ancora margini di pericolosità e obbligò l’autorità portuale a intervenire ancora…
Adesso i lavori sono partiti già a marzo e durano 3 mesi. Un milione di euro verrà speso per ripristinare la banchina nord, mentre 700 mila euro costerà l’intervento sul versante sud.

Per capire la consistenza del traffico del porto, occorre considerare che i serpentoni di Tir che salgono e scendono dai traghetti sono lunghi ogni giorno alcune decine di Km. Il Cantiere, nonostante si parli di crisi, nonostante i “guai” di cui si dice, a volte giustamente, dispone di bacini di carenaggio, che essendo stati costruiti e utilizzati per le petroliere, si adattano all’attuale gigantismo navale ed anche alle più grandi piattaforme petrolifere. Ne vengono ospitate spesso con interventi di carenaggio ed anche più importanti.

Il vanto del Cantiere restano due bacini in muratura, uno dei quali è in fase di ristrutturazione dalla ditta Trevi. Uno di quelli in ferro è fra le più utili opere mai finanziate dalla Regione (negli anni ’50). Siamo fra i pochi ad aver pubblicato che è da costruire tra breve un nuovo bacino che potrà ospitare fino alla massima piattaforma petrolifera esistente al mondo. Per questa importanza del porto, confermata – primo scalo in Sicilia – anche dall’Ue, la più urgente opera da eseguire in città è la bretella sotterranea dal porto alla via Belgio. Esiste il progetto, da eseguire con capitali privati: si pagherà il pedaggio. “…Ma – dice il presidente Cannatella – sia i Tir che l’altra utenza sarebbero ben lieti di pagare, pur di non affrontare (e intralciare, ndr) il traffico cittadino, come avviene adesso”. (G. Scargiali)

Nota. Pr far comprender di quale disaggio abbia sofferto il porto negli anni del sequestro, i problemi adesso ricominciano alle soglie di questa primavera. Già nei 4 giorni del 7,14, 21 e 28 marzo sono programmati 2 arrivi di grandi navi passeggeri che si aggiungono al normale traffico di traghetti per Napoli, Salerno, Civitavecchia, Livorno, Genova e Tunisi. In quelle date uno dei traghetti dovrà stazionare in attesa, di nuovo, in rada nelle ore diurne.

 

 

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