I “problemi del giorno” sono un pericoloso lete, il mitico gas che addormenta, talmente grave da far dimenticare agli uomini altri problemi, più grandi e più gravi, che rischiano di dilagare, anche in modo strisciante…
Ma quali sono i cosiddetti “reali problemi” che l’umanità rischia di trascurare? Il “coro mediatico” ha un’azione decisamente fuorviante e agisce, a partire dalla Tv, con un bombardamento di paure per l’avvenire…
Da questo modo di informare, quasi sempre dettato dagli interessi di qualcuno – e spesso in alto loco – il lettore, l’ascoltatore e, specialmente, lo spettatore Tv devono assolutamente prendere le distanze, vagliandole al lume della propria cultura, intelligenza, esperienza… La domanda che si ponevano i latini è lapidaria. Ponetevela: Cui prodest? A chi giova?
E’ divenuta addirittura una sorta di moda o di vezzo affermare che il Mondo sia perfetto e che l’umanità (ma dicono, malamente, l’uomo) possa solo guastarlo e – addirittura – cela stia …mettendo tutta. Speriamo, almeno, che di un vezzo si tratti e che tanta gente non lo creda sul serio!
L’opinione non è nuova, tutt’altro, ma cozza con i principi della Religione, cioè della Bibbia e dei 4 Vangeli…. L’idea erronea (un’idea, tanto per cambiare, tipicamente platonica, cioè supportata dalla sola scientificità della sua fantasia) che nasce dal pensiero di Platone, padre fondatore dell’idealismo filosofico. Il pur grande filosofo aveva ereditato un’opinione di base “felicemente, secondo lui” da Parmenide e Zenone, e la trasmise, poi, a Sant’Agostino, al filosofo medievale Giovanni Scoto Eriugena, ad Hegel e, svuotata dell’elemento trascendente, a Carlo Marx… Quest’ultimo, però, sia chiaro come pesi meno d’un filo di paglia nel grande corpo della storia del pensiero umano. Nel suo pensiero elementare, la verità appartiene al popolo e alla natura, il Male ai capitalisti e la soluzione è una e semplice: l’abolizione della proprietà privata del capitale. Il rapporto umanità – natura, purtroppo, non è semplificabile alla maniera di Platone, né a quella del suo epigono minimalista, K.Marx… Il fascino di questa concezione consiste nel credere più alle idee che all’osservazione. Il mondo odierno ha risolto gli stessi – o quasi – problemi materialistici che si poneva Marx in modo migliore, seguendo la via opposta: scienze empiriche, come la statistica, la sociologia, la psicologia sociale, il marketing… La tecnologia, anziché portare alla rovina, ha elevato il tenore di vita delle masse in modo esponenziale, anche a dispetto del boom demografico, temperato poi da fattori di costume che Marx non immaginava di certo… Egli commetteva un errore che oggi vediamo ripetere: supponeva che il trend dei fenomeni umani e naturali continuasse nel futuro identico a quello che credeva di rilevare ai suoi tempi. Si atteggiò a futurologo, ma finora non ha azzeccata una…
I guai del mondo sono provocati, secondo la visione platonica, solo dalla stupidità, dall’ottuso egoismo e dalla cattiveria umana. All’egoismo dell’individuo i “totalitarismi”, tutti platonici, ritengono che la corretta reazione sia uno Stato che eserciti il massimo potere possibile… C’è già insita la contraddizione, perché anch’esso non è che un’emanazione umana ed è amministrato da esseri umani. La “ricetta” – meno platonica, ma più difficile – è, se così si può dire, che alla base della società debba esserci un forte lievito morale individuale prima che collettivo. E che che il cammino di perfezionamento sia comunque lungo e proceda per gradi nel corso della storia. Platone, come la Rivoluzione francese e il marxismo vedevano la soluzione a portata di mano: persino una sola idea di base poteva cambiare il mondo nello spazio di mezza generazione. Purtroppo, invece, occorre fare i conti con la storia: storicizzare, appunto, le idee…
L’attuale “moda” di dirsi “laici” di pensiero scivola verso una facile “deriva”, approdando, alla meglio, all’ateismo, o peggio l’anticlericalismo, all’apostasia fino all’iconoclastia (o, anche, la semplice avversione per le immagini sacre) si trasmette come un gas più venefico del lete…
E’ facile – ed avviene – che uno sciatto atteggiamento, fatto anche di pigrizia mentale, porti una quantità di persone a ritenere proprio che l’umanità sia la nemica del cosmo…
Il fenomeno – a ben vedere – è peggiore di ciò che lo causa: in pratica si tratta di due errate visioni. Ascientifico è l’ecologismo ideologico e lo sono “le paure” continuamente alimentate dai media e dalla maggior parte dei politici sulla degenerazione progressiva del clima sulla terra “dovuta alle emissioni”. Infondata e dannosa alla morale individuale e collettiva è la convinzione che …l’uomo guasti la natura per propria tendenza.
Non è difficile spiegare quanto sia errato, stupido e maligno tale atteggiamento. Lo potremmo spiegare in cento altri modi, se non avessimo ascoltato in queste settimane, un’osservazione del docente universitario (Palermo) Ignazio Buttitta. Il nipote del poeta bagherese ha la cattedra di Etnologia europea a Palermo.
L’uomo tipico, a livello planetario, è “homo religiosus” indipendentemente da quale sia la sua fede, mentre l’’uomo “non religiosus” sarebbe un uomo sbagliato, una sorta di “anti uomo”, se esprimiamo bene il concetto del prof.
Detto questo, è ovvio che, né un Dio perfetto, né una natura perfetta avrebbe dato all’umanità il dono – di incalcolabile valore – rappresentato dalla vita consapevole, fatta di conoscenza, capacità d’indagine, invenzione, gusto per la natura stessa ed arte…
Dunque, “questa umanità” dovrebbe essere così “cattiva” da provocare la distruzione del mondo? Cioè degli animali, delle piante e, sostanzialmente, danneggerebbe anche la salute della pietra inanimata?
E’ un’ipotesi improbabile, addirittura improponibile! Dio o la natura, quindi, avrebbero dato la ragione ad un mero egoista deciso a fare il proprio ottuso interesse distruggendola? Che errore che avrebbero commesso Dio o la natura!
Ecco dove sbagliò Platone e peggio i suoi epigoni.
Il maggior difetto del platonismo – di cui si accorsero in vita sia Platone, sia Agostino – è che l’umanità, calata in un cosmo perfetto, è priva di uno scopo morale, non ha un ruolo, non ha neppure un intimo motivo di scegliere il bene. Dio – quello pensato dall’homo religiosus a 360° gradi, misura angolare da moltiplicare lungo i paralleli del Pianeta – avrebbe un ruolo simile ad un “groupier” sul tappeto verde. Distribuirebbe le carte ai presenti, raccoglierebbe le giocate e distribuirebbe la vincita (il premio finale) o ritirerebbe le poste perdenti.
L’opinione migliore è quella di ritenere che l’umanità abbia avuto l’intelligenza – da Dio o, per gli atei, dalla Natura – per svolgere un ruolo. Dio, infatti, secondo la migliore ipotesi teologica, ha creato il mondo per migliorare ulteriormente se stesso: se non lo avesse fatto avrebbe peccato di pigrizia e omissione. Una fantasticheria? E’ il Cosmo, è la storia a dircelo. La caratteristica dell’umanità e dell’homo religiosus, non è il non far nulla, non è l’inerzia, ma l’azione.
Il compito dell’umanità – come dimostra la sua aspirazione – è, quindi, quello di combattere il male. La storia ci insegna che questo è uno scopo focalizzato sin da gli albori: l’umanità da sempre combatte la malattia e il dolore, cerca di scampare ai cataclismi, formula ed emana codici di leggi, perché trionfi la giustizia. Coltiva una “religio” al fine di rivolgere il pensiero anche al trascendente al di là dell’immanente. Cioè oltre ciò che potrà “mai” vedere. Quando apparve l’intelligenza sulla terra, essa capiva e sapeva pochissimo – anzi nulla – di ciò che la circondava…
Germano Scargiali
Fermiamoci qui. Perché la stupidità di quella dilagante opinione che vediamo serpeggiare è facilmente dimostrabile e ampiamente dimostrata. Essa trasforma l’idealismo filosofico in pessimismo cosmico: ciò è evidente. Quella interpretazione capovolta dell’ottimismo sostanziale di Parmenide e Platone, che trascinò anche il grande Sant’Agostino, ha continuato a conquistare – ma sempre in positivo – Hegel e, poi, Croce e Gentile gli ultimi filosofi idealisti della storia. Ma, se viene capovolta , diventa un errore: è una delle tante stupidaggini …di Carlo Marx. Anche in conseguenza del marxismo, adesso ci ritroviamo di fronte ad una caduta di stile che è perniciosa, perché è morale e porta a conseguenze gravi: la fiducia nell’umanità e nel segno più con cui si conclude la sommatoria di peccati ed errori ,rispetto alle buone azioni e alle scelte azzeccate. Questo errore fa la storia, intesa come cammino dell’umanità, letteralmente in frantumi. Non stiamo esagerando: le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Non che oggi non manchino gli spunti positivi, non che oggi “la pietas e la caritas”, che sommata alla tolleranza fanno quella che il Papa chiama misericordia. cioè le vie dell’amore non siano presenti e non siano percorse da qualcuno. Non c’è dubbio, però, che – se il diavolo esiste o è un azzeccato simbolo – esso sta sferrando dei colpi
L’opinione migliore è quella di ritenere che l’umanità abbia avuto l’intelligenza – da Dio o, per gli atei, dalla Natura – per svolgere un ruolo. Cioè quello di combattere il male. E’ evidente nelle sacre scritture che Dio ci voglia alleati contro il male, identificato nel diavolo. In quest’opera e con questa logica è disposto ad aiutarci: da qui discende la parte il risultato pratico della sua paterna bontà: questa, non altra è la logica, la si accetti o meno. La storia ci insegna che migliorare le condizioni di vita in ogni senso è uno scopo focalizzato sin da gli albori: l’umanità da sempre combatte la malattia e il dolore, cerca di scampare ai cataclismi, formula ed emana codici di leggi, perché trionfi la giustizia. Coltiva una “religio” al fine di rivolgere il pensiero anche al trascendente al di là dell’immanente. Cioè oltre ciò che potrà “mai” vedere. Quando apparve l’intelligenza sulla terra, essa capiva e sapeva pochissimo di ciò che vedeva e la circondava… (G.S.)