E’ Natale: Venite adoremus

Giotto natività (particolare). Molto religioso, il grande Giotto battezzò 2 degli 8 figli (4 maschi e 4 femmine) col nome di Francesco. Uno fu pittore, l’altro prese i voti (priore). Famose le sue “Storie di San Francesco” e le opere dedicate alla figura di Gesù. Maestria, invenzione,poesia si fondono in Giotto, facendone un pittore divino, uno dei massimi pittori della storia. Fu anche architetto. Guadagnò bene, ampliando i poderi della propria famiglia. Il nome Giotto è un vezzeggiativo al quale il suo personaggio fu talmente legato da rendere incerto se non ignoto il suo vero nome.

Il Natale arriva con il suo grande messaggio, la sua mistica, leggera e penetrante come  la sua musica… Ne abbiamo tanto parlato sulle nostre pagine ogni anno. Il Natale è il momento magico in cui un bimbo nasce in una umile stalla, in un luogo quasi sperduto, ma quello è il momento da cui tutto il mondo fa ripartire la storia con un nuovo calendario. Quel bimbo vive appena 33 anni da vero uomo, di cui solo quelli finali dedicati alla vera e propria predicazione. Milioni di uomini nella storia, i cristiani, lo considerano il Figlio di Dio, parte della Santissima Trinità…   Negli ultimi momenti della sua vita terrena, da vero uomo Istituisce poeticamente e significativamente l’eucarestia con l’autorità di Dio, mentre con grande coraggio si appresta ad affrontare, ancora una volta da vero uomo, l’estremo sacrificio sulla Croce: per un grande ideale occorre sacrificare anche la vita, affrontando la morte. Innumerevoli sono gli insegnamenti che Gesù ha impartito all’umanità prima di salire sul Golgota…

Riproduciamo una nota aggiunta nel nostro articolo sul Presepe, con cui abbiamo voluto precedere ogni nostra celebrazione, in conseguenza dell’allucinante contestazione che sentiamo farne: mah!

Due parole di fede

Soltanto l’essere umano spera, faceva notare nelle letture della domenica d’avvento  il liturgista Silvano Sirboni. Gesù arriva grazie al sì di un’umile ragazza di Nazareth, proprio quando la speranza del popolo ebraico si affievoliva nell’attesa. E’ il più grande dei tanti miracoli che avvengono in un ambiente di estrema semplicità e modestia, una realtà povera, lontana dai centri del potere…

Come Maria – sottolinea Sirboni – anche ogni discepolo del Signore è chiamato non ad attendere passivamente gli eventi, ma a farsi strumento ed esempio di speranza con il proprio sì, mettendo se stesso al servizio di tutto ciò che è bello, buono e giusto.

Alla venuta di Gesù si addicono ancora una volta soprattutto le parole del profeta Isaia: “ecco, io faccio una cosa nuova, proprio ora germoglia: non ve ne accorgete?”

E’ fondamentale: si tratta di vedere i tanti semi di bene presenti in questo mondo che, troppe volte, sembra dimenticare la scelta giusta. Impegnarci tutti – discepoli anche noi – a far germogliare quei semi e impegnarci a proteggerli, voltando le spalle al male, perché la grazia del Natale continui ad irrompere positivamente nel mondo a partire da ciascuno di noi. Che i germogli buoni superino di molto i semi del loglio…

Così Papa Benedetto XVI: “Chi crede in Dio-Amore porta con sé una speranza invincibile, come una lampada con cui attraversare la notte oltre la morte, dopo esser  giunti alla grande festa della vita”.

Rivolgiamo, dunque, il nostro sguardo a chi nelle difficoltà anche gravissime cresce nella fede anziché perderla, a chi sa usare la lampada cui si riferisce Papa Ratzinger. Guardi le manifestazioni del bene, che sono più numerose – in realtà – che non quelle del male. (Germano Scargiali)

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Qui sotto due versioni di Adeste fideles (Venite fedeli), il canto di anonimo in lingua latina. La prima è la versione di Pavarotti con immagini tratte da pittori del Rinascimento e del Barocco. La seconda versione, è cantata da Enya (cantante e musicista irlandese) con parole in sovrimpressione ed illustrata con immagini pittoriche e di fantasia. La terza è cantata in palcoscenico dalla compianta cantante palermitana Giuni Russo – precocemente scomparsa – una voce rara al mondo…

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