Energia autostrade gas: aumenti vergognosi e inaccettabili

Qualcosa di serio, una tantum: Venezia centrale elettrica ad idrogeno. Se proprio si vuol sfruttare il sole, serva (e avverrà) per ricavare idrogeno e con questo produrre energia …sul serio.

Un prelievo ulteriore a danno del benessere dei cittadini operato senza pudore, né senso del ridicolo, prima che senso politico. Che faccia tosta! C’è da chiedersi che cosa si aspettino dall’imminente confronto con il voto coloro che hanno imposto queste misure. Il prezzo delle bollette e delle autostrade non va certamente a coprire i costi di produzione. Da sempre vanno a riempire le casse dello stato, si aggiungono ad un fisco vampiro che continua a prelevate soldi tradendo persino il primo articolo della costituzione (IMU). L’Imu è un sopruso e una follia ai danni dell’economia.

Ovviamente tutto questo colpisce la possibilità di una ripresa a breve termine dell’economia: la sola strada per un rilancio veloce dell’economia è l’incremento dei consumi. Questi evidentemente non crescono se i cittadini non hanno denaro. O no?

Peccato, perché in politica internazionale, Gentiloni, con l’appoggio di Mattarella, sta muovendosi benino, con una certa dignità e discrete scelte (si era visto meno di niente, anzi peggio che niente, tranne che ai tempi di Berlusconi, mentre a Craxi non era stato dato neppure il tempo…) ed anche Minniti dimostra carattere. Naturalmente molti del “gran serraglio” Pd sono furenti…

Il pedaggio delle autostrade era già una vergogna pubblica, perché si rinnovano da tempo senza concorso i contratti di gestione che sarebbero dovuti scadere: si consente a dei privati di prelevare utili (profitti) enormi a danno di chi viaggia, anche per lavoro. Il danno alla comunità è evidente. Se non è chiaro: la maggior parte delle autostrade d’Italia dovrebbero essere percorribili gratis da tempo! Immaginiamoci se sono giustificabili gli aumenti, che, intendiamoci, superano di molto i costi di manutenzione.

Il nucleare rispetta l'agricoltura, non emette CO2 (perché come nel Sole non c'è combustione) ma solo vapore acqueo. Comunque la fissione sarà presto sostituita dalla fusione che risolverà del tutto il problema energetico.. L'energia è tutto, si trasforma in tutto: trasporti, industria, agricoltura, trasporti. Ultima l'illuminzione...
Il nucleare rispetta l’ambiente, l’agricoltura, non emette CO2 (perché come nel Sole e nelle altre stelle non c’è combustione), ma solo vapore acqueo. Già: l’amato Sole è un’enorme centrale nucleare… Comunque la fissione sarà presto sostituita dalla fusione che risolverà del tutto il problema energetico… L’energia è tutto, si trasforma in tutto: trasporti, industria, agricoltura, allevamento, acqua. Ultima in ordine d’importanza, forse, è l’illuminazione, la luce, pur essendo sinonimo d’energia…

La rinunzia al nucleare è ormai un’idiozia palese. Meglio di nulla sarebbe ricorrere subito ai ripari… L’Italia è il solo paese al mondo fra quelli che abbia proclamato il ritiro dal nucleare e, poi, lo abbia attuato sul serio. Lo stesso non hanno fatto né la Germania, che si serve di fonti energetiche a 360 gradi, dal nucleare al carbone, fregandosi del proprio sì puramente formale agli accordi di Parigi e …dintorni. Tanto meno la Francia che vende all’Italia energia prodotta col nucleare e che adesso ha ridotto la fornitura per motivi interni…

Le cosiddette fonti “alternative” sono una mastodontica scemenza e – peggio – sono anche la truffa del secolo. L’Italia spreca denaro per pannelli solari e per le orribili e inutili “pale“, fino a giustificare gli aumenti delle bollette con le spese per queste “nobili” iniziative. Fra pochi anni non se ne parlerà neppure più con l’avvento dell’idrogeno, del nucleare e della geotermica, che producono le decine di migliaia (e non le poche migliaia) di megawatt che servono alla vita moderna ed alla procedente elettrificazione generale…

L’energia è tutto, si trasforma in tutto: calore, cibo, autotrazione, quindi trasporti, acqua… Nel bluff mediatico giornaliero si parla di uso casalingo, meno di industria e agricoltura…

Gli italiani, abituati a subire, non proclamano uno sciopero selvaggio in massa perché sono un popolo di bonaccioni se non di pecoroni, oppressi per secoli da governi in buona parte stranieri! “Italiani brava gente“, insomma, non nel senso ironico del film di guerra che porta tale titolo, né delle similari opinioni espresse da un certo Del Boca, che ha pescato, isolato e ingrandito certi momenti neri della storia. Gli Italiani accettano le avversità più di quanto non si oppongano ad esse e questo talvolta – non adesso – è, persino un pregio, che torna a loro merito. Oggi non dovrebbero accettare

Scaramcai

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All’alba del 2018 si apprende che in Usa la riforma fiscale di Trump ha provocato anche l’attesa (vedi Berlusconi) diminuzione dell’evasione e c’è da sperare in un “effetto domino” che trasmetta gli atteggiamenti del presidente americano all’Europa e al resto del mondo…

Se è valida – come noi riteniamo – la teoria del “grande complotto“, teso sin dagli anni 1970 a limitare la crescita generalizzata dell’economia, c’è da attendersi alla Casa Bianca il sopraggiungere di altre aspre reazioni …”anti Trump“. Ben visibili attraverso i media, ma che prenderanno – purtroppo – le mosse attraverso contestazioni politiche, manifestazioni di piazza e – peggio ancora – la stessa magistratura…

Del motivo della campagna mondiale contro lo sviluppo, che culmina nella strisciante e “imbecille” propaganda della “decrescita felice”, parliamo ben sovente nei nostri articoli. Sinteticamente, è da ritenere che i “potenti del mondo” preferiscano “imbecilli anche loro” alla crescita e allo sviluppo – specie se generalizzato in un regime di maggiore libertà – la possibilità del controllo dall’alto dell’economia, ancor più della finanza. Essi perseguono la cosiddetta “mondializzazione”, che è una sorta di superlativa globalizzazione, tesa al controllo di energia, acqua, cereali, medicine, cibo in genere, ma anche tempo libero e persino religione… E’ chiaro che se si concede “a tutti” la possibilità di crescere (vecchia aspirazione dell’umanità), diminuisce la possibilità di massificare i consumi e di stabilirne il prezzo.

Infine, molti moralisti ed alcuni sociologi ritengono che un “boom” della natura degli anni 1930, 1960, ’70,’80 e con le proporzioni dei mezzi e della velocità acquisiti dalla realtà odierna, provocherebbe uno “scombussolamento” generale, fenomeni di ingovernabilità, mancanza stessa delle strutture necessarie a gestire la nuova realtà, i nuovi ritmi…

Per questo si propagandano amenità, come la carenza di materie prime, siccità, mutamenti climatici, desertificazione e si diffondono teorie contrarie alla vita, alla storia ed alla stessa morale. Tutto in nome di una morale “più alta” o, quantomeno, da alcuni ritenuta tale: è la morale ipotetica, amministrata in regime centralizzato da uno Stato perfetto di tipo platonico che – comunque – a loro ed alle loro “accoliteconviene. O, almeno, nella loro maligna stupidità (e la dimostrano con le azioni) conviene.  (D.)

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