E’ brava gente: chiuso d’autorità il loro Bar, anzi il Baretto

Il Baretto senza gente è una stranezza. Ma …pioveva.

Un storia di chi ‘non ha santi in paradiso’. La scure della burocrazia, ma soprattutto quella dell’ingiustizia, colpisce uno dei locali più noti della città: il Baretto di Valdesi a Mondello. Anche una storia contorta, una storia infinita? Forse di più.

Sin dagli anni ‘950 il baretto era era lì: un punto di riferimento, un luogo di incontro, ma soprattutto dove gustare un ‘verogelato alla palermitana. Sono rimasti in pochi a conoscere e rispettare le regole: un’ottima fragola, un grande ‘mellone rosso, forse inimitabile nella città intera, una vera ‘patria’ per un gelato genuino che parte dalla frutta e non dai ‘preparati’.

Perché parliamo di ‘ingiustizia’. Perché, se è vero, che è stata applicata in qualche modo la legge, per sequestrare lo storico chioschetto che molti anni fa era al centro della piazza, sotto le palme, assieme al Bar del Sole, certamente è stato tradito il ‘diritto italiano’ nelle sue fondamenta, che affondano le radici nei ‘principi generali del diritto’. La storia del nostro ordinamento fa scuola e non può essere ignorata da singoli atti e sentenze. Essa tiene in gran conto dei ‘diritti quesiti’, essa istituisce e rispetta l’istituto della usucapione. Anhe se questa non ricorresse – ripetiamo – ignorare l’esistenza di un diritto annoso significa tradire quello che è noto nel mondo come ‘l’espritdes Loys’ (Montesquieu).

Tutto ciò sta andando in frantumi e una famigliola maestra nel preparare sorbetti e mantecati o spongati, come li chiamiamo a Palermo, è stata letteralmente sfrattata da un posto che era più di una casa e che – certamente – dopo tanti anni ‘era suo’. Anche poerchè non vi svolgeva un’attività fine a sestessa, bensì forniva un servizio ai palermitani ed ai turisti.

La sintesi giuridica, in termini giornalistici, cioè comprensibili, può essere così espressa: i poco più di 75 metri quadri occupati dal chiosco appartengono tutti al marciapiede el Comune. Questo ha perso del denaro nei confronti del Baretto non riscuotendo adeguatamente il canone del suolo, nonostante che i ‘gestori Schillaci’ lo avrebbero pagato senza problemi. La Italo Belga ha cercato di far passare il tutto come la cessione di una parte della propia concessione, anche se la subconcessione del demanio marittimo, apparenente alla Regione sia notoriamente vietata. Gli Schillaci hanno comunque sottoscritto un contratto e lo hanno ripetto. Oggi la Italo Belga li sfratta alla scadenza non nascondendo che i gelati li venderà la ditta Mida, che attualemnte gestisce il tratto di spiaggia. 

Stamane, comunque, sulla scorta di una protesta al grido di “vergogna il baretto non si tocca” amici e clienti ‘storici’ hanno atteso l’arrivo dell’ufficiale giudiziario che ha rinviato l’esecuzione al 19 agosto. Nella mattinata il Comune di Palermo ha depositato la richiesta di sospensiva dell’esecuzione di sfratto. Sembra, frattanto, avere un interesse in comune con la disputa alimentata dalla Società Italo Belga e i gestori pare abbiano subito calato ugulmente la saracinesca da subito.

Eccolo con la folla. L'immagine di sempre: fra coni e brioche tanti ricordi...
Eccolo con la folla. L’immagine di sempre: fra coni e brioche tanti ricordi…

Nella nostra edizione cartacea (nei lunghi anni che …stampammo) abbiamo dedicato al Baretto un articolo molto ‘gettonato’, che avevamo scritto un po’ assieme a Vincenzo Baglione, direttore e ‘motore’ del Circolo Albaria… Ve lo proporremo in coda. Risale al 2017: la querelle era già in corso. Il Baretto fu inserito nella Guida del Gambero Rosso fra i migliori geltai d’Italia,  ma nulla ha commosso il giudice: né l’importante riconoscimento, né l’amore che miriadi di palermitani nutrono per questo localino ‘all’antica’, un sopravvisuto da patrimonio etnografico. Si parla tanto di street food e se ne fa a pezzi una parte importante ‘in loco’ come lo …street ice cream!

 I fatti allucinanti di ieri

Il contenzioso durava da circa un decennio: lo storico baretto, nato nel 1957 ha ricevuto stamane fra le proteste di un gruppo di mondellani e palermitani la sentenza di sfratto dal Tribunale di Palermo. A ‘cacciarlo’ è la società Italo Belga in forza di una decisione del giudice.

In ballo – però – non c’è solo un piccolo locale che è un pezzo di storia della borgata marinara gestito prima da Carlo Schillaci e adesso dal figlio Vincenzo. C’è che la sentenza di un giudice che dà ragione alla società e, di fatto, stabilisce che la Italo Belga è proprietaria della passeggiata a mare, l’area di panchine e aiuole del viale di Valdesi. In pratica il giudice dà ragione all’azienda dei lidi di Mondello e per giunta ritiene che il Comune di Palermo sia estraneo al contenzioso.

Per tale motivo il Comune di Palermo fin dal 2014 è entrato nella disputa fra l’Italo Belga e gli Schillaci, al fine di ‘ottenere la salvaguardia’ formale e sostanziale del bene pubblico rappresentato dalla fascia di terra che nel 1910 il Demanio cedette alla società “Les Tramways de Palerme“, poi trasformatasi in Società Italo Belga.

Fu nell’estate di 7 anni fa che i vertici della società ne reclamarono per la prima volta la titolarità…

Ora il giudice dà ragione all’azienda che gestisce da sempre spiaggia e capanne, oggetto di contestazioni e lamentele da sempre. Come quando una protesta, guidata al Circolo Albaria, ottenne – durante la sindacatura Cammarata – la dismissione dell’orribile vecchia cancellata che ‘proteggeva’ le capanne dagli intrusi, ma limitava la vista del mare. A parte lo stato fatiscente in cui era rimasta per anni.

“Il Comune – protesta Vincenzo Schillaci – mi ha rilasciato una concessione considerando che quel pezzo di terra è suo. Ma ora, cambiato il giudice, dicono che quel terreno sia della Italo Belga. E’ un’ingiustizia non solo per me ma per tutti i palermitani…”

La Sirenetta: un'immagine perduta di Valdesi, quando Mondello era mondello, anche dal punto di vista civile e, perché no, mondano. Le serate all'arena sirenetta, in cui si incontravano gli amici e sfilavano le belle signore ncora poco più che in prendisole, non sono che un lontano ricordo. Distruggere anche il Baretto? Ma sì, proseguiamo col bulldozer...
La Sirenetta: un’immagine perduta di Valdesi, quando Mondello era Mondello, anche dal punto di vista civile e, perché no, mondano. Le serate all’arena sirenetta, in cui si incontravano gli amici e sfilavano le belle signore ancora poco più che in prendisole, non sono che un lontano ricordo. Distruggere anche il Baretto? Ma sì, proseguiamo col bulldozer… La Sirenetta era gestita dagli Abbagnato, nonno e papà di Eleonora.

Frattanto a Palazzo delle Aquile l’assessore al Patrimonio Toni Sala ha deciso di opporsi, d’accordo con il sindaco Leoluca Orlando, a una decisione che potrebbe avere conseguenze non solo per il Baretto. Si riaprirebbe la lunga disputa sulla titolarità della fascia di terra accanto ai marciapiedi lungo il viale Regina Elena, il lungomare mondellano… Inoltre, manca poco e la concessione potrebbe essere prorogata fino al 2033. Una storia, insomma, che passa – ormai – attraverso più generazioni…

Il Comune, quindi, ha chiesto la sospensiva dello sfratto e al momento l’ha ottenuta fino al giorno 19 agosto. La stagione volgerà certo al termine, ma dal giorno dopo Palermo non avrà più il Baretto.

“Sin dal mio insediamento – ha spiegato l’assessore Sala – ho seguito insieme al sindaco una vicenda che rischia di danneggiare il comune…”

Si pensi, infatti, che la città potrebbe perdere infatti la titolarità della passeggiata di Mondello.

E’ dunque dal 2014 che il Comune di Palermo è entrato nel contenzioso fra l’Italo Belga e la famiglia Schillaci: in palio c’è la fascia di terra che nel 1910 il Demanio cedette alla società straniera che da allora gestisce, ininterrottamente, capanne e spiaggia sabbiosa. Le sabbie bianche sul mare che il mondo ci invidia…

“Il Comune – protesta Vincenzo Schillaci – mi ha rilasciato una concessione considerando sua proprietà che quel pezzo. Ma adesso cambia il giudice e dicono che il terreno sia della Italo Belga. E’ un’ingiustizia non solo per me ma anche per tutti i palermitani. Per Palermo. E penso che il Comune, come ha fatto in passato, debba salvaguardare i propri interessi”.

Così il Comune ha invitato gli uffici a valutare l’istanza di sospensione e ottenuto il primo rinvio.

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Il Gambero Rosso “scopre” un gran gelataio di Palermo

(Ns articolo del 15 marzo 2017)

Un lido o un mondo? Luogo simbolo dell’immaginario cittadino, Mondello stupisce chi la conosce da sempre, con i suoi inattesi scorci di sole, mare e paesaggio. Ma stupisce, ovviamente, anche gli ospiti, poveri e ricchi, meno noti e persino illustri: ripartono con un dire… “ma voi avete Mondello!” Come se quello fosse il saluto a noi e alla nostra bella città, strana anche, destinataria di amore e odio. Ma sì, certo, com’è per tutti i grandi amori.

Ma che cos’è questa Mondello? Che cosa avrà mai quel tratto che da Valdesi corre al Paese, passando per lo stabilimento Kursaal, specie quello che dal Baretto va al Moletto: mondanità e provincialismo, eleganza e pacchianeria, amori sbocciati ed addii… Che cosa non ricordano quei marciapiedi in riva al mare, bellissimi e struggenti, a volte tristi e grevi di nostalgia? Un tempo fu la grande passeggiata giardino. Mondello nasce da un piano regolatore del 1906 che è tutt’oggi un modello di armonia e urbanistica. Avveniristico e in stile. Peccato che fu realizzato, anche questo, a metà…

Ma abbiamo detto Baretto. Non era ora che qualcuno si accorgesse che il gelato è così buono? Non è soltanto “assai”, non si moltiplica in mille gusti, che variano con le stagioni, non è lo standardizzato “mantecato” di Rimini

Con Greco e Tramontana il mare si adira. Unl giorno – fine anni ’60 – la sabbia reclamava i suoi spazi, tornava sulla strada, ma il Baretto era sempre lì…

Il Baretto è il gelato alla palermitana, alla siciliana, dove ogni gusto ha la sua storia, la propria ricetta. Sì, il gelato del baretto è buono, buonissimo. Quelle volte che mangio un cono “di mellone” – non chiamiamola noi anguria, please – o una brioche, mi sento un po’ in colpa perché non lo porto anche in dono. E i gelsi neri? Giungono lì freschi in un cestino e …diventano gelato.

Di recente ci ha pensato la guida del Gambero Rosso: ha incluso questa fra le migliori gelaterie d’Italia. Lo si poteva dir prima! Ma, meglio tardi…

Gelato? Solo gelato? Ma il Baretto è anch’esso un piccolo mondo, come Mondello. E’ ricordi, è storia: una stella, un pianetino – l’azzurro non gli manca – una cometa di sorbetto ed altro ancora: certo amori giovanili, corse in moto, in auto, in spyder con la bella rimorchiata al momento o la donna del cuore

Piazza Valdesi, sede di una delle “garitte”, che la imbruttivano ai confini della città, ai tempi della “cinta daziaria”, dove di sostava per pagare una sorta di pedaggio e transitare con prodotti commerciali, fu presto soltanto sede di …chioschi. Al centro della piazza, nella storica rotonda, ora a giardino, c’era il baretto e il Bar del Sole che era ancora più grande, come anche “al paeseil Bar del Chiosco era ancora tale: un grande chiosco.

Le ville erano ville e le case dei pescatori pure. Chioschi e chioschetti sono visti ora un po’ come il fumo negli occhi. La logica cambiò infatti col tempo, ma di poco cambiò il Baretto. Il chiosco è ancora quello, verde come sempre, si è solo spostato, dando le spalle al mare.

“A proposito, perché non ha mai servito il gelato anche lato mare?”

Già, dilogiche illogichePalermo è ricca e Mondello ne segue le sorti. Per anni non fu la solita spiaggia dove arrivi e affitti una cabina, un ombrellone, delle sdraio, ma una serie infinita di minime casette al mare: le storiche capanne, amate e odiate (perché care per molti, a lungo un’esclusiva dei più benstanti, poi meno) come è la regola in città…

Mondello e Valdesi hanno vissuto anche con il motto “non solo sport, ma anche tanto sport”. Ce ne sarebbero di storie da raccontare! E chi non ne ha?

Da monellani – visto che il Baretto c’è da sempre – il ‘gioco dei più giovani’ era – però di prendere tanti coni con lo stesso scontrino, non consegnandolo, con la faccia d’angelo, in mezzo all’immancabile folla delle ore di punta. Poi il gioco fu di portare la ragazza, sempre più bella, sempre più alta, sempre più bionda, ma anche bruna. Certo: vai a fare distinzione! Poi anche l’auto, spider negli anni d’oro, poi alfa qualcosa, poi mini qualcosa, poi altro ancora…

E lo sport, il surf, la vela, il volley, il …rumoroso palladium, un quasi tennis con grandi tamburelli Berruti che furoreggiò per alcuni anni, forse tanti. Quel giorno il “cortiletto” fra le capanne viveva solo per quello. Ma sapete dove è stato inventato il Beach volley? Lo state indovinando? Fra il Baretto e il Moletto! Negli anni ‘30 il campo di pallavolo si montava lì, delimitato da una fettuccia fissata sulla sabbia con dei chiodi e il Baretto già risuonava dei fischietti arbitrali. Quante ne ha viste il Baretto! Vittorie, sconfitte…

Insomma quando si dice chiosco si può forse torcere il naso (esagerazioni e falso-modernismo), ma quando si dice Baretto, si parla di un’istituzione cittadina. E …mondellana. Viva il baretto! con la sua tanta storia, e con amore. Lasciamo che cresca, fra terra e mare, aprendo su questo anche la finestra che manca.

Germano Scargiali

Nota

Lo chiamano ‘lo scandalo della Italo Belga’. La società Italo Belga sin dal 1910 ha messo le tende, anzi le capanne, sul magnifico litorale di Mondello. Sono 39mila i metri quadri lungo costa dati in concessione alla Italo Belga per un canone annuo oggi pari a 42.000€, a fronte di un fatturato che (secondo dati 2013, gli ultimi che si trovino) ammonta a 7 milioni di euro annui

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